Maria Masi, 41 anni, è stata uccisa dal marito Antonino La Targia, 46 anni, nel tardo pomeriggio del 26 settembre 2020 a Venaria Reale in provincia di Torino. L'uomo, poco dopo, si è suicidato.[1][2]

I due coniugi, sposati da più di quindici anni, erano in fase di separazione. Dalla loro relazione erano nati due figli di 11 e 14 anni che nel momento della tragedia si trovavano a casa dei nonni materni. La donna negli ultimi giorni aveva lasciato la residenza che condivideva con il marito per trasferirsi nell'abitazione dei genitori insieme ai figli.
Nel pomeriggio del 26 settembre i due si erano dati appuntamento e si erano incontrati in strada, probabilmente per un ultimo chiarimento. L'omicidio è avvenuto in un parcheggio nei pressi dell'Allianz Stadium in via Druenta. La signora Masi, presumibilmente al termine del colloquio, è salita nella sua auto per allontanarsi dal posto, ma il quarantaseienne ha estratto una pistola e ha sparato vari proiettili ferendola mortalmente all'interno dell'abitacolo.
Nell'immediato nessuno nel circondario si sarebbe accorto dell'accaduto, infatti l'uomo, disabile che si muoveva con l'ausilio di una sedia a rotelle, si è diretto sotto casa dove ha chiesto aiuto ad alcuni ragazzi per superare lo scalino d'ingresso e ritornare nella sua abitazione. Poco dopo, all'interno dell'appartamento, ha utilizzato la stessa arma da fuoco per suicidarsi. La pistola era detenuta illegalmente. Successivamente sono stati allertati i soccorsi, ma sia per lui che per lei non c'era più nulla da fare, erano entrambi deceduti.[3][4]

Dalle ricostruzioni degli inquirenti è poi emerso che La Targia si sarebbe reso responsabile di vari episodi di maltrattamenti in famiglia. Secondo le testimonianze di alcuni conoscenti della vittima, l'uomo aveva più volte minacciato di morte la moglie. In particolare il quarantaseienne, durante un alterco, avrebbe intimato la donna di bruciarla nella casa insieme ai figli. In un'altra distinta occasione, l'avrebbe minacciata di gettarle dell'acido in faccia.
A fronte di tali episodi, i genitori della donna avevano richiesto l'intervento dei carabinieri. La quarantunenne era stata convocata in caserma, ma non aveva voluto presentare una denuncia formale. Nel verbale infatti sarebbe stato trascritto soltanto di un contesto di pressioni psicologiche subite dal marito per evitare la separazione. Tuttavia le suddette minacce sarebbero comunque state annotate dai carabinieri che le hanno poi inoltrate alla procura di Ivrea. Il magistrato che ha gestito il fascicolo però non aveva ritenuto la situazione tanto grave da attivare le procedure a tutela della vittima previste dal Codice Rosso.[5][6]
Inoltre La Targia, alcune ore prima della tragedia, aveva pubblicato un messaggio su Facebook in cui lasciava presagire quanto accaduto. Per gli inquirenti è chiaro che la crisi del rapporto coniugale e la non accettazione della separazione siano i principali motivi legati all'esecuzione dell'efferato gesto.[7][8]