L'omicidio di Maria Arcangela Turturo a Gravina in Puglia

Vittima:
Maria Arcangela Turturo
Killer:
Giuseppe Lacarpia
Località:
Gravina in Puglia
Decesso:
Altamura
Data:
6 ottobre 2024
Uno scorcio panoramico di Gravina in Puglia, in provincia di Bari

Uno scorcio panoramico di Gravina in Puglia, in provincia di Bari (di Acquario51, licenza CC BY-SA 4.0)

Voce su Maria Arcangela Turturo

Maria Arcangela Turturo, 60 anni, perse la vita il 6 ottobre 2024 all'ospedale della Murgia "Fabio Perinei" di Altamura, in provincia di Bari. La donna, poche ore prima, era stata soccorsa dal personale del 118 a Gravina in Puglia.‍[1]

Uno scorcio panoramico di Gravina in Puglia, in provincia di Bari

Uno scorcio panoramico di Gravina in Puglia, in provincia di Bari (di Acquario51, licenza CC BY-SA 4.0)

Ricoverata nel nosocomio con ustioni e fratture, la vittima era riuscita a raccontare alla Polizia ed a sua figlia di essere stata data alle fiamme e poi aggredita dal marito Giuseppe Lacarpia, 65 anni. "Mi voleva uccidere, mi ha messo le mani alla gola", sarebbero state le sue ultime parole.‍[2] Purtroppo la donna non riuscì a sopravvivere e, dopo il decesso, il coniuge venne fermato dagli agenti della Squadra Mobile. Al termine delle formalità di rito, l'uomo fu condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario.‍[3]

Secondo quanto ricostruito dalle indagini della Polizia, il sessantacinquenne avrebbe appiccato il fuoco alla propria autovettura, in strada vicinale dei Pigni a Gravina in Puglia, mentre nell'abitacolo in fiamme c'era la moglie che, però, era riuscita a fuggire in strada con ustioni parziali sul corpo.

Mentre la donna tentava di mettersi in salvo, Lacarpia l'aveva rincorsa e aggredita, immobilizzandola in posizione supina sull'asfalto, schiacciandola con il peso del proprio corpo e le braccia, premendole un ginocchio sull'addome e stringendole le mani attorno al collo, con l'intento di soffocarla. Così il sessantacinquenne aveva provocato le fratture allo sterno e alle costole, determinando la compressione del cuore e la successiva morte della moglie, sopraggiunta in ospedale.

Dopo l'intervento sul posto dell'ambulanza e della Polizia, l'uomo avrebbe riferito: "Abbiamo fatto un incidente e la macchina ha preso fuoco. Ho provato a rianimare mia moglie", nel tentativo di allontanare da sé i sospetti.‍[4] Alla vicenda, però, avevano assistito alcuni testimoni in strada, uno dei quali aveva anche girato un filmato con il proprio cellulare, finito negli atti dell'inchiesta.

Nel decreto di fermo, la Procura di Bari aveva descritto il contenuto del video, secondo cui costituiva "un oggettivo e indiscutibile elemento" a carico dell'indiziato, poiché si notava lo stesso a cavalcioni della donna, stesa supina al centro della strada, a circa sette metri dall'auto completamente avvolta dalle fiamme.‍[2]

Sempre nel decreto di fermo, il procuratore aggiunto avrebbe descritto il rapporto tra la vittima e il marito, caratterizzato da "numerose aggressioni fisiche e condotte maltrattanti patite dalla donna per mano del coniuge lungo tutta la convivenza". La figlia avrebbe riferito di un padre "oltremodo violento, che aveva spesso mandato la mamma in ospedale". Nel corso di una di quelle violenti liti, l'uomo aveva accoltellato il figlio, intervenuto per difendere la madre e, in quella occasione, il padre era stato tratto in arresto.

