Voce su Sara Campanella
La Chiesa di San Giovanni Battista, Duomo di Misilmeri, dove sono stati celebrati i funerali di Sara Campanella
Sara Campanella, studentessa di 22 anni, fu aggredita a coltellate nel corso del pomeriggio del 31 marzo 2025 in viale Gazzi a Messina, di fronte allo stadio Giovanni Celeste.[1][2]
A compiere la violenza fu il suo stalker, Stefano Argentino, collega universitario di 27 anni che da tempo la perseguitava e di cui lei aveva timore. La giovane, gravemente ferita, riuscì a urlare, attirando l'attenzione dei passanti, prima di accasciarsi sull'asfalto. Perse molto sangue dopo aver ricevuto uno o più fendenti all'altezza del collo. I primi a prestare aiuto sul posto furono alcuni compagni di corso della ventiduenne, iscritta all'Università di Messina.
Successivamente, in fin di vita e in condizioni molto critiche, la ragazza fu trasportata in ambulanza al vicino Policlinico Gaetano Martino (distante appena poche centinaia di metri dal luogo del delitto). Nonostante l'intervento dei medici per tentare di arginare l'emorragia, la vittima non riuscì a sopravvivere a causa delle gravi lesioni riportate.[3] Nel frattempo l'assassino aveva fatto perdere le proprie tracce. Un altro studente presente sul posto avrebbe anche cercato di inseguirlo, ma Argentino riuscì a dileguarsi a bordo della sua auto. Le forze dell'ordine avviarono subito le indagini per rintracciare l'autore dell'efferato gesto.
Sara Campanella, originaria di Misilmeri in provincia di Palermo, viveva a Messina per studiare alla locale Università, dove frequentava il corso di Laurea triennale in "Tecniche di laboratorio Biomedico" ed era impegnata come tirocinante al Policlinico Martino. Anche Argentino era uno studente universitario e frequentava lo stesso corso di Laurea.[4]
Secondo le ricostruzioni, il giovane, a bordo di un auto, avrebbe atteso Sara Campanella fuori dal Policlinico. Al termine del turno di tirocinio quotidiano, la ventiduenne era uscita e si era incamminata per raggiungere la fermata dell'autobus in viale Gazzi. Lui scese dall'auto e si avvicinò alla vittima, poi sarebbe nata una discussione, al culmine della quale il malintenzionato estrasse un coltello e la colpì, fino a toglierle la vita.[5] Nel corso della notte tra il 31 marzo e il 1º aprile, l'indiziato fu rintracciato e fermato dai Carabinieri del Comando provinciale di Messina. Al termine della sua fuga, il giovane aveva raggiunto il comune di Noto, suo paese d'origine in provincia di Siracusa.
Dagli accertamenti degli inquirenti era emerso che Argentino, da almeno due anni, rivolgeva attenzioni nei confronti della collega, anche in maniera insistente e reiterata nel tempo. Tuttavia, non essendosi mai trasformati in qualcosa di minaccioso e morboso, quegli atteggiamenti non avrebbero destato una particolare preoccupazione nella ventiduenne, che comunque aveva condiviso con le compagne di corso un certo fastidio e timore.
