Crema. Omicidio Sabrina Beccalli. La Cassazione: "Pasini colpevole oltre ogni ragionevole dubbio".

Immagine della notizia (Immagine di MarkusMark su Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Crema. Omicidio Sabrina Beccalli. La Cassazione: "Pasini colpevole oltre ogni ragionevole dubbio".

Alessandro Pasini è colpevole "oltre ogni ragionevole dubbio" per l'omicidio dell'amica Sabrina Beccalli, morta a 39 anni la notte di Ferragosto del 2020, a Crema.

In ventidue pagine i giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno motivato la sentenza con cui l'11 dicembre scorso hanno rigettato il ricorso dei legali dell'imputato. È stata confermata la condanna a 18 anni e otto mesi di reclusione.

Tutto si era svolto nell'appartamento di via Porto Franco, a Crema, dell'ex compagna di Pasini, in quei giorni assente. È certo, per la Suprema Corte, che la signora Beccalli non è morta per cause naturali. Pur nell'impossibilità di individuare l'esatta causa della sua morte, la consulenza medico legale ha ritenuto che la vittima "abbia subito, negli istanti precedenti o immediatamente successivi al decesso, uno o più forti traumi alla regione mandibolare e mascellare".

Viene ritenuta una circostanza importante quella delle grida di aiuto, con quel "No" disperato, raccolte quella notte dalla vicina di casa, "in concomitanza con un rumore molto forte". Sabrina Beccalli è morta per "un'azione violenta", non per cause naturali o accidentali, e non per una caduta. E Pasini è l'autore di tale azione, "essendo egli l'unico soggetto presente nell'abitazione". E per colpire con forza Sabrina, causando le fratture, si servì forse di "uno strumento non identificato".

Se davvero la vittima si fosse sentita male, l'imputato avrebbe dovuto tenere tutt'altro comportamento. Invece "non ha richiesto aiuto, né allertato i soccorsi, e nonostante il presunto malore dell'amica, ha cercato di occultare tutte le tracce di quanto avvenuto nell'appartamento, giungendo al punto di pensare di farlo saltare in aria provocando una fuga di gas".

Ha poi "cercato di rendere impossibile identificare la vittima o quanto meno le cause della sua morte, bruciandone il cadavere dopo averlo cosparso di liquido infiammabile". (di Gabriele Moroni e Pier Giorgio Ruggeri – Il Giorno)

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