L'omicidio di Sofia Stefani ad Anzola dell'Emilia

Vittima:
Sofia Stefani
Presunto killer:
Giampiero Gualandi
Località:
Anzola dell'Emilia
Data:
16 maggio 2024
Uno scorcio della Chiesa dei Santi Nicolò e Agata a Zola Predosa in provincia di Bologna, dove sono stati celebrati i funerali di Sofia Stefani

Uno scorcio della Chiesa dei Santi Nicolò e Agata a Zola Predosa in provincia di Bologna, dove sono stati celebrati i funerali di Sofia Stefani (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)

Voce su Sofia Stefani

Sofia Stefani, 33 anni, fu uccisa il 16 maggio 2024 ad Anzola dell'Emilia in provincia di Bologna. Nel corso del pomeriggio, la donna si trovava alla "Casa Gialla" – la cosiddetta sede del Comando della Polizia locale in Piazza Giovanni XXIII ad Anzola – quando fu raggiunta da un colpo di pistola, rivelatosi fatale.‍[1][2]

Uno scorcio di Piazza Giovanni XXIII ad Anzola dell'Emilia in provincia di Bologna

Uno scorcio di Piazza Giovanni XXIII ad Anzola dell'Emilia in provincia di Bologna (di LigaDue, licenza CC BY-SA 4.0)

A lanciare l'allarme fu Giampiero Gualandi, 63 anni, un agente dello stesso Comando. Lui e la vittima si trovavano da soli in una stanza al piano terra dell'edificio. Dalla pistola in uso all'uomo era partito un proiettile che tolse la vita alla trentatreenne, colpita mortalmente alla testa.

I colleghi presenti nella struttura non avrebbero sentito grida o toni animati, ma soltanto l'esplosione del colpo. Accorsi nella sala dove si verificò il fatto, avevano trovato Gualandi mentre tentava di rianimare la vittima. La versione fornita dall'uomo era stata quella di un "tragico incidente": un proiettile sarebbe stato sparato per errore.‍[1][2] In una prima versione diffusa dalla stampa locale, l'esplosione sarebbe avvenuta quando il sessantatreenne stava pulendo la pistola. In una successiva versione, invece, il colpo sarebbe partito nel corso di una lite e di una colluttazione con la donna.

Sofia Stefani era originaria di Zola Predosa (Bologna) e, in passato, era in forza al Comando di Polizia gemellato con Anzola, quello di Sala Bolognese. Successivamente era andata in servizio alla stessa Casa Gialla di Anzola, dove era impiegato anche Gualandi. Ultimamente, però, alla trentatreenne non era stato rinnovato il contratto e lei si era trasferita in servizio a Cervia, dove aveva un contratto stagionale che le sarebbe scaduto a settembre. L'uomo in passato era stato comandante del Corpo di Polizia municipale della "Unione Comuni Terre d'Acqua", prima che l'ente intercomunale si sciogliesse. Dopodiché il sessantatreenne era tornato al grado di agente, ad Anzola.

Gualandi, sposato, aveva avuto una relazione extraconiugale con Stefani durata circa otto mesi, poi interrotta nel febbraio del 2024.‍[3] Secondo una prima versione diffusa dalla stampa locale, la vigile, fidanzata con un altro uomo, aveva scelto di non proseguire quella relazione con Gualandi, provando più volte a troncare il rapporto.‍[4]

Invece, secondo quanto aveva dichiarato il sessantatreenne nell'immediatezza dei fatti, era Stefani a voler portare avanti la relazione extraconiugale, mentre lui aveva definitivamente chiuso quel rapporto. Fra loro però era rimasta una frequentazione di natura lavorativa e sindacale, legata anche al fatto che la donna avrebbe voluto ritornare in servizio alla Casa Gialla di Anzola. Gualandi, d'altro canto, era già noto negli ambienti giudiziari per varie vicende, tra cui un caso del 2014 che lo vedeva destinatario di una querela per molestie sporta da un'altra collega, anche lei vigile. Quest'ultima però, successivamente, aveva ritirato la denuncia e l'inchiesta fu chiusa.

