Il femminicidio di Chiara Brandonisio a Ceglie del Campo di Bari

Vittima:
Chiara Brandonisio
Killer:
Domenico Iania
Località:
Ceglie del Campo di Bari
Decesso:
Carbonara di Bari
Data:
10 luglio 2010
Uno scorcio della Chiesa di Santa Maria del Campo e della Pietà nel quartiere barese di Ceglie del Campo

Uno scorcio della Chiesa di Santa Maria del Campo e della Pietà nel quartiere barese di Ceglie del Campo (di Vinphoto, licenza CC BY-SA 4.0)

Voce su Chiara Brandonisio

Chiara Brandonisio, 34 anni, fu violentemente aggredita a colpi di spranga in strada la mattina di giovedì 8 luglio 2010 a Bari. Dopo circa 48 ore di ricovero in ospedale, la donna fu dichiarata morta.‍[1]

Uno scorcio della Chiesa di Santa Maria del Campo e della Pietà nel quartiere barese di Ceglie del Campo

Uno scorcio della Chiesa di Santa Maria del Campo e della Pietà nel quartiere barese di Ceglie del Campo (di Vinphoto, licenza CC BY-SA 4.0)

Il brutale agguato si consumò intorno alle ore 6.10 in via Domenico Di Venere, nel quartiere barese di Ceglie del Campo. La donna fu colpita ripetutamente con una sbarra di ferro, fino allo sfondamento del cranio. La trentaquattrenne aveva da poco lasciato la sua abitazione e si stava recando al lavoro in bicicletta. Quando fu assalita si trovava a circa 100 metri dalla fabbrica dell'ILMAN (Industria Lavorazione Mandorle), dove lei prestava servizio da 12 anni come operaia specializzata.

Dopo il trasporto all'ospedale barese "Di Venere" di Carbonara, i medici del reparto di rianimazione avevano attestato la morte cerebrale nel pomeriggio del 9 luglio 2010. La mattina seguente, trascorse 12 ore di osservazione dopo la riunione del comitato etico della clinica, fu dichiarato il decesso della vittima.‍[2][3]

A compiere il delitto fu Domenico Iania, 52 anni, originario della Calabria ma residente a Morfasso, un comune della Val d'Arda in provincia di Piacenza. Lui e Brandonisio si erano conosciuti alcuni mesi prima sul web, attraverso le chat di Messenger e Facebook, ma non si erano mai incontrati di persona.‍[4] Il cinquantaduenne online si faceva chiamare Daniele, ma il suo vero nome era Domenico.

I due avrebbero stretto una sorta di "relazione a distanza". A fine giugno, però, la donna avrebbe cominciato a frequentare un uomo a Bari, decidendo di troncare il rapporto virtuale con Iana. Una scelta che quest'ultimo non aveva accettato, tanto da arrivare, tre giorni prima del delitto, il 5 luglio 2010, a minacciare il suicidio in diretta webcam, puntandosi una pistola (forse giocattolo) alla tempia.

Nella notte tra il successivo 6 e 7 luglio, l'uomo aveva percorso circa 800 Km a bordo della sua Fiat Panda per recarsi nel capoluogo barese. Arrivato nei pressi dell'abitazione della trentaquattrenne, avrebbe pedinato la vittima per un'intera giornata, al fine di apprenderne gli orari e gli spostamenti. La notte, avrebbe dormito e mangiato in macchina. Poi, la mattina dell'8 luglio, aveva sferrato l'agguato mortale, bloccandola in strada per massacrarla a colpi di spranga.

Dopo l'efferata aggressione, l'uomo si era dileguato a piedi, lasciando la spranga a pochi metri dal corpo in fin di vita della donna. Poco più in là, nelle campagne limitrofe, era presente la sua auto abbandonata, poi sequestrata dalle forze dell'ordine. L'uomo riuscì a far perdere le proprie tracce per giorni. Spostandosi in treno e con l'autostop, fu in grado di raggiungere il piacentino.

