Voce su Eleonora Guidi
Eleonora Guidi, 34 anni, fu trovata morta nel corso delle prime ore del mattino dell'8 febbraio 2025, nell'abitazione in cui risiedeva a Rufina, un comune della provincia di Firenze.[1][2]
Il personale del 118, allertato dai vicini di casa, era intervenuto sul posto perché il compagno della vittima, Lorenzo Innocenti, un architetto libero professionista di 37 anni, si era lanciato dalla terrazza dell'edificio in via Cesare Pavese, procurandosi delle gravi ferite. All'interno dell'abitazione c'era anche il piccolo figlio della coppia, di circa un anno e mezzo.

Uno scorcio del municipio di Rufina in provincia di Firenze (di Anna Massini/Propoli87, licenza CC BY-SA 4.0)
L'uomo, in condizioni critiche, fu trasportato in ospedale dal personale sanitario, dove venne ricoverato in codice rosso e sottoposto ad un intervento chirurgico. Per Eleonora Guidi, invece, non ci fu null'altro da fare che constatare il decesso. Sul posto intervennero anche i Carabinieri della compagnia di Pontassieve che avevano avviato le indagini sul caso.[2]
La trentaquattrenne lavorava presso un'azienda di pannelli solari a Le Sieci, una frazione di Pontassieve. Quando fu trovata senza vita in casa, presentava varie lesioni d'arma da taglio sul corpo. La donna fu uccisa dal compagno con oltre venti coltellate, localizzate sul collo, la schiena ed il petto.[3] Dopo l'aggressione mortale, l'uomo si era lanciato nel vuoto, probabilmente nel tentativo di suicidarsi. Il tutto mentre nell'appartamento era presente anche il figlio della coppia.
Nella stessa palazzina abitavano anche i genitori di Lorenzo Innocenti. Il primo ad allertarsi in mattinata sarebbe stato proprio il padre, dopo aver sentito alcuni rumori sordi provenire dall'appartamento del trentasettenne. Dopo aver bussato alla porta, l'uomo si sarebbe trovato di fronte il figlio, sporco di sangue e con il coltello in mano. Sarebbe nata anche una colluttazione, durante la quale il padre avrebbe cercato di disarmarlo, ma Innocenti sarebbe poi fuggito, buttandosi dal balcone al secondo piano dell'edificio.[4]
Gli inquirenti condussero le indagini per ricostruire la dinamica del delitto e le motivazioni dell'efferato gesto. Secondo le testimonianze, Guidi e Innocenti non avrebbero avuto problemi relazionali negli ultimi tempi.
Dopo essere trascorso oltre un mese e mezzo dal delitto, l'uomo rimase ricoverato all'ospedale Careggi di Firenze, dove aveva iniziato una riabilitazione fisica e neurologica al miglioramento delle proprie condizioni di salute. Il 24 marzo 2025 il giudice per le indagini preliminari, considerata la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato, dispose gli arresti domiciliari per il trentasettenne presso l'idonea struttura sanitaria.[5][6]
Nelle settimane successive, l'uomo fu sottoposto ad una perizia psichiatrica per valutare il suo stato di salute mentale e la capacità di stare in giudizio.[7] Dall'esame sarebbe emersa una "incapacità temporanea" per la situazione patologica in cui Innocenti si trovava, derivante dalla caduta che gli aveva provocato gravi conseguenze, soprattutto alla testa, per cui si erano resi necessari vari interventi chirurgici. Per tale motivo, fu disposta la sospensione temporanea dal giudizio per sei mesi.[8]
In estate, il giudice per le indagini preliminari ebbe modo di ascoltare Innocenti. Nell'udienza dinanzi al gip, l'uomo confermò di avere avuto un vuoto di memoria: "Di quel giorno non ricordo nulla". Le stessa parole che aveva ripetuto quando era stato visitato dai periti nominati dalla Procura, di fronte ai quali l'indagato aveva manifestato smarrimento e incredulità quando fu informato di cosa si era reso responsabile. Secondo gli esperti, l'architetto non aveva coscienza, né tanto meno la percezione della gravità dei suoi gesti, presentando dei "deficit cognitivi" ed una "marcata espressione delle emozioni".
I medici evidenziarono anche che la sua "sfera cognitiva risultava alterata nelle aree della memoria, della programmazione delle proprie azioni e dell'anticipazione delle loro probabili conseguenze". Per questi motivi il giudice per le indagini preliminari, considerata la pericolosità sociale del soggetto, dispose come misura di sicurezza il ricovero dell'uomo presso il reparto psichiatrico dell'ospedale di Ponte a Niccheri.[9]