Voce su Elena Casanova
Elena Casanova, 49 anni, fu uccisa dall'ex compagno Ezio Galesi, 59 anni, la sera del 20 ottobre 2021 a Castegnato, un comune della provincia di Brescia.[1]
La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista a Castegnato dove sono stati celebrati i funerali di Elena Casanova (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
L'uomo si recò nei pressi dell'abitazione della vittima per attendere che lei uscisse di casa. Quando la donna si introdusse nella propria auto, parcheggiata all'esterno, il malintenzionato si avvicinò armato di martello e sfondò il finestrino. Poi la trascinò fuori dall'abitacolo e con lo stesso arnese colpì ripetutamente la quarantanovenne alla testa fino a toglierle la vita.
I vicini furono allertati dalle forti urla della vittima, prima che perdesse conoscenza e rimanesse sull'asfalto in una pozza di sangue. Galesi rimase nelle vicinanze, impassibile, come se nulla fosse successo, riferendo ai residenti di chiamare i soccorsi. Il cinquantanovenne attese sul posto l'arrivo dei Carabinieri. Dinanzi ai militari non oppose resistenza e si fece arrestare. Il personale sanitario non poté fare nulla per rianimare la donna, ormai deceduta dopo le numerose martellate ricevute.
Galesi e Casanova erano separati con figli avuti da precedenti matrimoni. Lui, operaio metalmeccanico alla Mec Work, era padre di due figli adulti e nonno di due nipotini. L'uomo e la donna si erano conosciuti circa cinque anni prima ad una cena degli Alpini. Tra loro era nata una relazione, poi terminata nel corso del 2020 dopo una breve convivenza in occasione del lockdown per la pandemia di Covid-19. Galesi tuttavia non si era mai rassegnato alla chiusura di quella storia. La signora Casanova aveva una figlia di 17 anni, abitava da 15 anni a Castegnato, lavorava come operaia alla Iveco ed era impegnata come attivista in diverse campagne ambientaliste con comitati locali.[2][3]
L'uomo, interrogato dai militari dopo l'arresto, aveva confessato l'omicidio. In un primo momento avrebbe riferito di aver seguito l'ex compagna per ucciderla. Poi successivamente ritrattò quella versione, parlando di un gesto d'impeto. Secondo varie testimonianze, il cinquantanovenne aveva cominciato a tormentare la vittima dopo la fine della loro relazione e, in più occasioni, avrebbe posto in essere comportamenti persecutori e minacciosi nei suoi confronti.[4][5]
Tra questi il taglio delle gomme dell'auto e una scritta su un muro, a poca distanza dall'abitazione della quarantanovenne, che si riferiva a un presunto debito che lei aveva nei confronti di Galesi per alcuni lavori di giardinaggio svolti in casa. L'uomo, nel corso dell'interrogatorio in caserma, aveva ammesso soltanto il taglio degli pneumatici, avvenuto nel gennaio del 2021.[6]
La signora Casanova avrebbe riferito ad alcune amiche di avere paura di lui e di non averlo denunciato per il timore di ritorsioni. Una paura che sarebbe stata confermata anche dall'ex marito e dal nuovo compagno della donna. Dopo le formalità di rito, il cinquantanovenne fu condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario.[7][8]
Il successivo 22 novembre, interrogato dal giudice per le indagini preliminari, Galesi si avvalse dalla facoltà di non rispondere.[9][10] Nei suoi confronti fu convalidato l'arresto per il pericolo di reiterazione del reato.[11] L'esame autoptico aveva rilevato circa 16 martellate sferrate sul corpo della vittima. Il decesso, al culmine della violenta aggressione, sopraggiunse per lo sfondamento delle meningi e della teca cranica.[12]
Nel corso delle indagini emerse anche che Galesi avrebbe provato a mettere la donna nei guai con la giustizia. Il cinquantanovenne aveva scritto una lettera alla Polizia, accusando la signora Casanova e il nuovo compagno di lei di far parte di un'organizzazione specializzata nella produzione di fatture false. Contestualmente a tale vicenda, nell'abitazione di Galesi sarebbero state trovate altre missive che l'uomo si sarebbe preparato a spedire alla locale Procura per continuare ad accusare l'ex compagna. Per questi motivi all'indiziato fu anche contestato il reato di calunnia.[13][14]
La stazione ferroviaria a Castegnato in provincia di Brescia (di Moliva, licenza CC BY-SA 3.0)
Nell'autunno del 2022 si aprì il processo per l'uomo, sottoposto a una perizia psichiatrica per valutare il suo stato di salute mentale.[15] Nell'udienza del 29 novembre l'imputato ribadì la sua confessione precisando che, poche ore prima del delitto, lui e la vittima si erano incontrati in un centro commerciale della zona, senza però parlarsi. Lì Galesi avrebbe deciso di ucciderla. In aula fu anche ascoltata un'amica della vittima. Quest'ultima testimoniò che la quarantanovenne era terrorizzata dall'ex compagno e temeva che lui potesse ucciderla.[16][17]
Il 17 gennaio 2023 l'imputato fu condannato dalla Corte d'Assise di Brescia all'ergastolo con isolamento diurno per sei mesi.[18][19] Le motivazioni della sentenza esclusero la premeditazione poiché non sussisteva la "perseveranza della scelta criminale" ed un "ampio intervallo di tempo tra l'insorgere dell'intento delittuoso e la sua attuazione". Infatti, scrissero i giudici, l'omicidio era maturato a partire dall'incontro fortuito dei due in un centro commerciale di Castegnato. Una casualità che avrebbe scatenato nell'uomo una "reazione esplosiva e abnorme" che si tradusse in un delitto "atroce e disumano". La vittima fu impossibilitata a difendersi e le modalità dell'aggressione causarono in lei "sofferenze aggiuntive".[20]
Il 24 novembre 2023 la Corte d'Appello di Brescia confermò la sentenza di primo grado.[21][22]