Dopo cinque giorni di latitanza, il cinquantaduenne fu fermato nei pressi della sua abitazione, a Morfasso. Tentò di rientrare in casa, ma fu braccato dalla Polizia. Non oppose resistenza e sì costituì. Nell'interrogatorio dinanzi agli inquirenti, avrebbe riferito di aver aggredito la vittima perché "lei lo tradiva".‍[5] L'uomo pensava di averla "soltanto ferita". Aveva appreso della sua morte leggendo i giornali.

Iana era ritenuto un individuo pericoloso. Infatti, molti anni prima, avrebbe accoltellato l'ex moglie. Per quell'episodio, nel gennaio del 1993, fu condannato dalla Corte d'Assise di Milano a 6 anni di reclusione per tentato omicidio.

Alla chiusura delle indagini, l'uomo fu rinviato a giudizio in rito abbreviato per omicidio volontario. Una perizia psichiatrica, disposta nel corso del processo, stabilì che l'imputato presentava "tratti disarmonici con prevalenza di aspetti narcisistici", ma al momento del delitto era in grado di intendere e di volere.‍[6]

Il 9 giugno 2011 Iana fu condannato a 30 anni di reclusione dal Tribunale di Bari.‍[7] La sentenza riconobbe le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Nelle motivazioni del verdetto fu ritenuto "illogico ipotizzare che lo scopo del suo viaggio in Puglia fosse stato soltanto quello di riallacciare il rapporto sentimentale", presentendosi "al cospetto della donna desiderata non già con un dono o dei fiori, ma brandendo una spranga di ferro di oltre novanta centimetri".

Sempre secondo le motivazioni della sentenza di primo grado, l'aggravante della crudeltà fu ravvisata nell'azione delittuosa che risultava "inoppugnabilmente sintomatica della volontà non già di uccidere solamente, ma di sfigurare la persona che aveva offeso l'immagine che l'uomo aveva di sé stesso". L'aggressione fu "espressione della lucida volontà di infliggere una sofferenza indiscutibilmente esorbitante rispetto a quella necessaria e sufficiente a cagionare la morte", rivelando "un'indole malvagia e priva del più elementare senso di umana pietà".‍[8]

Il 19 giugno 2012 la Corte d'Appello di Bari confermò la sentenza di primo grado.‍[9][10] Nell'ottobre del 2013, però, la Corte di Cassazione accolse il ricorso del difensore dell'imputato ed escluse l'aggravante della crudeltà. Una decisione che gettò sconforto nei parenti della vittima. Il verdetto, diventato definitivo, confermò comunque i 30 anni di reclusione.‍[11]

Nel novembre del 2020, un piccolo giardino di Ceglie del Campo, a poca distanza dal luogo del delitto, fu intitolato alla memoria di Chiara Brandonisio.‍[12]

Note

  1. Omicidio in chat: la morte di Chiara Brandonisio. GQ Italia · Archiviato dall'originale.
  2. È partito da Piacenza il killer di Chiara. la Repubblica · Archiviato dall'originale.
  3. Chiara Brandonisio, 34 anni, è morta. Presunto killer ricercato nel piacentino... Kayenna News · Archiviato dall'originale.
  4. Il cordoglio sul web: "Addio cara Favolablu". la Repubblica · Archiviato dall'originale.
  5. "L'ho uccisa perché mi tradiva". la Repubblica · Archiviato dall'originale.
  6. "Uccise Chiara, non è infermo". la Repubblica · Archiviato dall'originale.
  7. Omicidio Brandonisio, condanna a 30 anni per l'assassino. BariToday · Archiviato dall'originale.
  8. Omicidio Chiara Brandonisio: "Iania in preda ad esaltazione violenta". IlPiacenza · Archiviato dall'originale.
  9. Uccisa a sprangate, confermata la condanna per Iania. IlPiacenza · Archiviato dall'originale.
  10. Omicidio Brandonisio, i giudici: "Fu un assassinio brutale". BariToday · Archiviato dall'originale.
  11. Omicidio Brandonisio, condanna definitiva per l'assassino. Ma i giudici escludono la crudeltà. BariToday · Archiviato dall'originale.
  12. A Ceglie il giardino intitolato Chiara Brandonisio e alle vittime di femminicidio: "Memoria e impegno". la Repubblica · Archiviato dall'originale.

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