
Il corpo senza vita di Maria Angela Corona, 47 anni, è stato trovato la mattina del 16 aprile 2020 in un dirupo lungo la strada statale provinciale 16 che collega Casteldaccia a Bagheria in provincia di Palermo.[1][2]
La donna era scomparsa da Bagheria due giorni prima. Il suo compagno, il 15 aprile, aveva presentato la denuncia di sparizione, facendo scattare le indagini che hanno portato al rinvenimento del cadavere in un sacco, abbandonato nelle campagne al confine tra Bagheria e Casteldaccia.[3][4]
Il corpo, rimasto a lungo tra le sterpaglie, era stato morso e dilaniato da alcuni animali randagi che vagavano nella zona circostante. Secondo i primi rilievi del medico legale, la vittima presentava segni di strangolamento sul collo. Gli inquirenti della procura di Termini Imerese avevano avviato le indagini per omicidio, non escludendo alcuna pista sulle modalità dell'accaduto.[5]
Tra le prime ipotesi, una lite familiare che avrebbe portato al tragico epilogo. Infatti nei giorni precedenti la quarantasettenne avrebbe avuto un forte diverbo con una nipote, successivamente ricoverata nel reparto grandi ustionati dell'ospedale civico di Palermo. La ragazza si era procurata delle ustioni a causa dell'incendio della sua auto.[6][7]
Nella serata del 23 aprile è arrivata la svolta nelle indagini con l'arresto di tre persone: la nipote Maria Francesca Castronovo, 39 anni, e due extraconunitari, l'ivoriano Guy Morel Diehi, 23 anni, e il maliano Toumani Soukouna, 28 anni, tutti accusati di omicidio in concorso morale e materiale. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, tra le due donne intercorreva un forte astio che ha portato la nipote ad assoldare i due uomini per uccidere la zia. La vittima era stata dunque aggredita, strangolata, infilata nel sacco e gettata nelle campagne.[8][9]

La trentanovenne ha confessato, sostenendo di essersi avvalorata della collaborazione dei due africani perché da sempre avrebbe ricevuto maltrattamenti da parte della zia, nonostante quest'ultima accudisse il nonno, padre della vittima. Nello specifico, tutto sarebbe partito circa un mese prima dell'accaduto, in un'ennesima lite nella quale la signora Maria Angela avrebbe bruciato il braccio della nipote con un ferro da stiro. Maria Francesca si era fatta medicare al pronto soccorso e successivamente avrebbe meditato la vendetta, conoscendo Guy Morel al mercato di Ballarò, che poi avrebbe coinvolto l'altro africano. In seguito il lavoro è stato svolto, ma la trentanovenne per rimorso avrebbe pensato di suicidarsi, tentando di bruciarsi nella sua auto al cimitero di Bagheria. Prima dell'estremo gesto, ha telefonato al fidanzato per dirgli addio, ma quest'ultimo è accorso sul posto, salvandola.[10]
Nell'interrogatorio di garanzia, di fronte al giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese, la Castronovo ha confessato nuovamente l'accaduto, ammettendo di essere pentita e precisando di aver consegnato ai due uomini 100 mila euro in contanti. Morel e Soukouna invece si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.[11][12] All'inizio del mese di giugno, la donna è stata trasferita in carcere dopo essere stata dimessa dall'ospedale. Il giudice ha disposto per lei un supporto psicologico durante la detenzione.[13]