A Lacarpia fu contestato l'omicidio volontario della moglie, aggravato dalla premeditazione, la crudeltà e il legame di parentela.‍[5][6] Il sessantacinquenne aveva anche precedenti per reati contro la persona e il patrimonio. In passato era finito a processo persino per maltrattamento di animali e, in quel procedimento penale – il precedente gennaio 2024 –, sulla base di una perizia disposta dal giudice monocratico del tribunale di Bari, era stato dichiarato incapace di stare in giudizio.‍[2]

L'uomo, a causa di una forte depressione, era stato ricoverato più di una volta in ospedale ed aveva anche provato a togliersi la vita. Nel corso di una visita, poi, gli erano stati riscontrati Alzheimer e demenza senile, patologie per le quali aveva seguito una terapia e percepiva una pensione di invalidità.‍[4]

L'udienza di convalida del fermo fu effettuata in assenza dell'indiziato, poiché il sessantacinquenne venne ricoverato al policlinico di Bari,‍[7] per le conseguenze di una caduta dal letto della cella dove era detenuto. Il giudice per le indagini preliminari non aveva convalidato il fermo, ma dispose comunque la custodia cautelare in carcere a carico di Lacarpia per il pericolo di reiterazione del reato. Per il gip, l'uomo avrebbe "infierito sulla moglie per poi riprendere la condotta pochi secondi dopo essersi fermato, a dimostrazione dell'intenzione di eliminarla, verosimilmente per impedirle di denunciarlo".

Nonostante l'anziano soffrisse di problemi neurologici, "non vi erano seri dubbi in merito all'imputabilità dello stesso", secondo quanto riportato nell'ordinanza di custodia cautelare. Infine, considerata la versione dell'uomo di aver provato ad assistere la moglie – dopo che, a causa di un incidente, l'auto aveva preso fuoco – per il giudice si trattava di una "versione di comodo", poiché "emergeva benissimo dal video che Lacarpia non aveva minimamente messo in sicurezza la moglie, ma che l'aveva, al contrario, aggredita". Inoltre, i primi rilievi sull'origine dell'incendio avrebbero suggerito che questo avesse avuto matrice dolosa.‍[8]

Il successivo 14 ottobre, in un nuovo interrogatorio dinanzi al giudice per le indagini preliminari, svolto dopo il termine del ricovero al policlinico di Bari, il sessantacinquenne aveva ribadito la versione rilasciata ai soccorritori intervenuti in strada vicinale dei Pigni a Gravina. Secondo la propria versione dei fatti, l'anziano aveva cercato di salvare e rianimare la moglie dopo un incidente stradale in cui l'auto aveva preso fuoco.‍[5][6]

La mattina del seguente 22 ottobre 2024, Lacarpia fu trovato morto suicida all'interno della cella dove era detenuto nel carcere di Bari.‍[9]

Note

  1. Gravina di Puglia, dà fuoco alla moglie poi la uccide a mani nude. Quotidiano Nazionale · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 ottobre 2024.
  2. a b c Bari, tenta di bruciare moglie e poi la uccide: fermato 65enne. LaPresse · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 ottobre 2024.
  3. Gravina in Puglia, dà fuoco alla moglie in auto e poi la uccide a mani nude: fermato un 65enne pregiudicato. La Gazzetta del Mezzogiorno · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 ottobre 2024.
  4. a b Femminicidio a Gravina, Lacarpia cerca di difendersi: «La macchina ha preso fuoco, poi ho provato a rianimarla». Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 9 ottobre 2024.
  5. a b L'omicidio di Arcangela Turturo a Gravina, dal carcere il marito insiste: «Ho provato a rianimarla». La Gazzetta del Mezzogiorno · Archiviato dall'originale. Consultato il 15 ottobre 2024.
  6. a b Femminicidio a Gravina in Puglia, il marito insiste: «Ho provato a rianimarla dopo l'incidente». L'Edicola del Sud · Archiviato dall'originale. Consultato il 15 ottobre 2024.
  7. Uccide moglie nel Barese, convalida in assenza del fermato. ANSA · Archiviato dall'originale. Consultato il 10 ottobre 2024.
  8. Donna uccisa nel Barese, il marito resta in carcere. ANSA · Archiviato dall'originale. Consultato il 10 ottobre 2024.
  9. Femminicidio Gravina, Lacarpia si toglie la vita nel carcere di Bari: soffocato da una busta nella sua cella. Telebari · Archiviato dall'originale. Consultato il 22 ottobre 2024.

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