Anzola. Omicidio Stefani. La Cassazione conferma la decisione del Riesame: Gualandi torna in carcere.
Giampiero Gualandi è tornato in carcere. Mercoledì la decisione della Cassazione che ha reso definitiva la pronuncia di gennaio del Riesame e quindi, giovedì sera, la misura è diventata esecutiva e Gualandi, ex comandante della polizia locale di Anzola Emilia, accusato di aver ucciso con un colpo di pistola al volto l'ex collega Sofia Stefani, 33 anni, il 16 maggio 2024, è stato portato nel carcere della Dozza dai Carabinieri. Finora, era agli arresti domiciliari, a casa sua.
"È il carcere il posto giusto per lui – le parola di Angela Querzè, mamma della vittima, alla notizia del trasferimento –, ha ammazzato nostra figlia, è lì che deve stare. È una decisione che in qualche modo rende giustizia a Sofia". "Quella della Suprema Corte – sottolinea l'avvocato Andrea Speranzoni, che assiste i genitori della 33enne, la mamma Angela e il papà Bruno – è una decisione che è una conferma delle esigenze cautelari e della pericolosità dell'odierno imputato rispetto al tema dell'autocontrollo. Una incapacità, questa, non governabile in una condizione di detenzione domestica".
"Ci siamo rimasti molto male – spiega invece l'avvocato Claudio Benenati, che assiste Gualandi assieme all'avvocato Lorenzo Valgimigli –, è una decisione priva di senso, completamente illogica. Da un anno e due mesi (cioè da quando è stato commesso l'omicidio) questa persona è in cattività. Ai domiciliari, si è sempre è comportato in modo corretto e coerente. Il carcere, ora, è un'inutile afflizione. Se sarà condannato, espierà la pena, certo, ma ora questa decisione è fuori luogo. Anche perché con il processo siamo praticamente agli sgoccioli, quindi è difficile parlare di rischio di inquinamento probatorio così come di possibilità di reiterazione del reato".
Per Gualandi, è in corso il processo davanti alla Corte d'Assise di Bologna, con presidente del Collegio il giudice Pasquale Liccardo, pm Lucia Russo: l'imputato è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dal legame affettivo con la vittima (con Stefani aveva una relazione extraconiugale). Restano dei testimoni da sentire, poi sarà la volta dell'esame dell'imputato: il processo volge al termine. (di Chiara Gabrielli – il Resto del Carlino)