Voce su Simona Forelli
La Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio in Piazza Maggiolini a Parabiago, in provincia di Milano, dove sono stati celebrati i funerali di Simona Forelli (di Riccardo Pesce, licenza CC BY-SA 3.0)
Simona Forelli, 33 anni, fu uccisa a coltellate il 17 dicembre 2017 dal convivente pachistano Zahir Sadigue, 35 anni, nella casa dove risiedeva a Parabiago in provincia di Milano.[1]
I due si erano conosciuti a Dubai nel 2012, negli Emirati Arabi Uniti, dove entrambi si trovavano per lavoro. Avevano iniziato una relazione e dalla loro unione erano nati due bambini. Successivamente si erano trasferiti a Londra, ma per le festività natalizie del 2017 stavano temporaneamente soggiornando a Parabiago, paese d'origine della trentatreenne.
Negli ultimi tempi, però, le liti di coppia erano diventate sempre più frequenti. Infatti la donna era intenzionata a lasciare il compagno, decidendo di rimanere in Italia invece di tornare con lui a Londra. L'uomo, durante un ennesimo diverbio, nel tardo pomeriggio di quel drammatico 17 dicembre, trascinò Simona in bagno e la colpì con 11 fendenti d'arma da taglio.
Subito dopo, Zahir si allontanò dall'abitazione, vagando senza meta per circa un ora, prima di costituirsi dai Carabinieri e confessare l'omicidio dell'ex compagna. In casa c'erano anche i due figli di 6 e 17 mesi della coppia. Il primogenito avrebbe assistito all'aggressione mortale. Il corpo agonizzante della vittima, ancora in vita, fu trovato in una pozza di sangue dalla madre della donna, accorsa nell'appartamento dopo aver sentito le urla di quel fatale ultimo litigio. Purtroppo la trentatreenne non riuscì a sopravvivere: morì in seguito alla chiamata dei soccorsi.
Sadigue fu rinviato a giudizio in rito abbreviato. Nel novembre del 2018 fu condannato in primo grado a 16 anni di reclusione per omicidio volontario.[2] La sentenza fu confermata in Corte d'Appello nel febbraio del 2020.[3]