Nel corso della notte tra il 16 e il 17 maggio 2024 i Carabinieri del reparto operativo della compagnia di Borgo Panigale, coordinati dalla Procura di Bologna, sottoposero Giampiero Gualandi a fermo di indiziato di delitto con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Il provvedimento fu emanato sulla base dei primi accertamenti investigativi che escludeva la versione dell'incidente. Gli inquirenti ritennero maggiormente plausibile l'ipotesi che il colpo non fosse stato esploso in maniera accidentale.

Dopo le prime dichiarazioni, rese nell'immediatezza dei fatti alla Casa Gialla di Anzola, l'uomo si avvalse formalmente della facoltà di non rispondere nell'interrogato effettuato in caserma dinanzi ai militari. La Procura di Bologna aveva contestato le aggravanti dei futili motivi e del legame sentimentale con la vittima.‍[5]

Il successivo 18 maggio, nel corso dell'interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari, il sessantatreenne ribadì la versione dello "sparo accidentale", precisando che Stefani lo aveva chiamato più volte al telefono poco prima del suo arrivo alla sede del Comando di Polizia locale di Anzola. In quel frangente il vigile aveva preso una pistola dall'armeria per pulirla. La donna, durante l'incontro, lo avrebbe aggredito perché si era arrabbiata per la fine della relazione extraconiugale che l'uomo aveva deciso di interrompere alcuni mesi prima.

Nel corso dell'alterco, lei avrebbe visto la pistola sul tavolo e avrebbe cercato di afferrarla, forse per usarla come oggetto contundente con cui colpirlo. Gualandi invece avrebbe cercato di strappargliela dalle mani. Nella concitazione del momento, sarebbe partito accidentalmente il colpo mortale. La Procura di Bologna, non ritenendo credibile tale versione, aveva chiesto la conferma del carcere per il sessantatreenne.

Il giudice per le indagini preliminari non ritenne sussistente il pericolo di fuga, ma dispose comunque la permanenza in carcere per Gualandi,‍[6][7] valutando necessaria la misura cautelare in relazione ai gravi indizi di colpevolezza contestati dalla Procura ed evidenziando, tra l'altro, una "spiccata pericolosità sociale" ed il rischio di reiterazione del reato.‍[8]

Gli inquirenti sottolinearono vari aspetti che avrebbero reso la versione fornita dal sessantatreenne poco credibile. Fu ritenuto poco plausibile il fatto che l'uomo avesse ritirato, per pura coincidenza poco prima dell'arrivo della vittima, la pistola di ordinanza allo scopo di pulirla in vista di un'esercitazione al poligono di tiro, considerato inoltre che la stessa arma era carica. Poco credibile anche il fatto che il proiettile fosse stato esploso accidentalmente, tenuto conto che la donna era stata colpita in pieno volto con una precisione che rappresentava una seconda straordinaria coincidenza, dopo quella del ritiro della pistola per pulirla.

Secondo le risultanze dell'esame autoptico, la trentatreenne fu centrata allo zigomo sinistro, sotto l'occhio e proprio accanto alla narice, con l'arma direzionata dal basso verso l'alto. Il colpo sarebbe stato esploso da una distanza ravvicinata, 30 centimetri al massimo. Una dinamica che, per gli inquirenti, escludeva lo sparo accidentale perché, a quella distanza, il proiettile avrebbe con più probabilità colpito altre parti del corpo, come l'addome o la gamba, anziché il viso.‍[9]

Relativamente alla colluttazione con la vittima, tale circostanza non avrebbe trovato conferme nelle testimonianze delle persone presenti al Comando di Polizia locale di Anzola, che riferirono di non aver udito voci o urla. Inoltre Gualandi, in un primo momento, avrebbe sostenuto di non sapere che Stefani si sarebbe presentata nel suo ufficio. Eppure, da un primo esame dei tabulati telefonici, emergerebbero tra le 15 e le 20 chiamate al cellulare dell'uomo nel pomeriggio del 16 maggio, tra cui l'ultima delle quali chiusa appena 7 minuti prima della telefonata del sessantatreenne al 118.

