Nicoleta Neata Vasilica è stata uccisa da Raffaele Esposito, 34 anni, e ritrovata carbonizzata il 10 settembre 2018 nella zona di San Donnino della città di Modena.
Il corpo della vittima è stato scoperto nella zona del percorso natura, poco lontano dai laghetti per la pesca sportiva che circondano il fiume Panaro. Le condizioni non permettevano l'immediato riconoscimento. Dagli esami autoptici è emerso che la donna sarebbe stata data alle fiamme in un periodo temporale che va dal 1º settembre al momento del ritrovamento e il cadavere è rimasto sempre all'aperto, non integro, probabilmente straziato da animali selvatici. Dopo la scoperta, la procura di Modena ha aperto un'inchiesta per distruzione di cadavere e omicidio pluriaggravato da sevizie e motivi abietti e futili.[1][2]
Nelle settimane successive è avvenuta l'identificazione. Nicoleta Neata Vasilica era una prostituta romena di 31 anni. Sarebbe stata uccisa per soffocamento o per percosse da bastonate, in un luogo diverso dal punto in cui è stata ritrovata. La sua identità è stata svelata grazie a un chiodo endomidollare, rinvenuto tra i resti, che le era stato impiantato in un'operazione chirurgica dovuta a un incidente stradale nella quale era rimasta coinvolta nel 2013 a Vicenza.
Le indagini della procura hanno permesso di individuare anche il responsabile dell'omicidio. Fra le ceneri del cadavere della vittima erano stati ritrovati i frammenti di un libro scolastico. Su uno di essi era riportato il nome della figliastra di Raffaele Esposito, un cuoco originario di Napoli e residente a Savignano sul Panaro, nel Modenese. Il trentaquattrenne negli anni precedenti aveva commesso piccoli reati contro il patrimonio.

Oltre all'omicidio di Vasilica, l'uomo era stato anche accusato di violenza sessuale e tentato sequestro di persona ai danni di altre due donne. Il precedente 28 agosto aveva aggredito sessualmente una conoscente della sua compagna, imbavagliata e bendata, in un garage di Zocca (Modena), mentre il 2 settembre aveva tentato il sequestro in strada di una diciottenne a Savignano sul Panaro, qualificandosi come carabiniere.
Esposito era già stato arrestato e condotto in carcere dopo il tentativo di sequestro. Per il caso Vasilica si è visto raggiungere da una nuova ordinanza di custodia cautelare, notificata direttamente nella casa circondariale. Interrogato sul caso, il trentaquattrenne ha ammesso di essere l'autore della violenza sessuale, ma si è reso estraneo all'omicidio attribuendo la responsabilità a sconosciuti. Versione che è stata ritenuta inverosimile dagli inquirenti. La vittima di Zocca lo ha riconosciuto e le registrazioni di alcune telecamere di videosorveglianza hanno individuato la sua auto nelle vicinanze di tutti e tre i casi oggetto di indagine. È stato incastrato anche dai tabulati telefonici che hanno rilevato contatti fra lui e la vittima tra il 29 e il 30 agosto.[3][4]
L'uomo è stato rinviato a giudizio e il 21 novembre 2019, al termine del processo svolto secondo la formula del rito abbreviato, è stato condannato all'ergastolo per i reati di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere, violenza sessuale e tentato sequestro di persona.[5]