
Ambra Pregnolato, 40 anni, è stata trovata morta nel primo pomeriggio del 24 gennaio 2020 all'interno della propria abitazione a Valenza, comune in provincia di Alessandria.
A scoprire il corpo senza vita, riverso a sul pavimento, era stato il marito di rientro dal lavoro. L'uomo aveva subito allertato i soccorsi che, giunti successivamente sul posto, hanno tentato di rianimare la vittima, ma non c'è stato nulla da fare. Era già deceduta. La donna era una maestra d'asilo e madre di una ragazza di 12 anni.
Il cadavere presentava evidenti ferite alla testa, riconducibili a un violento pestaggio eseguito con l'ausilio di un oggetto contundente. Intorno all'abitazione non erano stati rilevati segni di effrazione, dunque sin da subito era stata esclusa l'ipotesi di una rapina finita male. Si sospettava che la quarantenne fosse inizialmente sola in casa, poi avrebbe aperto la porta a una persona che conosceva bene e di cui si fidava.[1][2]
Nel pomeriggio del 25 gennaio è stato fermato un conoscente della vittima che, di fronte ai militari, ha confessato il delitto. Si trattava di Michele Venturelli, disoccupato di 46 anni. Costui era già stato ascoltato dagli inquirenti nelle ore successive all'omicidio, ma era stato rilasciato in serata. Il giorno seguente, ricercato nuovamente dai Carabinieri, l'uomo era fuggito dall'abitazione del padre dove risiedeva.
Era stato poi ritrovato ferito nei pressi della ferrovia vicino al Ponte Tiziano ad Alessandria, dove aveva tentato di suicidarsi buttandosi sotto un treno, senza riuscirci. Rintracciato e bloccato dai militari, ha infine ammesso le proprie responsabilità. Secondo la versione fornita dal reo confesso, avrebbe avuto una relazione extraconiugale con la quarantenne da circa un anno e voleva che lei si separasse dal marito.
La donna però non aveva intenzione di lasciare il coniuge e questa decisione avrebbe portato il quarantaseienne ad aggredire mortalmente la signora Ambra. Venturelli ha usato un martello, tenuto nel proprio zaino, per colpire la vittima. L'arma è stata successivamente recuperata dagli investigatori, su indicazione dello stesso uomo che aveva indicato il punto in cui l'aveva gettata. In seguito al fermo da parte dei militari, era stato trasportato in ospedale per le cure del caso.[3][4]
Venturelli ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari che, al termine dell'interrogatorio di garanzia, ha convalidato il fermo con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.[5] L'esame autoptico sulla salma della vittima aveva rilevato circa 40 martellate inflitte durante la brutale aggressione.[6]
In autunno il quarantaseienne è stato rinviato a giudizio. Nel corso del processo il legale dell'imputato ha richiesto l'esecuzione di una perizia psichiatrica per valutare lo stato di salute del proprio assistito.[7]