Dalle indagini era emerso che la vigile aveva fatto numerose e pressanti richieste a Gualandi per riprendere i rapporti che lui aveva bruscamente interrotto. L'agente negli ultimi tempi si sarebbe sentito schiacciato da quel comportamento, incapace di resistere alle insistenze della trentatreenne di riprendere la relazione extraconiugale, scoperta sia dalla moglie di lui che dal fidanzato di lei. La coniuge di Gualandi era anche intervenuta per ripristinare la serenità familiare, attraverso un confronto diretto con Stefani.‍[10][11]

Il vigile davanti agli inquirenti avrebbe sostenuto che lei lo perseguitava. In un episodio in particolare, la donna gli avrebbe annunciato di essere incinta e di aspettare un figlio da lui, ma successivamente lei stessa aveva confessato di mentire (la gravidanza era stata esclusa dall'autopsia).‍[12][9] Il comportamento di Stefani sarebbe divenuto insostenibile da parte dell'uomo, il che avrebbe potuto rappresentare un movente per liberarsi dell'ex amante.

Secondo l'ordinanza del gip che dispose la custodia cautelare in carcere, il sessantatreenne aveva "già in mente l'omicidio" quando, nel pomeriggio del 16 maggio 2024, la vittima aveva raggiunto la Casa Gialla di Anzola. Tra i due sarebbe iniziata una discussione e la trentatreenne avrebbe insistito nel voler continuare il rapporto. Gualandi era esasperato da quella situazione e, secondo il giudice, era "ragionevole ritenere che l'uomo avesse impugnato la pistola e premuto il grilletto per chiudere definitivamente i conti con una persona che lo ossessionava da alcuni mesi in maniera incessante". Infine, ad omicidio avvenuto, consapevole di quello che aveva fatto e di dover fornire una versione alternativa, l'agente si era attivato per chiamare il 118, "simulando una tragica fatalità".‍[8]

Ulteriori dettagli emersi dall'autopsia, effettuata sulla salma della vittima, avrebbero evidenziato una piccola ferita su una mano e delle macchie nere sull'altra, probabilmente di polvere da sparo. Secondo la difesa, tali elementi avrebbero rafforzato l'ipotesi del gesto accidentale poiché la ferita sarebbe stata provocata mentre Gualandi e Stefani tentavano di strapparsi l'arma a vicenda, mentre le macchie rilevate potevano indicare che, al momento dell'esplosione del colpo, la mano della donna fosse sulla pistola.‍[13] Nonostante ciò, la richiesta di scarcerazione dell'indagato fu respinta dal Tribunale della Libertà di Bologna.‍[14]

Uno scorcio della Chiesa dei Santi Nicolò e Agata a Zola Predosa in provincia di Bologna, dove sono stati celebrati i funerali di Sofia Stefani

Uno scorcio della Chiesa dei Santi Nicolò e Agata a Zola Predosa in provincia di Bologna, dove sono stati celebrati i funerali di Sofia Stefani (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)

Nel successivo autunno, però, il gip di Bologna aveva disposto la scarcerazione dell'uomo, su richiesta dei propri legali. Secondo il giudice, sussistevano ancora i gravi indizi di colpevolezza indicati dalla Procura a carico di Gualandi, ma non avrebbe prevalso il pericolo di reiterazione del reato. Considerata la morte della vittima e il movente del sessantatreenne nel porre fine alla relazione con la stessa, le esigenze cautelari sarebbero state soddisfatte dagli arresti domiciliari.

