Novellara. "Saman Abbas è stata uccisa per la relazione con Saqib, non per il matrimonio combinato".

Immagine della notizia (Immagine di Lombardelli su Wikimedia Commons — CC BY-SA 3.0)

Novellara. "Saman Abbas è stata uccisa per la relazione con Saqib, non per il matrimonio combinato".

"Se vi è un dato che l'istruttoria e la dialettica processuale – le uniche deputate a farlo – hanno consentito di chiarire è che Saman Abbas non è stata uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato/forzato".

Lo scrivono i giudici della Corte d'Assise di Reggio Emilia nelle motivazioni alla sentenza sull'omicidio della 18enne di origini pakistane, uccisa nella notte tra il 30 aprile e il 1º maggio 2021 a Novellara, per il quale sono stati condannati all'ergastolo i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (ancora latitante in Pakistan), a 14 anni di reclusione lo zio Danish Hasnain, mentre sono stati assolti i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.

Nelle articolate motivazioni di oltre 600 pagine lette dall'AGI, la Corte spiega che la decisione da parte dei familiari di uccidere Saman arriva la sera stessa in cui si consuma l'omicidio. Per questo I giudici esclusero la premeditazione contestata dalla Procura.

"Che non sia stato il rifiuto al matrimonio il motivo che ha segnato la sua sorte, lo si ricava dai termini in cui l'istruttoria dibattimentale ha consentito di ricostruire l'omicidio, ancorandolo – anziché a una serie indeterminata di eventi, come sostenuto dall'accusa – all'epilogo ultimo della vicenda, consumatosi la sera del 30 aprile".

Quella sera "i genitori, a causa anche delle videoregistrazioni delle chat effettuate Haider" (il fratello minore della 18enne), avevano scoperto che era "ancora in corso la relazione con Ayud Saqib e che la figlia stava progettando di fuggire nuovamente". Una scoperta che poi condusse alla discussione finale con Saman.

"La sciagurata ed estrema soluzione è stata adottata perché ci si trovava di fronte al pericolo di una nuova fuga della ragazza, ossia il rischio da loro più temuto, in quanto maggiormente disapprovato", scrivono ancora i giudici. (AGI)

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