Voce su Alina Cristina Cozac
Alina Cristina Cozac, 40 anni, fu trovata morta nelle prime del mattino del 22 gennaio 2023 all'interno dell'abitazione in cui risiedeva a Spoltore in provincia di Pescara.

Uno scorcio panoramico di Spoltore in provincia di Pescara (di Delli Rocili, licenza CC BY 3.0)
Il convivente Mirko De Martinis, 47 anni, aveva lanciato l'allarme, riferendo che la donna aveva avuto un malore. I soccorritori del 118, giunti sul posto, provarono a rianimare la vittima trovata esanime sul letto. Purtroppo il personale sanitario non poté fare altro che constatare il decesso.
Alina Cozac era originaria della Romania, ma risiedeva a Spoltore, in Abruzzo, e conviveva da circa 16 anni insieme al compagno. Sulla sua morte fu aperta un'inchiesta e, in un primo momento, fu attribuita la morte per cause naturali. Tuttavia, la chiamata al 118 effettuata da De Martinis, registrata agli atti, destò alcuni sospetti nel personale del "Gruppo antiviolenza" della Procura di Pescara. Per questo gli inquirenti richiesero ulteriori accertamenti.[1][2]
I primi risultati dell'esame autoptico avevano evidenziato diversi segni sul collo della vittima, indicativi di uno strangolamento. De Martinis era l'unico presente in casa insieme alla quarantenne nel corso della notte tra il 21 e il 22 gennaio 2023. L'uomo nel frattempo fu iscritto nel registro degli indagati e, ascoltato dagli investigatori, ribadì che la compagna aveva accusato un malore che lo indusse a chiamare i soccorsi.
Nei mesi seguenti la relazione del medico legale confermò il decesso della vittima per asfissia meccanica violenta da strangolamento, mediante compressione atipica del collo. La donna sarebbe stata colta di sorpresa, nel letto, e strangolata con il ginocchio o l'avambraccio.
Nel settembre del 2023, otto mesi dopo l'accaduto, sulla base delle risultanze investigative il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, su richiesta della locale Procura, aveva disposto un'ordinanza di custodia cautelare a carico di Mirko De Martinis, gravemente indiziato di essere il responsabile della morte della convivente. Il reato contestato fu omicidio volontario.[3][4]
Secondo le testimonianze di alcuni familiari, la relazione tra i due sarebbe terminata circa un anno prima del decesso, anche se entrambi erano rimasti a convivere sotto lo stesso tetto. La vittima, tuttavia, nelle ultime settimane aveva manifestato ad amiche e parenti l'intenzione di lasciare l'abitazione ed allontanarsi dal quarantasettenne per trasferirsi in Germania, dal fratello.[5][6]
Il successivo 8 settembre, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, De Martinis respinse le accuse e negò l'uccisione della convivente.[7] L'uomo inoltre, attraverso il suo legale, aggiunse anche che la donna non aveva intenzione di lasciare l'abitazione, né di interrompere la loro relazione, smentendo le ricostruzioni avanzate dai parenti della vittima.[8]
Nelle prime settimane del 2024, De Martinis fu scarcerato e sottoposto agli arresti domiciliari sulla base di nuovi elementi presentati dal legale difensore e depositati agli atti. In particolare, una nuova consulenza tecnica avrebbe fornito una differente versione dei fatti, sollevando dei dubbi sulle modalità con le quali si era verificato l'evento di morte. Sarebbero infatti emerse "una serie di criticità circa il metodo adottato dagli esperti della Procura e, di conseguenza, sulle conclusioni" a cui gli stessi erano pervenuti relativamente alla causa del decesso della vittima.[9][10]
Nei mesi successivi la Procura chiuse le indagini e, nel maggio del 2024, l'uomo fu rinviato a giudizio.[11] Nel corso del dibattimento la pubblica accusa sostenne che il rapporto tra l'imputato e la convivente fosse estremamente problematico, segnato da problemi economici, ricorso a terapie di natura quasi spirituale e frequenti contrasti: "Alina Cozac non era più sicura, si sentiva in qualche modo minacciata dal suo compagno che la controllava in tutto e per tutto".
Tale situazione aveva spinto la quarantenne a manifestare l'intenzione di lasciare il compagno. Infatti, proprio qualche giorno prima della morte, quando era pronta a raggiungere una sua amica a Teramo, aveva chiesto ad un conoscente (con il quale aveva una certa simpatia) di accompagnarla. Per la difesa, però, De Martinis non aveva mai minacciato di morte la donna ed i loro contrasti "erano normali contrasti, come ce ne sono a migliaia nelle dinamiche di coppia".[12]
Nell'udienza del 28 gennaio 2025, alla Corte d'Assise di Chieti, Mirko De Martinis rilasciò dichiarazioni spontanee in aula, respingendo l'accusa di omicidio e ribadendo la sua innocenza: "Quella notte Alina si è sentita male e ho chiamato immediatamente i soccorsi, ho assistito a tutti i tentativi di salvarle la vita. Le volevo bene, per lei ho lasciato mia moglie ed i miei figli, stavamo insieme da 17 anni ed è stato un rapporto fra alti e bassi. Abbiamo avuto anche delle discussioni, ma non c'è mai stato alcun accenno di violenza, né da parte sua, né soprattutto da parte mia".
L'uomo aveva anche smentito il fatto che la donna volesse allontanarsi da casa e trasferirsi da un'amica: "Alina non aveva preso alcun biglietto, non aveva dato alcun appuntamento per farsi accompagnare, era solo un'intenzione generica quella di andare a trovare un'amica e passare un po' di tempo con lei". Sull'ipotesi che la donna volesse lasciarlo, l'imputato affermò: "Io non avrei avuto nulla in contrario. Anche se avesse deciso di lasciarmi, avrei rispettato la sua scelta. Ci sarei rimasto male, forse avrei anche sofferto, ma ci saremmo lasciati con civiltà e rispetto".
Nella stessa udienza fu ascoltato anche uno dei consulenti della Procura. Secondo l'esperto, a causare il decesso della signora Cozac sarebbe stata la compressione del collo, protrattasi nel tempo e probabilmente effettuata con l'avambraccio, mentre gli accertamenti istologici avevano escluso qualsiasi tipo di patologia. Secondo il perito della difesa, invece, nessun elemento indicava con certezza che la morte fosse stata causata da un'asfissia meccanica. Inoltre il corpo senza vita della vittima presentava delle "infiltrazioni ematiche al collo" che, secondo il perito, potrebbero essere state causate da un'insufficienza cardiaca acuta congestizia, dovuta al fatto che la donna fumava molto.[13][14]
Considerate le risultanze inconciliabili delle consulenze medico legali prodotte dalla pubblica accusa e dalla difesa, il 31 marzo 2025 la Corte d'Assise di Chieti dispose una superperizia, affidata al prof. Umberto Testi (direttore del Dipartimento di medicina legale di Torino), per chiarire ulteriormente le cause del decesso di Alina Cozac.[15]