Voce su Celeste Rita Palmieri
Celeste Rita Palmieri, 56 anni, fu uccisa dall'ex compagno Mario Furio, 59 anni, il 18 ottobre 2024. La donna fu aggredita a colpi di pistola a San Severo e, successivamente, perse la vita all'ospedale di Foggia.[1][2]

Uno scorcio di Piazza della Repubblica a San Severo in provincia di Foggia (di Tobia Gorrio ed Emanuele d'Angelo, licenza CC BY-SA 3.0)
L'uomo, sottoposto a divieto di avvicinamento, in mattinata si era recato nei pressi di un supermercato in via Gaetano Salvemini a San Severo, dove era presente anche la moglie, dalla quale si stava per separare. Nel parcheggio del centro commerciale il cinquantanovenne esplose diversi colpi di pistola all'indirizzo della vittima, ferendola gravemente. Poco dopo, l'uomo si era suicidato con la stessa arma da fuoco.
La signora Palmieri, ridotta in condizioni molto critiche, fu trasportata in ospedale, prima al Masselli di San Severo, poi al policlinico Riuniti di Foggia, ma purtroppo non riuscì a sopravvivere. Le ferite riportate dalla donna erano troppo gravi: nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, i medici non poterono fare altro che constatare il decesso.
Il cinquantanovenne era un ex agente della Polizia penitenziaria, in pensione dal 2017 per motivi di salute. La moglie, madre di cinque figli, negli ultimi tempi aveva avviato le pratiche per la separazione legale. Mario Furio era stato più volte denunciato da lei per minacce e maltrattamenti. Per questo motivo, nei confronti dell'uomo, era stato emesso un divieto di avvicinamento con l'applicazione del braccialetto elettronico. I servizi sociali del Comune di San Severo avevano anche proposto alla vittima di trasferirsi con i figli in una località più sicura, ma lei aveva rifiutato perché non si voleva allontanare dal proprio domicilio.[3]
Quando il cinquantanovenne si era recato al supermercato, la centrale operativa dei Carabinieri avrebbe ricevuto il segnale dal braccialetto elettronico e, di conseguenza, avrebbe contattato la donna. La cinquantaseienne avrebbe riferito agli operatori di non avere ricevuto alcun allarme dal proprio dispositivo (che invece avrebbe dovuto segnalare l'avvicinamento del persecutore), ma aveva incrociato l'ex compagno nel supermercato che, però, si era successivamente allontanato all'esterno dell'edificio.
Il comando dei Carabinieri aveva comunque inviato una pattuglia sul posto che, pochi minuti dopo, avrebbe raggiunto l'auto del malintenzionato quando lui aveva già sparato alla ex compagna nel parcheggio. Il cinquantanovenne avrebbe tentato di scappare, ma poi, davanti ai militari, si era sparato un proiettile alla testa, suicidandosi.[1][2]