Voce su Fatima Zeeshan
Fatima Zeeshan, 28 anni, originaria del Pakistan, fu trovata morta la mattina del 30 gennaio 2020 nell'alloggio in cui risiedeva a Versciaco, frazione di San Candido in Val Pusteria, provincia di Bolzano.
Uno scorcio della Chiesa Collegiata di San Candido in provincia di Bolzano (di Rufus46, licenza CC BY-SA 3.0)
La giovane era incinta, quasi al nono mese di gravidanza. Al rinvenimento furono notate svariate ecchimosi sul corpo, segni di una precedente violenta aggressione a colpi di calci e pugni.[1] La vittima divideva l'abitazione con suo marito, Mustafa Zeeshan, connazionale di 38 anni.
Quest'ultimo nelle ore successive fu condotto in caserma. Nell'interrogatorio di fronte agli inquirenti non aveva fornito alcuna motivazione sul decesso della moglie. Nei suoi confronti fu emesso un provvedimento di fermo con l'accusa di omicidio volontario aggravato.[2][3] L'esame autoptico aveva stabilito il decesso della vittima per asfissia meccanica acuta da soffocamento. L'aggressione mortale sarebbe avvenuta nella notte tra il 29 e il 30 dicembre.[4]
Dalle ricostruzioni investigative era emerso che Fatima aveva intenzione di separarsi dal compagno. Nel corso di un sopralluogo in casa, i militari avevano rinvenuto una borsa da viaggio, piena degli indumenti della giovane, presumibilmente pronta ad allontanarsi dall'abitazione.
L'indiziato fu rinviato a giudizio. Nel corso del dibattimento il fratello di Fatima aveva testimoniato in aula, riferendo che Mustafa trattava la moglie come se fosse una prigioniera, chiusa a chiave in casa per lunghe ore affinché lei non potesse di uscire.[5][6] In un'udienza del giugno 2022, l'imputato rese dichiarazioni spontanee, chiedendo scusa ai parenti della vittima.[7]
Zeeshan fu sottoposto a perizia psichiatrica. Gli esami gli diagnosticarono un disturbo comportamentale del sonno. Secondo la difesa, tale disturbo avrebbe potuto incidere sulla lucidità dell'imputato nel momento del delitto, tanto che lui aveva sostenuto di non ricordare cosa fosse accaduto nel corso della notte tra e il 29 e il 30 dicembre 2020. La perizia, tuttavia, lo valutò capace di intendere e di volere.[8]
L'11 marzo 2023 la Corte d'Assise di Bolzano aveva condannato Mustafa Zeeshan all'ergastolo con isolamento diurno per sei mesi.[9] Oltre all'omicidio volontario, l'uomo fu ritenuto anche colpevole di interruzione volontaria di gravidanza. La sentenza riconobbe le aggravanti di aver commesso il fatto ai danni della coniuge e di una persona in stato di gravidanza, nonché l'abuso della situazione di coabitazione e l'essersi approfittato delle condizioni tali da ostacolare la difesa della vittima.[10][11]
Il 5 marzo 2024 la Corte d'Appello di Bolzano confermò la massima pena per l'imputato.[12]