Voce su Noemi Durini
Noemi Durini, 16 anni, scomparve il 3 settembre 2017 da Specchia, comune dove risiedeva in provincia di Lecce.[1] La denuncia di sparizione presentata dai familiari fece scattare le indagini che misero sotto torchio il fidanzato della ragazza, Lucio Marzo, 17 anni. Dopo una decina di giorni, il 13 settembre 2017, il giovane confessò l'omicidio conducendo gli inquirenti sul luogo in cui fu occultato il cadavere.[2][3]
Il corpo fu ritrovato sotto un cumulo di pietre a Castrignano del Capo (Lecce), in località San Giuseppe. Il diciassettenne, originario di Montesardo di Alessano, raccontò di averla colpita con una pietra per poi seppellirla.[4] Secondo gli esami autoptici, la vittima fu prima picchiata e poi accoltellata, dopodiché fu seppellita mentre era ancora viva. Il decesso fu attribuito a un'insufficienza respiratoria conseguente ad asfissia.[5]
La Chiesa della Presentazione della Beata Vergine Maria a Specchia, in provincia di Lecce, dove sono stati celebrati i funerali di Noemi Durini (di Lupiae, licenza CC BY-SA 3.0)
Interrogato dal giudice per le indagini preliminari, Marzo sostenne di essere stato pressato dalla compagna affinché lui uccidesse i propri genitori che si opponevano alla loro relazione. Nel rifiutare le richieste della ragazza, il diciassettenne avrebbe perso la testa, aggredendola violentemente fino a toglierle la vita.[6]
In seguito il giovane ritrattò la propria versione accusando dell'omicidio un meccanico di Patù (Lecce), Fausto Nicolì, 49 anni. Costui fu iscritto nel registro degli indagati, ma nel corso dell'inchiesta non vennero rilevati elementi concreti riguardo il suo coinvolgimento e la sua posizione fu stralciata.[7][8] La Procura per i minorenni di Lecce ritenne Lucio Marzo l'unico responsabile del delitto e ottenne il rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai motivi abietti e futili.
Sottoposto a perizia psichiatrica, fu valutato capace di intendere e di volere nel momento dell'aggressione mortale alla vittima. Nell'ottobre del 2018, al termine del processo in rito abbreviato, l'imputato fu condannato a 18 anni di reclusione.[9][10] Sentenza confermata in Corte d'Appello nel giugno del 2019 e divenuta definitiva dopo la rinuncia al ricorso in Cassazione.[11][12]