Lentini. Omicidio Naima Zahir. Il marito Massimo Cannone rinviato a giudizio. No alla perizia psichiatrica.
Massimo Cannone, 45 anni, accusato di aver ucciso a Lentini la moglie, Naima Zahir, 45 anni originaria del Marocco, è stato rinviato a giudizio.
Il gip del Tribunale di Siracusa aveva convalidato il fermo il 18 marzo 2022, firmato dal pm Gaetano Bono aveva coordinato l'inchiesta della Polizia.
Il rinvio a giudizio è stato scaturito dal Gup del tribunale aretuseo, Francesco Alligo, rigettando la richiesta di una perizia psichiatrica presentata dalla difesa, accogliendo il giudizio del Procuratore capo di Siracusa, Sabrina Gambino. Adesso saranno i giudici della Corte di Assise di Siracusa, a processare il 45enne tappezziere lentinese.
Lo stesso Cannone, poche ore dopo il fermo, aveva confessato di aver ucciso la moglie perché si sentiva oppresso dalla vittima in quanto "costretto agli arresti domiciliari". Nella ricostruzione della Polizia Cannone, avrebbe pugnalato la donna alla gola con un grosso coltello da cucina, mentre lei si trovava distesa sul letto con gli auricolari, impegnata a navigare in internet con il cellulare.
Cannone, durante l'ennesimo interrogatorio attestante la convalida di fermo, alla presenza del Gip Andrea Migneco, avrebbe confessato di fare uso sia di sostanze stupefacenti che di alcool e per reprimere tali dipendenze farebbe contestualmente uso di farmaci. Naima Zahir, originaria del Marocco e sepolta nel suo paese di nascita.