Voce su Emanuela Massicci
Emanuela Massicci, 45 anni, è stata uccisa dal marito Massimo Malavolta, 48 anni, nella casa della coppia a Ripaberarda, una frazione di Castignano in provincia di Ascoli Piceno.[1]
![Uno scorcio della Chiesa di Sant'Egidio Abate a Ribaberarda, dove sono stati celebrati i funerali di Emanuela Massicci](https://femminicidioitalia.info/image/ripaberarda-chiesa-sant-egidio-alisei.net.jpg)
La Chiesa di Sant'Egidio Abate a Ribaberarda, dove sono stati celebrati i funerali di Emanuela Massicci (su concessione di Alisei.net)
Nelle prime ore del mattino del 19 dicembre 2024 l'uomo ha telefonato ai propri genitori (residenti in un altro comune) per comunicare che la moglie stava male e non respirava. Il padre del quarantottenne ha chiamato i soccorsi. In casa erano presenti anche i due figli, di 8 e 10 anni. Nella stessa villetta, ma in un edificio separato, vivono anche i genitori della vittima, che però si sarebbero accorti di quanto accaduto soltanto quando hanno sentito le sirene fuori dall'abitazione.
Ad aprire la porta di casa ai soccorritori sarebbero stati i due bambini, ma Malavolta si sarebbe barricato nella camera da letto. Sul posto sono dovuti intervenire anche i Vigili del Fuoco che hanno forzato la porta della camera matrimoniale e, all'interno, hanno successivamente trovato l'uomo con i vestiti insanguinati ed un coltello in mano, accanto al corpo senza vita della moglie.[2]
L'uomo ha ucciso la coniuge, massacrandola di botte a mani nude, e poi ha tentato il suicidio, tagliandosi le vene dei polsi. La donna avrebbe sofferto un'agonia prolungata ma, se fosse stata soccorsa in tempo, si sarebbe potuta salvare.[3] Il decesso, causato dal dissanguamento dovuto a varie fratture (al naso, a sette costole ed all'ulna sinistra) e traumi gravissimi,[4] sarebbe stato collocato dai medici legali a circa sette ore prima dell'ispezione cadaverica, approssimativamente tra l'una e le due di notte.[5] La quarantacinquenne avrebbe provato, invano, a difendersi nel corso dell'aggressione mortale. I bambini in casa non avrebbero assistito direttamente al fatto, ma si sarebbero accorti della gravità della situazione.[4]
Preso in custodia dai Carabinieri, Malavolta è stato arrestato in flagranza di reato con l'accusa di omicidio. Per ricevere le cure del caso, il quarantottenne è stato ricoverato e piantonato all'ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno. Nei frattempo i figli della coppia sono stati affidati ai nonni.
Secondo le ricostruzioni, i rapporti fra moglie e marito erano tesi negli ultimi tempi. La donna era una maestra di scuola dell'infanzia, mentre l'uomo faceva l'operaio. I genitori di lei gestivano un agriturismo situato all'interno della stessa villetta in cui risiedevano. I due stavano insieme da anni, ma non risultavano alle forze dell'ordine denunce, segnalazioni o interventi per maltrattamenti o violenze domestiche.
Malavolta era già noto per il suo carattere aggressivo e le intemperanze che si manifestavano sia in ambito familiare che lavorativo. Negli anni aveva avuto problemi con colleghi e conoscenti, che lo avevano denunciato per episodi di violenza ed atti persecutori.[6] Nel giugno del 2015, era stato sottoposto agli arresti domiciliari con le accuse di lesioni aggravate e atti persecutori nei confronti di una donna con disabilità. Nel gennaio del 2016, mentre si trovava ancora agli arresti domiciliari, l'uomo era stato condannato in rito abbreviato a 2 anni di reclusione dal Tribunale di Ascoli Piceno, senza pena sospesa.
![Uno scorcio panoramico dall'alto di Ripaberarda di Castignano, in provincia di Ascoli Piceno](https://femminicidioitalia.info/image/ripaberarda_castignano_panorama.jpg)
Uno scorcio panoramico dall'alto di Ripaberarda di Castignano, in provincia di Ascoli Piceno (di Peter Forster, licenza CC BY-SA 2.0)
La sentenza era stata poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona, che aveva riqualificato il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, e ridotto la condanna a sei mesi, con pena sospesa. Il verdetto era poi divenuto definitivo nel giugno del 2018.[7] Malavolta, tra l'altro, seguiva da tempo un percorso terapeutico presso l'Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli, ma ciò non era bastato per prevenire l'escalation di violenza culminata nell'uccisione della moglie.[6]
Il successivo 21 dicembre 2024, il giudice per le indagini preliminari di Ascoli Piceno ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per il quarantottenne, che non aveva potuto presenziare all'udienza perché ancora ricoverato in ospedale.[5] Il difensore dell'uomo, però, aveva richiesto la scarcerazione e la detenzione in una struttura idonea al suo stato di salute, producendo una relazione psichiatrica – redatta dalla dottoressa di una struttura che, in passato, lo aveva avuto in cura nell'ambito di un precedente caso di stalking –, secondo cui Malavolta presentava "disturbi significativi" di natura psichiatrica.[8]
Tali problematiche sarebbero già emerse poco più di un anno prima del delitto, quando l'operaio era stato sottoposto ad un accertamento sanitario obbligatorio presso l'ospedale di San Benedetto del Tronto. Successivamente era stato preso in carico dal Centro di Salute Mentale di Ascoli Piceno, dove riceveva regolare assistenza. Inoltre, sempre secondo l'avvocato difensore, il quarantottenne avrebbe ucciso la moglie mentre era sotto l'effetto della cocaina, una sostanza che assumeva occasionalmente e che, in quel contesto, avrebbe potuto influire sulla sua capacità di intendere e di volere. Per questi motivi il legale aveva richiesto e ottenuto l'esecuzione di una perizia psichiatrica sul proprio assistito.[9][10]