In una conferenza stampa tenutasi il 1º aprile 2025, presso il Palazzo di Giustizia di Messina, il Procuratore Antonio D'Amato aveva riferito: "La vittima non si era accorta del vero pericolo che correva. In precedenza non aveva mai denunciato il suo assassino. Questo ci fa capire quanto sia difficile prevenire questo tipo di delitti. Per fermare questi drammatici episodi ci vuole l'impegno di tutta la comunità, non basta solo l'approccio penale".[6][7]
Nell'interrogatorio di garanzia, tenutosi il giorno seguente nel carcere di Gazzi a Messina, Argentino rispose alle domande del giudice per le indagini preliminari. Mostrandosi lucido, ma "frastornato da tutta la vicenda", il giovane aveva confermato di essere il responsabile dell'omicidio di Sara Campanella. Tuttavia, non sarebbe sceso nei particolari sul perché aveva aggredito la vittima.[8] Il gip convalidò il fermo e, nell'ordinanza di custodia cautelare, evidenziò la natura violenta del ventisettenne, la sua incapacità di frenare i propri istinti ed il pericolo di reiterazione di condotte simili. La Procura contestò le aggravanti della premeditazione, la crudeltà e i motivi abietti e futili.[9]
Il successivo 4 aprile la madre del giovane si era presentata dai Carabinieri per rendere dichiarazioni spontanee. La donna riferì che, nel pomeriggio del 31 marzo, aveva ricevuto una chiamata dal figlio che, "disperato", rivelava l'intenzione di "farla finita". Argentino in quel momento aveva già compiuto l'omicidio, ma alla madre avrebbe soltanto minacciato di volersi togliere la vita perché si sentiva un "fallito". La donna, insieme al marito, lo avrebbe aiutato a non farsi del male, prelevandolo in macchina per poi portarlo nel bed and breakfast di famiglia a Noto, dove il giovane fu rintracciato dai militari in tarda serata.[10][11]
L'esame autoptico, disposto dalla Procura di Messina sulla salma di Sara Campanella, aveva evidenziato almeno cinque coltellate tra schiena e collo. Uno dei fendenti sarebbe risultato fatale, recidendo la giugulare e causando il decesso per un forte choc emorragico, dopo pochi minuti di agonia.[12] L'arma utilizzata per compiere il delitto non fu ritrovata. Il ventisettenne non aveva mai rivelato il punto preciso in cui aveva gettato il coltello. In un primo momento, i Carabinieri trovarono una lama a circa 200 metri dalla scena del crimine, ma, dopo essere stata analizzata, gli esperti avevano escluso che si trattasse dell'arma del delitto.[13]
Nel corso delle indagini, tuttavia, fu ricostruito che lo studente, già nell'ottobre del 2024, aveva cercato dei coltelli da acquistare su internet. I medici legali confermarono che il modello che il giovane si sarebbe procurato era compatibile con il tipo di lama usato nell'aggressione e le lesioni trovate sul corpo della vittima.[14] Successivamente era emerso che Argentino aveva in mente un omicidio-suicidio. In una frase riportata nel suo diario, datata 5 ottobre 2024, aveva scritto: "Provo a parlarle, ma continua a non fare niente. Proverò per un'ultima volta ad avvicinarmi, ma alla fine l'esito sempre quello sarà... la uccido e mi suicido".[15]
Poi, sul suo cellulare, una lettera di addio alla madre. "Mi dispiace, è giusto che si sappia questa storia, non sono un mostro", e subito dopo annotava: "Ha deciso lei che dovevo ucciderla. In un attimo sono passato dall'amarla follemente all'odiarla a morte".[16] Il giovane avrebbe anche studiato su internet quali parti del corpo colpire. Sempre sul suo cellulare sarebbe stata trovata una foto della struttura anatomica della gola, mentre sul PC sarebbe stata rinvenuta una foto di Sara Campanella, tutta scarabocchiata, con sotto la scritta: "Ti ucciderò".[14]
Uno scorcio dell'entrata dello stadio Giovanni Celeste a Messina, visto dalla fermata "Gazzi" del servizio tranviario (di Gce, licenza CC BY-SA 3.0)
Questi dettagli indussero gli inquirenti a confermare la contestazione dell'aggravante della premeditazione dell'omicidio, oltre alla crudeltà ed ai motivi abietti e futili.[17] Nel frattempo, il difensore di Argentino aveva chiesto l'esecuzione di una perizia psichiatrica sulla base di una patologia di cui soffriva il padre del ventisettenne. Il giudice per le indagini preliminari, però, aveva rigettato l'istanza.[18]
In estate fu disposto il giudizio immediato a carico del giovane.[19] Tuttavia il processo non si celebrò perché, il 6 agosto 2025, Stefano Argentino fu trovato morto suicida nel carcere Gazzi di Messina. Il ventisettenne si sarebbe impiccato nella cella in cui era detenuto.[20][21]
Il 23 ottobre 2025 l'Università di Messina conferì post mortem la laurea alla memoria a Sara Campanella in "Tecniche di Laboratorio Biomedico" con la votazione di 110 e lode.[22]