Inoltre, le prime risultanze della perizia balistica, condotta dai Ris dei Carabinieri, avrebbero stimato una traiettoria del proiettile che rendeva verosimile l'ipotesi dello sparo avvenuto durante una colluttazione tra l'uomo e Stefani. Un elemento che, se confermato, avrebbe potuto dare credito alla versione dell'indagato. In ogni caso, per la Procura di Bologna, tali risultati non fornivano certezze sufficienti. Motivo per cui furono richiesti ulteriori accertamenti ai Ris. Gli inquirenti si opposero anche alla scarcerazione di Gualandi, presentando un ricorso per il suo ritorno alla casa circondariale.‍[15]

Poche settimane dopo, però, il Tribunale del Riesame aveva annullato la scarcerazione per un vizio di forma legato ad un difetto di notifica dell'attenuazione della misura cautelare alle parti offese. Nel frattempo, la Procura di Bologna aveva chiuso le indagini a carico dell'uomo e, contestualmente, fu richiesto e ottenuto il il rinvio a giudizio.‍[16] All'ex comandante della Polizia locale di Anzola fu confermato il capo d'imputazione di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall'aver commesso il fatto nei confronti di una persona alla quale era legato da una relazione affettiva.‍[17]

Nei primi giorni di dicembre del 2024, a seguito di un'ulteriore istanza presentata dai legali difensori, il gip di Bologna accolse per la seconda volta la richiesta di scarcerazione di Gualandi e dispose nuovamente gli arresti domiciliari con l'obbligo del braccialetto elettronico.‍[18]

Note

  1. a b Vigile spara alla collega. Morta agente di 33 anni. L'uomo: "Pulivo l'arma ed è partito un colpo". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 maggio 2024.
  2. a b Omicidio nella sede della Polizia locale di Anzola, muore ex vigilessa. A sparare, l'ex comandante: "è stato un incidente". éTV Rete 7 · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 maggio 2024.
  3. Sofia Stefani, la relazione con Giampiero Gualandi durata 8 mesi. Il fidanzato: "L'avrei perdonata". Leggo.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 23 maggio 2024.
  4. L'omicidio della vigilessa ad Anzola e il mistero dell'appuntamento al comando. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 maggio 2024.
  5. Vigilessa uccisa nel Bolognese, fermato l'ex comandante. ANSA · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 maggio 2024.
  6. Vigile uccisa, disposto il carcere per Gualandi. Davanti al gip: "Sparo accidentale, tutto in tre minuti". il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 18 maggio 2024.
  7. Ex vigilessa uccisa, Gualandi rimane in carcere. Il racconto davanti al giudice: "Successo tutto in tre minuti". BolognaToday · Archiviato dall'originale. Consultato il 18 maggio 2024.
  8. a b Sofia Stefani, il Gip: "Giampiero Gualandi voleva ucciderla". I messaggi e le 15 chiamate il giorno della morte. Il Messaggero · Archiviato dall'originale. Consultato il 24 maggio 2024.
  9. a b Omicidio di Anzola, l'autopsia sulla vigilessa: colpo di pistola in faccia sparato da 30 centimetri. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 29 maggio 2024.
  10. L'inchiesta sul delitto. Dalla pistola carica alle troppe telefonate. Sei indizi da spiegare. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 21 maggio 2024.
  11. La vigile Sofia Stefani uccisa dall'ex comandante Gualandi, per il gip gli ultimi sms di lui dimostrano che aveva un movente: "Troppa pressione, sono esausto". Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 21 maggio 2024.
  12. Sofia Stefani, la vigilessa uccisa, Giampiero Gualandi interrogato: "Mi disse che era incinta ma non era vero. Mia moglie sapeva tutto". Il Messaggero · Archiviato dall'originale. Consultato il 29 maggio 2024.
  13. Bologna: Omicidio vigilessa, l'autopsia confermerebbe l'ipotesi del colpo accidentale. Teleromagna · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 giugno 2024.
  14. Vigilessa uccisa, l'ex collega rimane in carcere. ANSA · Archiviato dall'originale. Consultato il 10 giugno 2024.
  15. Omicidio della vigile Sofia Stefani, per il Ris la versione dell'ex comandante Gualandi regge. Ma la vittima non prese l'arma. Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 novembre 2024.
  16. Revocati i domiciliari per Gualandi, il vigile resta in carcere. Uccise l'ex collega Sofia Stefani. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 18 novembre 2024.
  17. Vigilessa uccisa, il 17 febbraio il processo in Assise. ANSA · Consultato il 10 dicembre 2024.
  18. Omicidio Sofia Stefani: ancora i domiciliari a Gualandi. BolognaToday · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 dicembre 2024.

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