Voce su Fatima Kaddouri

Uno scorcio del bosco tra Cadorago e Lomazzo in provincia di Como (di Alberto153, licenza CC BY-SA 4.0)
Fatima Kaddouri, 48 anni, originaria del Marocco, fu trovata morta il 25 settembre 2019. Il cadavere era avvolto in un sacco a pelo, abbandonato all'interno di una tenda nella zona boschiva situata tra i comuni di Cadorago e Lomazzo in provincia di Como.[1][2]
Ad aiutare i militari nella scoperta del corpo fu l'ex compagno della donna, Cherki Majjad, connazionale di 45 anni, che confessò il delitto dopo essere stato casualmente fermato, in stato confusionale, durante un controllo della Polizia locale effettuato nel corso del pomeriggio dello stesso giorno in piazzale Lugano a Milano.[3][4] Inoltre, proprio in quelle ore, un suo conoscente si era presentato dai Carabinieri di Cantù per riferire del rinvenimento di un cadavere in una tenda. Entrambi erano immigrati irregolari, senza fissa dimora.
Majjad era uno spacciatore e viveva nei boschi, principalmente nei pressi di via Ugo Foscolo a Cadorago. Nel settembre del 2018 fu condannato a un anno di reclusione per detenzione di piccoli quantitativi di sostanze stupefacenti. Secondo le indagini, la vittima fu strangolata. Il decesso avvenne durante la notte tra il 24 e il 25 settembre. Il quarantacinquenne sarebbe rimasto accanto a lei fino al mattino seguente, quando si era incontrato alla tenda con un altro pusher, suo connazionale, insospettito dalla vista del sacco a pelo.
Successivamente l'omicida si allontanò dalla zona, recandosi in treno fino a Milano dove venne fermato dalla Polizia. Nel frattempo l'altro spacciatore era ritornato sulla scena del delitto, scoprendo il cadavere della donna per poi recarsi dai Carabinieri a segnalare l'accaduto. Interrogato in serata dal procuratore di Como, Majjad ribadì la sua confessione, ma non spiegò il motivo per il quale aveva commesso il gesto.[5]
Il 27 settembre invece, nell'interrogatorio di garanzia svolto in carcere di fronte al giudice per le indagini preliminari, il marocchino aveva modificato la propria versione dei fatti riferendo che lui e la sua ex, per un certo periodo, non si erano più visti, salvo poi rincontrarsi e tornare a frequentarsi negli ultimi tempi. I due avrebbero avuto un litigio la sera del 24 settembre ma, secondo quanto riferito da Majjad, l'ex compagna era viva quando si era addormentata. Poi al risveglio la mattina seguente, l'uomo l'avrebbe trovata morta.
Lo stesso aveva inoltre aggiunto che la tenda presentava uno squarcio, come a voler lasciare intendere che a compiere l'omicidio fosse stata una terza persona. Tuttavia, secondo le ricostruzioni della Procura, il quarantacinquenne fu considerato l'unico responsabile del delitto. Gli inquirenti, nel marzo del 2020, avevano richiesto nei suoi confronti il giudizio immediato.[6][7] Il difensore del marocchino aveva però richiesto e ottenuto il giudizio in rito abbreviato.[8][9]
Il 2 dicembre 2020 Majjad venne condannato in primo grado dalla Corte d'Assise di Como a 18 anni di reclusione per omicidio volontario.[10]