Voce su Lucia Caiazza
Lucia Caiazza, 52 anni, originaria di Casavatore, perse la vita il 14 maggio 2020 all'ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore in provincia di Napoli.[1]
Foto di Casavatore in provincia di Napoli, scattata durante la festa dei Gigli (di NGvita, licenza CC BY-SA 3.0)
La donna giunse due giorni prima al nosocomio in preda a forti dolori all'addome. Il decesso fu inizialmente attribuito a un incidente stradale, avvenuto il precedente 11 aprile. Il medico di base, al quale la cinquantaduenne si era rivolta, sospettò che i dolori fossero provocati da calcoli renali e le prescrisse un'ecografia che però lei non aveva mai effettuato.
La Procura di Napoli Nord aprì un'inchiesta per chiarire le cause della morte. Successivamente l'esame autoptico eseguito sulla salma della donna ricondusse il decesso a una lacerazione traumatica della milza, evidenziando anche la rottura del setto nasale e varie ecchimosi al viso. Secondo le indagini degli inquirenti, condotte dai Carabinieri di Casavatore, quel trauma sarebbe stato causato da una violenta aggressione messa in atto dal nuovo compagno della cinquantaduenne: Vincenzo Garzia, 47 anni, originario di Arzano.
La vittima, separata e madre di due figlie, durante il periodo del lockdown per la pandemia di Covid-19 si era trasferita dal nuovo compagno. L'uomo l'avrebbe ripetutamente presa a calci. Violenze che la vittima non aveva formalmente denunciato. Il lavoro investigativo, attraverso la raccolta di intercettazioni ambientali e telefoniche, nonché di dichiarazioni e testimonianze di persone informate sui fatti, aveva permesso di riscontrare un esaustivo quadro indiziario nei confronti di Garzia che in più occasioni avrebbe percosso la compagna procurandole gravissime lesioni fino a provocarne il decesso.
Sulla base di tali elementi il giudice per le indagini preliminari del Tribunale Napoli Nord di Aversa accolse la richiesta di arresto, avanzata dalla locale Procura, a carico di Garzia. Il provvedimento fu effettuato la mattina del 15 ottobre 2020, quando l'uomo fu prelevato e condotto nel carcere di Poggioreale.[2] I reati contestati al quarantasettenne erano omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate e circostanze aggravanti l'ergastolo.[3][4]
L'indiziato si era sempre proclamato innocente affermando di non avere alcuna responsabilità nel decesso della compagna. Tuttavia, nel dicembre del 2020, fu rinviato a giudizio.[5] In un'udienza del marzo 2021 vennero ascoltati cinque testimoni, quattro donne e un uomo, che frequentavano la coppia come amici. Costoro dichiararono che l'imputato era una persona "avvezza all'uso dalla violenza".
Uno scorcio panoramico di Arzano in provincia di Napoli (di Corrado Volpicelli, licenza CC BY-SA 4.0)
In particolare, alcuni di loro nel corso di un'uscita avevano assistito a un episodio nel quale il quarantasettenne avrebbe schiaffeggiato la vittima in pubblico per motivi di gelosia. Una delle donne aveva anche riferito di aver visto in passato lo stesso uomo sferrare un calcio al petto di una sua precedente compagna, in un periodo nel quale la relazione con la signora Caiazza non era ancora iniziata.[6]
Nel processo la pubblica accusa aveva richiesto la pena a 20 anni di carcere.[7] Il 14 luglio 2021 la Corte d'Assise di Napoli aveva condannato l'imputato a 16 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.[8][9] Nelle motivazioni della sentenza i giudici sottolinearono che l'ipotesi accusatoria era pienamente corrispondente all'effettivo svolgimento dei fatti. Sarebbe stato un colpo violento all'addome, sferrato all'altezza della milza, a innescare una lesione interna con sanguinamento, rimasta silente per giorni, che costrinse la vittima al ricovero nell'ospedale di Frattamaggiore dove neppure due interventi chirurgici poterono evitare il decesso.[10]
Il 31 maggio 2022 la Corte d'Appello di Napoli confermò la sentenza di primo grado,[11][12] resa definitiva dalla Corte di Cassazione nel marzo dell'anno successivo.[13]