Voce su Sonia Lattari
Uno scorcio della Chiesa dell'Immacolata Concezione in piazza Alfonso Splendore a Fagnano Castello, dove sono stati celebrati i funerali di Sonia Lattari (di Francesca Prosperini - kicka75 - su rete.comuni-italiani.it)
Sonia Lattari, 42 anni, fu uccisa nel corso del pomeriggio del 13 settembre 2021 all'interno della propria abitazione a Fagnano Castello, un piccolo comune della provincia di Cosenza.[1]
A compiere l'omicidio fu il marito Giuseppe Servidio, 42 anni. Secondo le ricostruzioni, l'aggressione mortale sarebbe avvenuta al culmine di una lite tra i due coniugi. Fu lo stesso uomo ad allertare i soccorsi, dopo aver accoltellato più volte la vittima. Il personale sanitario giunto sul posto non poté fare altro che constatare il decesso della donna, morta dissanguata.[2]
Il quarantaduenne venne fermato dai Carabinieri e condotto in caserma per essere ascoltato dai militari. Davanti agli inquirenti si avvalse della facoltà di non rispondere.[3] L'uomo avrebbe comunque riferito che la lite con la moglie sarebbe scaturita dal fatto che lei, la sera prima, era rientrata tardi a casa. Secondo le testimonianze, negli ultimi tempi i due coniugi stavano affrontando numerosi conflitti per motivi legati alla gelosia.[4]
Contrasti di cui erano a conoscenza anche i due figli della coppia, entrambi maggiorenni, che però non sarebbero stati presenti in casa, dunque non avrebbero assistito al delitto. Un episodio pregresso di maltrattamenti sarebbe avvenuto nel marzo del 2021, quando il marito avrebbe alzato le mani sulla coniuge, schiaffeggiandola. La vittima però scelse di non denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine.[5]
Servidio era noto in paese con il soprannome di "corsicano", poiché nativo di Ajaccio, la principale città della Corsica. Al termine delle formalità di rito, il quarantaduenne fu condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario.[6][7]
Nei mesi successivi, in ulteriori colloqui con gli inquirenti, l'uomo avrebbe riferito di non ricordare precisamente la dinamica dell'aggressione, rammentando soltanto alcune immagini slegate fra loro. Però la perizia psichiatrica a cui fu sottoposto decretò la piena capacità di intendere e volere nel momento del delitto.[8]
Servidio fu rinviato a giudizio e, nel giugno del 2023, al termine del processo di primo grado, fu condannato a 26 anni di reclusione dalla Corte d'Assise di Cosenza. La sentenza aveva riconosciuto all'imputato le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate. La pubblica accusa aveva chiesto l'ergastolo. L'uomo fu invece assolto dall'accusa di tentata violenza sessuale ai danni della moglie.[9][10]
Il 6 giugno 2024 la pena fu ridotta a 24 anni e sei mesi dalla Corte d'Appello di Catanzaro. I giudici riformarono parzialmente la sentenza in accoglimento del concordato, stabilito tra la Procura generale e la difesa dell'imputato, che prevedeva il riconoscimento del vincolo della continuazione per altri due reati.[11][12]