Voce su Rosetta Romano

Uno scorcio panoramico dall'alto di Maschito in provincia di Potenza (di Basilicata Turistica)
Rosetta Romano, 73 anni, fu trovata morta nel corso del tardo pomeriggio di sabato 29 giugno 2024, all'interno dell'abitazione in cui risiedeva a Maschito, un comune del Vulture in provincia di Potenza.[1]
Ad allertare i soccorsi sarebbero stati i vicini di casa, o il marito convivente, Vincenzo Urbisaglia, 81 anni, pensionato ed ex operatore ecologico. Sul posto giunsero i Carabinieri e i sanitari del 118 che non poterono fare altro che constatare il decesso della vittima. Da un primo esame medico-legale, non risultavano traumi esterni sul corpo della signora Romano.
Secondo le preliminari ipotesi investigative, la donna sarebbe morta per soffocamento e probabilmente strangolata dal marito in casa al culmine di un litigio.[2] L'ottantunenne venne fermato con l'accusa di omicidio volontario.
Nella tarda serata del 29 giugno, durante il primo interrogatorio nella caserma dei Carabinieri di Venosa, Urbisaglia aveva negato di aver ucciso la moglie, pur ammettendo di aver avuto una lite ed una colluttazione con lei, in seguito alla quale l'uomo si era anche ferito ad una mano a causa della rottura di uno specchio presente nell'abitazione.
L'ottantunenne avrebbe anche riferito di un alterco scoppiato perché lui avrebbe pensato ad un "tentativo di avvelenamento" da parte della moglie che, molto probabilmente, invece, gli stava soltanto somministrando un farmaco a gocce prescritto dal medico. La versione dell'uomo, tuttavia, non convinse i militari. Al termine delle formalità di rito, l'indiziato fu condotto in carcere, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Secondo le ricostruzioni, negli ultimi tempi i rapporti tra i due coniugi in casa sarebbero stati molto tesi. Una situazione che sarebbe peggiorata nei giorni precedenti al delitto, con il medico di famiglia che aveva prescritto all'anziano una terapia farmacologica per via delle sue condizioni di salute.[3]
Il 3 luglio 2024 Urbisaglia si avvalse della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di garanzia. Il giudice per le indagini preliminari respinse l'istanza di revoca o attenuazione della misura cautelare presentata dai legali dell'ottantunenne, disponendo dunque la permanenza in carcere.[4]
Il successivo 8 luglio l'ottantunenne fu trovato morto, impiccato, nella cella dove era detenuto nel carcere di Potenza.[5]