Alessandra Cità, 47 anni, è stata uccisa nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2020 ad Albignano d'Adda, frazione di Truccazzano in provincia di Milano.[1][2]

L'ex compagno della donna, Antonio Vena, coetaneo, dopo il delitto si è costituito alla caserma dei Carabinieri di Cassano d'Adda, confessando l'omicidio. Di fronte ai militari avrebbe riferito di aver compiuto il gesto per gelosia.
La vittima era stata freddata nel sonno, mentre stava dormendo sul letto, con un fucile a pompa. L'arma era regolarmente intestata alla donna. La signora Cità lavorava come dipendente Atm, era una conducente di tram. La relazione con l'uomo era durata circa 9 anni. La rottura sarebbe avvenuta nelle precedenti settimane, al termine di un periodo di crisi intercorso fra i due.
Nonostante ciò, avevano continuato a frequentarsi da conoscenti. Entrambi originari di Ganci (Palermo), si erano trasferiti anni fa in Lombardia: lui aveva trovato lavoro a Bressanone (Bolzano). Secondo quanto testimoniato dai vicini, solitamente l'uomo tornava nell'abitazione dell'ex compagna ad Albignano nei fine settimana. Tuttavia, negli ultimi giorni a causa delle restrizioni per la pandemia di Coronavirus, l'azienda in cui il quarantasettenne era impiegato aveva chiuso, così la donna lo aveva ospitato nel proprio appartamento. Purtroppo la convivenza forzata, mista alla non accettazione della fine del loro rapporto, avrebbe scaturito la tragedia.[3]
Vena era precedentemente sposato con un'altra donna, con la quale conviveva a Chiusa (Bolzano) e aveva avuto un figlio. L'ex moglie lo aveva denunciato due volte per maltrattamenti. In particolare, in un episodio avvenuto nel 2012, l'aveva seguita in auto per poi tamponarla e farla uscire fuori strada. In seguito si erano separati e lui si era legato ad Alessandra.[4][5]
Nei confronti dell'uomo è stato disposto il fermo con l'accusa di omicidio volontario. Al termine delle formalità di rito, è stato condotto in carcere.[3] Il 21 aprile, nell'interrogatorio di garanzia, il quarantasettenne si è detto pentito del proprio gesto. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo disponendo la custodia cautelare in carcere.[6]
Nel gennaio del 2021 la Procura di Milano ha chiuso le indagini, confermando l'accusa di omicidio volontario e apprestandosi a richiedere il rinvio a giudizio di Vena.[7]