Voce su Liliana Resinovich

Uno scorcio della Chiesa di San Giovanni nel rione omonimo della città di Trieste
Liliana Resinovich, 63 anni, scomparve il 14 dicembre 2021. La donna, chiamata Lilly dai conoscenti, era un'ex dipendente regionale e risiedeva nel rione San Giovanni di Trieste insieme al marito Sebastiano Visintin, 72 anni, ex foto reporter in pensione.
Il cadavere della vittima fu trovato nel pomeriggio del successivo 5 gennaio 2022 in un parco vicino all'ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste e non molto distante dall'abitazione dove la donna viveva.[1] Il corpo senza vita era avvolto in due grandi sacchi neri, mentre la testa era infilata in due sacchetti fissati al collo con un cordino.[2] L'ufficialità dell'attribuzione del cadavere alla sessantatreenne arrivò il seguente 10 gennaio, dopo il termine del primo esame autoptico.
Liliana Resinovich era uscita la mattina del 14 dicembre per recarsi a casa di un amico, Claudio Sterpin, 82 anni, come faceva abitualmente ogni martedì da circa quattro mesi per aiutarlo nelle faccende domestiche. Tuttavia, quel giorno, la donna non era mai arrivata a casa dell'uomo, né aveva fatto ritorno nella propria abitazione. In serata il marito Sebastiano Visintin aveva presentato la denuncia di scomparsa alla locale Questura, su sollecito del fratello della vittima.[3]
Secondo le ricostruzioni, la signora Resinovich e Sterpin avevano avuto una relazione negli anni '80. I due si erano poi lasciati e allontanati per un lungo periodo. Soltanto negli ultimi mesi si erano riavvicinati, dopo un incontro casuale avvenuto al cimitero di Trieste. L'ottantaduenne aveva riferito che fra loro c'era soltanto un'affettuosa amicizia. Il marito nel frattempo aveva riferito di non essere a conoscenza di quel rapporto.
Sterpin, in una delle prime interviste rilasciate alla stampa, rivelò che la donna gli aveva confessato di voler lasciare il marito perché il loro matrimonio era ormai in crisi e il settantaduenne stava con lei soltanto per motivi economici.[4] Inoltre i due amici di vecchia data avrebbero pianificato di trascorrere un weekend lontano da Trieste tra il 18 e il 19 dicembre 2021.[5]
Tali dichiarazioni furono però smentite da Visintin, che aveva sempre negato l'esistenza di problematiche nel rapporto di coppia con la moglie, ipotizzando invece che la sessantatreenne fosse stata plagiata dall'amico.[6] Nel frattempo la Procura di Trieste aveva indagato sul caso e, fino al ritrovamento del cadavere, nessuno era stato formalmente indiziato. La prima autopsia aveva stabilito il decesso per uno "scompenso cardiaco acuto".[7] Tuttavia, secondo il medico legale, non furono rilevati "traumi da mano altrui atti a giustificare la morte".[8]
Era avanzata dunque l'ipotesi del suicidio, sostenuta dalla Procura di Trieste che poi aveva richiesto l'archiviazione dell'inchiesta. Secondo tali ricostruzioni, la donna si sarebbe recata nel bosco e avrebbe infilato la testa in due buste, si sarebbe coperta con un paio di sacconi neri, adagiandosi a terra come se fosse a letto, e infine avrebbe tirato leggermente il cordino delle buste lasciandosi morire.
Una tesi che aveva suscitato forti dubbi e che fu respinta dal giudice per le indagini preliminari. Nel rigettare l'istanza di archiviazione presentata dalla Procura, il Gip di Trieste aveva individuato oltre venti i punti da approfondire. Tra questi, il reato da intestare al fascicolo d'inchiesta (omicidio e non sequestro di persona) e la disposizione della riesumazione delle spoglie dal cimitero Sant'Anna di Trieste, dove erano state seppellite, per condurre ulteriori approfondimenti.
Così, seguendo le indicazioni del Gip, i resti della vittima furono riesumati nel febbraio del 2024. La nuova PM titolare dell'inchiesta, già un mese prima, aveva disposto una nuova perizia. Nel marzo del 2025, il responso dei nuovi accertamenti aveva rimesso al centro l'ipotesi dell'omicidio: Liliana Resinovich sarebbe stata soffocata e uccisa.[9] In particolare, la donna sarebbe stata sorpresa alle spalle, mentre il killer le avrebbe stretto il braccio intorno alla gola con la cosiddetta manovra di Chokehold: una mossa che, avvolgendo il collo, poteva non lasciare segni evidenti di aggressione.[10]
Il delitto, dunque, sarebbe avvenuto nell'ambito di una dinamica di soffocazione esterna diretta (con una mano, un oggetto morbido o un sacchetto sul volto), mediante la compressione di almeno di una parte del volto in un contesto di colluttazione (sul capo furono trovati lesioni e graffi) o, comunque, di movimenti compiuti nel tentavo di divincolarsi da parte della vittima. Il decesso della sessantatreenne, in via di elevata probabilità, era sopraggiunto nel corso della mattinata del 14 dicembre 2021, tra la colazione e le quattro ore successive a tale pasto.[11]
Nell'aprile del 2025 fu diffusa la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati per il marito della vittima, Sebastiano Visintin.[12]