Voce su Sabrina Baldini Paleni
Sabrina Baldini Paleni, 56 anni, fu trovata morta nel corso della mattinata del 14 marzo 2025 nell'abitazione in cui risiedeva a Lambrinia, una frazione del comune di Chignolo Po in provincia di Pavia.[1]
Uno scorcio della Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Lambrinia di Chignolo Po in provincia di Pavia (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
A lanciare l'allarme fu la figlia adulta della vittima, preoccupata perché nelle prime ore del mattino non riusciva più a mettersi in contatto né con la madre, né con il compagno della cinquantaseienne.[2] Arrivata davanti alla villetta di via Mariotto, la figlia sentì un forte odore di gas e chiamò subito i Carabinieri. Sul posto dovettero intervenire anche i Vigili del Fuoco (sarebbe stata individuata una piccola perdita nelle tubature esterne dell'abitazione, che però non aveva alcuna attinenza con il delitto).
Quando entrarono nell'appartamento con le chiavi in possesso della figlia, i militari e i pompieri rinvennero il corpo senza vita di Sabrina Baldini Paleni, riverso sul pavimento del corridoio con evidenti segni di strangolamento, oltre a varie contusioni e ferite da difesa alle braccia e alla testa.[2] La prima ispezione medico legale confermò subito l'ipotesi dell'omicidio. Il compagno della vittima, Franco Pettineo, 52 anni (con cui la donna conviveva dopo la separazione dall'ex marito), non era in casa e risultava irreperibile.
Nel pomeriggio, dopo diverse ore di ricerche, l'uomo fu rintracciato dai Carabinieri a Pandino, nel Cremonese.[3] Successivamente venne accompagnato in caserma per essere ascoltato come persona informata dei fatti. Nel corso del colloquio con gli inquirenti, il sospettato aveva confessato di avere ucciso la convivente.[4]
Nella tarda serata scattò il fermo a carico del cinquantaduenne, emesso dalla Procura di Cremona, competente sul territorio dove l'uomo era stato rintracciato. Pettineo, accusato di omicidio, fu poi trasferito in carcere, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Dopo l'udienza di convalida del fermo, gli atti passarono alla Procura di Pavia, competente sul territorio dove si era consumato il delitto.
La signora Baldini lavorava come operatrice socio sanitaria in una RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) di Casalpusterlengo (Lodi), ed era madre di due figli, nati dalla relazione con l'ex marito Filippo Pettineo, fratello dell'uomo fermato. Secondo le ricostruzioni, la donna fu uccisa dal nuovo compagno Franco Pettineo nel corso della serata di giovedì 13 marzo 2025.[5]
ll medico legale, nel primo sopralluogo, avrebbe stimato il probabile orario del decesso tra le ore 20:00 e le 21:00, poi il convivente sarebbe rimasto tutta la notte in casa a vegliare sul cadavere.[6] Soltanto la mattina successiva aveva lasciato l'abitazione, vagando senza meta con la sua auto, prima di essere bloccato dalle forze dell'ordine.
L'omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite, nata per dissidi in ambito familiare che si erano presumibilmente intensificati negli ultimi tempi. Non risultavano, tuttavia, segnalazioni o denunce alle forze dell'ordine per maltrattamenti o violenze domestiche riguardanti la coppia.[4] La donna si sarebbe difesa nel corso dell'aggressione mortale, lasciando anche dei segni sul corpo del compagno, indicativi di una violenta colluttazione al termine della quale era stata strangolata dall'uomo.[6][2]
Il 17 marzo 2025, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, Pettineo aveva confermato la confessione precedentemente rilasciata ai militari e agli inquirenti delle Procure di Cremona e Pavia.[7] L'uomo avrebbe ribadito la propria versione dei fatti, rimanendo però vago sui motivi della lite che aveva preceduto l'omicidio. Prima di trasmettere gli atti alla Procura di Pavia, il giudice per le indagini preliminari di Cremona convalidò il fermo e dispose la custodia cautelare in carcere per il cinquantaduenne.[8]
Nei mesi successivi, Franco Pettineo fu rinviato a giudizio. La Procura confermò la contestazione del reato di omicidio volontario aggravato dal rapporto affettivo con la vittima. Il processo iniziò nell'autunno del 2025.[9]