Voce su Alessandra Matteuzzi
Alessandra Matteuzzi, 56 anni, fu uccisa nel corso della serata del 23 agosto 2022 alla periferia di Bologna. A compiere l'omicidio fu l'ex compagno della vittima, Giovanni Padovani, 27 anni.[1][2]
Il giovane era già stato denunciato per stalking dalla stessa cinquantaseienne. In Procura era stato aperto un fascicolo con le indagini affidate ai Carabinieri.[3] Nei confronti del ventisettenne non risultava in vigore alcun provvedimento restrittivo, nonostante alcune fonti giornalistiche avessero riferito dell'emissione di un divieto di avvicinamento.[4][5]

Uno scorcio della Chiesa di San Girolamo dell'Arcoveggio a Bologna (di Mattia Barci, licenza CC BY-SA 4.0)
Padovani intorno alle ore 19.00 si era appostato sotto l'abitazione della vittima, un condominio alla periferia di Bologna nella zona dell'Arcoveggio. Con sé aveva portato un martello, a suo dire, a "scopo di difesa". Attese sul posto per circa due ore l'arrivo della donna che si accingeva a rientrare nel suo appartamento. All'incontro scoppiò l'ennesimo alterco fra i due, con la vittima che invitava il giovane ad allontanarsi.
Il ventisettenne però cominciò ad aggredirla, trascinandola sotto al portico del palazzo per poi colpirla più volte con il martello. Nel corso della violenza l'arma contundente si sarebbe rotta, ma lui continuò a colpire la vittima, prima con calci e pugni, poi lanciandole addosso una panchina in ferro presente nell'atrio del condominio. Alcuni vicini avvertirono i soccorsi e le forze dell'ordine, impedendo al contempo che il giovane continuasse a infierire sulla donna.
Quando la Polizia giunse sul posto, il giovane fu bloccato e arrestato. Nei suoi confronti fu contestato il reato di omicidio volontario aggravato dallo stalking. La vittima, agonizzante, era ancora in vita all'arrivo del personale sanitario. Dopo il trasporto in ospedale, però, fu dichiarato il decesso.[6][7] Troppo gravi le molteplici ferite riportate alla testa e al torace. La cinquantaseienne sarebbe morta per un'emorragia dovuta a un profondo trauma cranico.[8][9]
Padovani era un calciatore ed ex modello originario di Senigallia in provincia di Ancona. Aveva militato in varie squadre di Serie C e D. Ultimamente giocava per la Sancataldese, un club siciliano di San Cataldo in provincia di Caltanissetta. La signora Matteuzzi invece era impiegata nel settore della moda.
I due avevano avuto una breve frequentazione a distanza. Nei periodi di pausa calcistica lui saliva dalla Sicilia per andarla a trovare a Bologna. Lei però a un certo punto aveva deciso di interrompere quella relazione. Il giovane, non accettando la decisione della donna, aveva cominciato a tormentarla con continue chiamate, messaggi e appostamenti. Una situazione divenuta insostenibile e che aveva portato la vittima a denunciarlo poche settimane prima del delitto, a fine luglio 2022.[10][11]

Uno scorcio dall'alto sulle torri di Bologna (di Fabio Ciminelli, licenza CC BY-SA 4.0)
Secondo le ricostruzioni, Padovani avrebbe dovuto essere a San Cataldo, impegnato con la sua squadra per un match di Coppa Italia Serie D contro il Catania. Tuttavia il 20 agosto, giorno precedente alla partita, la società lo aveva messo fuori rosa a causa di un allontanamento ingiustificato.[12][13]
Il 25 agosto il procuratore di Bologna intervenne sulla vicenda al Giornale Radio Rai 1 riferendo che "tutto quello che si poteva fare, era stato fatto". Le indagini erano in corso e non potevano terminare prima di fine agosto, poiché alcune persone da sentire erano in ferie, e sul caso non emergevano situazioni di rischio concreto di violenza.[4][14]
Nell'interrogatorio di garanzia svolto il successivo 26 agosto, Padovani si avvalse della facoltà di non rispondere. Il giudice per le indagini preliminari convalidò l'arresto e dispose la custodia cautelare in carcere. Nell'ordinanza fu sottolineata la gravità dei fatti, "attestata dall'ampia estensione temporale della condotta persecutoria, indicativa del desiderio ossessivo nutrito dall'indagato e dalla sua incapacità di accettare la cessazione della relazione".
Sempre nel contenuto dell'ordinanza, fu indicato che Padovani "era animato da un irrefrenabile delirio di gelosia e incapace sia di accettare con serenità il verificarsi di eventi avversi, sia di attivare l'ordinario sistema di freni inibitori delle proprie pulsioni aggressive". La custodia cautelare in carcere rappresentò dunque l'unico presidio in grado di tutelare la collettività (in particolare i familiari della vittima, esposti al rischio di ritorsioni) dal ripetersi di gesti analoghi.
In merito alla denuncia presentata da Matteuzzi, pur essendo necessari ulteriori accertamenti, appariva idonea la sussistenza di un grave e perdurante stato di ansia e di un fondato timore per l'incolumità della vittima che viveva in uno stato di timore, di malessere, di costante pressione e di disagio a cause delle condotte persecutorie dell'ex compagno.[15][16]
L'esame autoptico rilevò una ventina di colpi che causarono una dozzina di fratture. La vittima fu percossa più volte in rapida successione alla testa, al torace, alle braccia e alle gambe con calci, pugni e martellate. Persino spinta con violenza contro una panchina presente sul posto.[17] Nel corso delle indagini il consulente tecnico nominato dalla Procura individuò nel telefono di Padovani un appunto, datato 2 luglio 2022, in cui il ventisettenne scrisse: "La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente".[18]
L'ex calciatore fu rinviato a giudizio e, nel corso del processo, fu disposta una perizia psichiatrica.[19]