Voce su Aurora Tila
Aurora Tila, 13 anni, perse la vita il 25 ottobre 2024 dopo essere precipitata da un balconcino condominiale tra il settimo e l'ottavo piano di un palazzo in via IV Novembre a Piacenza, dove la ragazzina risiedeva. Pochi istanti prima di cadere, la vittima si trovava insieme all'ex fidanzato di 15 anni.

Uno scorcio della Cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina, duomo di Piacenza, dove sono stati celebrati i funerali di Aurora Tila (di Parma1983, licenza CC BY-SA 4.0)
Il tutto era avvenuto nelle prime ore del mattino. Aurora Tila frequentava il liceo Colombini di Piacenza, ma quel giorno – per motivi rimasti ignoti – la giovane non si era presentata a scuola ed era salita sul balcone con l'ex compagno.
Secondo le ricostruzioni, il quindicenne l'avrebbe attesa sotto casa alle 7.30. Lei stava per uscire ed andare al liceo, ma non arrivò mai a scuola. La ragazzina e il giovane erano saliti sul terrazzo condominiale, dove in passato i due si sarebbero appartati diverse volte. Poi intorno alle 8.30 la vittima cadde e perse la vita. Il corpo esanime, dopo un volo di circa 12 metri, fu trovato su un terrazzo del quinto piano dello stesso edificio.[1]
Il quindicenne fu ascoltato a lungo dai Carabinieri e dai magistrati della Procura per i minorenni di Bologna, ma nella tarda serata del 25 ottobre venne rilasciato. Il giovane fu comunque iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di omicidio volontario.[2][3] Nel corso dell'interrogatorio, avrebbe riferito di un suicidio da parte dell'ex fidanzata, che si sarebbe "lanciata da sola dal balcone".
Non erano presenti sul posto telecamere di videosorveglianza che riprendessero il terrazzo da dove Aurora era precipitata. Gli investigatori avevano sentito anche la madre della vittima, che avrebbe confermato il rapporto conflittuale tra la figlia – che viveva con lei e la sorella maggiore – e il quindicenne indagato.
Il successivo 28 ottobre i Carabinieri eseguirono il fermo del giovane, trasferito su richiesta della Procura nel carcere minorile del Pratello di Bologna.[4] Il provvedimento fu disposto a seguito degli accertamenti investigativi che avevano permesso di raccogliere decisivi elementi di prova. In particolare, un testimone avrebbe visto il ragazzo buttare giù l'ex fidanzata dal balcone.[5]
I familiari della vittima non crebbero mai alla tesi del suicidio e riferirono ai Carabinieri del comportamento "possessivo e violento" del quindicenne, che in precedenza avrebbe più volte aggredito e umiliato Aurora Tila. Tre giorni prima della sua morte, la ragazzina si sarebbe sottoposta ad una visita per una presunta aggressione e, ancora prima, la stessa avrebbe presentato una segnalazione ai Servizi Sociali riferendo dei maltrattamenti dell'ex compagno.
Il preliminare esame autoptico sulla salma della giovane permise di rilevare lesioni compatibili con la caduta dall'alto, in particolare dei traumi alla testa[6][7] ed alcuni segni sulle mani, indicativi di percosse, presumibilmente prodotte dai colpi ricevuti quando lei si era aggrappata alla ringhiera.[8] Infatti, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, dopo essere stata spinta oltre il parapetto del balcone, la vittima avrebbe tentato disperatamente di aggrapparsi alla ringhiera, ma l'ex fidanzato a quel punto l'avrebbe colpita ripetutamente alle nocche con l'obiettivo di farla cadere.[5]
Il successivo 30 ottobre, nell'interrogatorio di garanzia, il quindicenne rispose alle domande del giudice per le indagini preliminari e continuò a negare le proprie responsabilità relative alla morte della vittima. Nei confronti del giovane fu convalidato il fermo e disposta la custodia cautelare nel carcere minorile.[9][8]
In una nota diffusa dalla stampa locale, i Servizi Sociali del Comune di Piacenza avevano sottolineato di conoscere da tempo la situazione dell'intero nucleo familiare di Aurora Tila e, come da disposizioni ricevute, la tenevano monitorata congiuntamente agli operatori dell'ASL. I Servizi avevano raccolto alcune comunicazioni da parte della madre della tredicenne, riferite al giovane che la figlia frequentava. La signora lo riteneva una compagnia non gradita e riferiva di una certa difficoltà a gestirne la presenza in casa. Tuttavia la donna non aveva segnalato i comportamenti violenti da parte del ragazzo e non aveva mai comunicato di aver sporto denuncia alle forze dell'ordine.[10]
Secondo la relazione finale dell'esame autoptico, disposto dalla Procura per i minorenni di Bologna, le lesioni della vittima nella parte posteriore del cranio lasciavano pensare ad una caduta all'indietro, probabilmente in seguito ad una spinta, escludendo dunque che la tredicenne si fosse lanciata in avanti nel tentativo di compiere un gesto estremo volontario. La ragazzina presentava numerose fratture, tutte riconducibili alla precipitazione dall'alto, ma quelle letali sarebbero localizzate principalmente alla testa ed avrebbero provocato un decesso immediato.
Un altro punto cruciale dell'esame autoptico era quello relativo alle lesioni riscontrate sulle mani di Aurora Tila, in particolare sulle nocche. Tale circostanza si ricollegherebbe alla testimonianza di un residente che avrebbe visto l'indagato dare dei pugni alle mani della vittima mentre lei era appesa alla ringhiera. Il giovane, tuttavia, aveva sempre smentito tale ricostruzione, ribadendo la sua estraneità nelle cause della morte dell'ex compagna.[11]