Voce su Gloria Pompili
Gloria Pompili, 23 anni, perse la vita la sera del 23 agosto 2017. La giovane, originaria di Frosinone, fu vittima di maltrattamenti in famiglia e, per un lungo periodo, fu costretta a prostituirsi dopo essere caduta in una rete di criminalità e degrado gestita da alcuni suoi parenti.[1][2]
Il decesso avvenne in seguito a un malore quando la giovane si trovava in macchina, lungo la strada Monti Lepini di passaggio per Prossedi (Latina), insieme ai suoi due figli di 3 e 5 anni, e due familiari che solitamente la accompagnavano per svolgere l'attività di prostituzione nelle zone tra Anzio e Nettuno (Roma).
Uno scorcio dall'alto di Prossedi in provincia di Latina (di CRoberto68, licenza CC BY-SA 3.0)
L'inchiesta aperta dalla Procura per fare luce sull'accaduto stabilì la morte della vittima in conseguenza di un violento pestaggio, messo in atto perché la ventitreenne quella sera aveva osato ribellarsi ai propri aguzzini. Secondo l'autopsia, la brutale aggressione causò la rottura dell'undicesima vertebra e una lesione acuta alla milza, provocando una grave emorragia interna.[3][4]
Nell'ottobre del 2019, al termine del processo di primo grado, la Corte d'Assise di Latina aveva condannato a 24 anni di reclusione ciascuno la zia della giovane, Loide Del Prete, 39 anni, e il marito di quest'ultima, Saad Mohamed Elesh Salem, 23 anni, di origine nordafricana. Entrambi furono riconosciuti responsabili del pestaggio in seguito al quale la vittima aveva perso la vita, nonché della condizione di schiavitù imposta alla ventitreenne. Coinvolto nel procedimento penale anche il marito della vittima, che però fu assolto con formula piena.[5][6]
Gloria Pompili sin dai primi anni di vita era affetta da un lieve ritardo mentale che la rendeva bisognosa di attenzioni. Tale fragilità aveva facilitato i suoi aguzzini nell'approfittarsi di lei, costringendola a prostituirsi. L'attività il più delle volte si svolgeva in casa e, in alcune occasioni, i suoi figli venivano appesi a una cesta sul balcone dell'abitazione per evitare che assistessero a ciò che accadeva all'interno dell'appartamento.
Foto della Fontana Livio de Carolis in Piazza Madonna della Neve a Frosinone, città di origine di Gloria Pompili (di Syd00, licenza CC BY-SA 3.0)
Le motivazioni della sentenza di condanna sottolinearono anche la superficialità con cui i servizi sociali avevano agito nei confronti della vicenda, nonostante fossero stati avvertiti più volte del contesto di degrado in cui versava la giovane.[7]
Nel novembre del 2020 la Corte d'Appello di Roma aveva confermato le condanne a Del Prete e Salem, riducendo però a entrambi la pena a 20 anni di reclusione.[8] Nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, i giudici evidenziarono la violenza inaudita sulla vittima usando il termine "bestiale" per descrivere l'ultimo fatale pestaggio. La donna, costretta a prostituirsi, rappresentava soltanto "una macchina da soldi" per gli imputati.[9][10] Nel maggio del 2021 la Corte di Cassazione confermò in via definitiva le condanne a 20 anni di reclusione.[11][12]