Voce su Lilia Patranjel
Lilia Patranjel, 41 anni, fu trovata morta nelle prime ore del mattino del 23 settembre 2022 all'interno dell'abitazione in cui risiedeva a Spinea, comune alle porte di Venezia.[1][2]
Uno scorcio del municipio di Spinea in provincia di Venezia (di Luca Favorido, licenza CC BY-SA 4.0)
La donna, originaria della Moldavia e madre di un bambino di 4 anni che viveva nella stessa casa, era stata uccisa. A lanciare l'allarme in mattinata fu il convivente Alexandru Ianosi Andreeva Dimitrova, 35 anni, originario della Romania.
La coppia risiedeva a Spinea da circa cinque anni. Sul posto giunsero i Carabinieri della locale stazione che sottoposero l'uomo a fermo di indiziato di delitto, accusato dell'omicidio della compagna. Il figlio, presente in casa, non avrebbe assistito al drammatico episodio.
Secondo le ricostruzioni, il trentacinquenne aveva aggredito la donna nel corso della notte tra il 22 e il 23 settembre, presumibilmente al culmine di una violenta lite per questioni riguardanti la relazione fra i due. La vittima fu trafitta da molteplici fendenti d'arma da taglio.
Alexandru, al telefono mentre allertava i soccorsi, avrebbe riferito di aver ucciso la compagna. Al bambino avrebbe detto che la "mamma era caduta". In caserma però, a colloquio con i militari, l'uomo si era trincerato nel silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Successivamente il trentacinquenne fu condotto in carcere, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria, in attesa della convalida del provvedimento.[3]
Lilia Patranjel nelle settimane precedenti aveva denunciato il convivente. Dopo essere stata picchiata, si sarebbe prima recata in ospedale per farsi curare, poi aveva presentato una formale querela in Questura. In seguito però, la stessa donna aveva ritirato la denuncia.[4][2] I vicini di casa in passato avrebbero segnalato ripetute liti in famiglia.[1]
La donna era impiegata come collaboratrice domestica, mentre l'uomo faceva l'operaio in una ditta del Miranese. Entrambi avevano un matrimonio alle spalle, con altri figli nati da precedenti relazioni. La quarantunenne aveva altre due figlie: una in Italia, residente in un'altra abitazione con il fidanzato, e un'altra rimasta invece con il padre in Moldavia. Anche Alexandru aveva due figli, un maschio e una femmina, che vivevano in Romania.[5]
Lilia avrebbe manifestato l'intenzione di andarsene da casa, ma il convivente l'avrebbe più volte minacciata. La loro relazione sarebbe stata caratterizzata da continue frizioni e momenti di riappacificazione, con frequenti liti sfociate spesso in vere e proprie aggressioni fisiche.[6]
Il successivo 24 settembre, nell'interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari, Alexandru avrebbe soltanto riferito di aver colpito la compagna "tante volte". Tuttavia, non essendo abbastanza lucido per rispondere alle domande del giudice, si era nuovamente avvalso della facoltà di non rispondere.[7][8]
L'autopsia sulla salma della vittima aveva rilevato circa 85 coltellate.[9][10] Sarebbero due i fendenti mortali, inferti tra l'addome e il torace. Diverse ferite sulle braccia rivelerebbero un tentativo della donna di difendersi dalla violenza del convivente.[11] Nei mesi successivi, nuovamente interrogato dagli inquirenti alla presenza del proprio legale, Alexandru aveva confessato l'omicidio, precisando di aver agito in seguito a una frase pronunciata dalla donna e percepita come "provocatoria" da parte dell'uomo.[12]
Il 21 giugno 2023 Alexandru Ianosi fu trovato morto suicida, impiccato, all'interno della cella dove era detenuto nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia.[13][14]