Bologna. Accusato di avere ucciso la moglie e la suocera. Iniziato il processo: "Non fu violenza di genere".
È iniziato in tribunale a Bologna il processo all'oculista 65enne Giampaolo Amato, accusato del duplice omicidio della moglie Isabella Linsalata, 64 anni, deceduta il 31 ottobre 2021 (secondo gli inquirenti a causa di un mix letale di psicofarmaci e anestetico), e della suocera Giulia Tateo, 87 anni, morta nel sonno solo tre settimane prima della figlia.
Fuori dall'aula sono rimasti fotografi e teleoperatori: il presidente della Corte d'Assise, Pierluigi Di Bari, non ha consentito riprese e foto non ritenendo sussistente l'interesse sociale per i fatti oggetto del processo.
Costituiti parte civile lo zio di Isabella e la sorella, Annamaria Linsalata, che con i suoi sospetti sul cognato fece partire le indagini. «Sono qui per avere giustizia, è quello che mi spinge a stare in quest'aula», ha detto la donna a margine dell'udienza.
Non è stata accolta invece la costituzione di parte civile dall'associazione UDI (Unione Donne in Italia), nel cui statuto c'è la difesa del diritto delle donne alla propria incolumità psico-fisica. La Corte non ha ritenuto il caso come rientrante in un contesto di discriminazione e violenza di genere.
La difesa di Amato ha anticipato la volontà di chiedere alla Corte la disposizione di una perizia super-partes sulle cause della morte delle due donne, che per i legali e i consulenti dell'imputato non avrebbero a che fare con l'ipotesi omicidiaria. (di Andreina Baccaro – Corriere.it)