Voce su Janira D'Amato
Janira D'Amato, 20 anni, fu uccisa dall'ex compagno coetaneo Alessio Alamia Burastero la sera del 7 aprile 2017 a Pietra Ligure in provincia di Savona.[1][2]
Uno scorcio sul litorale di Pietra Ligure in provincia di Savona (di Marco Rimoldi - Kaosrimo, licenza CC BY-SA 3.0)
Il giovane aveva invitato l'ex fidanzata in un piccolo appartamento di proprietà della nonna di lui. Alessio voleva un ultimo chiarimento, probabilmente nel tentativo di far desistere Janira che aveva ormai deciso di lasciarlo. Dopo aver terminato un corso di formazione, la ragazza aveva programmato di imbarcarsi per lavorare su una nave della Costa Crociera, allontanandosi definitivamente dal suo ex compagno.
Nel corso dell'incontro però avvenne la fatale aggressione.[3] Circa 49 le coltellate inflitte da Alessio a Janira. Dopo aver commesso il delitto, il giovane abbandonò il posto, portandosi dietro il telefonino dell'ex fidanzata. Ai genitori di lei, che dopo ore di silenzio avevano provato a contattarla sul cellulare, il ventenne rispose che Janira aveva dimenticato il telefonino da lui.[4]
Dopodiché Alessio si recò a casa della nonna dove, in stato confusionale, cominciò a fare le prime ammissioni sul diverbio avuto con Janira.[5] Soltanto nelle ore seguenti il giovane si costituì alla caserma dei Carabinieri di Loano. Ai militari aveva riferito di aver "fatto una cavolata" perché la sua ragazza lo voleva lasciare. I Carabinieri si precipitarono nell'abitazione del delitto con la speranza di poter salvare la ventenne, ma trovarono il suo corpo ormai privo di vita.
La Basilica di San Biagio a Finale Ligure in provincia di Savona dove sono stati celebrati i funerali di Janira D'Amato (di Capricornis Crispus, licenza CC BY-SA 4.0)
Dalla ricostruzione effettuata dagli inquirenti emerse che Burastero, dopo essere stato lasciato, aveva iniziato a pedinare l'ex compagna e, nel tentativo di farle cambiare idea, aveva iniziato anche a perseguitarla attraverso telefonate e messaggi continui.
Secondo le indagini, tra il 4 e 5 aprile, probabilmente dopo aver compreso che nulla avrebbe fatto cambiare idea alla ragazza, Alessio aveva effettuato delle ricerche su internet con le parole chiave "Uccidere persone", "Come uccidere persona" e "Uccisione senza traccia". Motivi che, insieme ad altri elementi, portarono la pubblica accusa a contestare l'aggravante della premeditazione.
Burastero fu rinviato a giudizio e sottoposto a una perizia psichiatrica che valutò il giovane capace di intendere e di volere nel momento del delitto. Il 18 gennaio 2019 fu condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Genova. Il verdetto riconobbe l'aggravante della premeditazione, ma non il reato di stalking.[6][7] Il "fine pena mai" fu confermato il 17 dicembre 2019 dalla Corte d'Appello di Genova e reso definitivo il 28 maggio 2021 dalla Corte di Cassazione.[8][9]