Voce su Lucia Chiapperini

Uno scorcio della Chiesa di Maria Santissima Addolorata a Mariotto di Bitonto in provincia di Bari, dove sono stati celebrati i funerali di Lucia Chiapperini (di Fradeve11, licenza CC BY-SA 3.0)
Lucia Chiapperini, 74 anni, è stata uccisa dal marito Vincenzo Visaggi, 75 anni, il 18 aprile 2025 a Mariotto, una frazione del comune di Bitonto in provincia di Bari.[1] È stato lo stesso uomo, originario di Terlizzi, a segnalare l'omicidio, telefonando al 112 e riferendo: "Mia moglie sta nel bagno, l'ho uccisa. Mi sto togliendo la vita, ma non ci riesco".
Quando i Carabinieri sono giunti all'esterno dell'abitazione coniugale, in via Libertà a Mariotto, hanno trovato la porta chiusa. Ad attenderli sul posto c'era anche uno dei figli della coppia, che aveva ricevuto una chiamata d'aiuto da parte della madre, prima dell'aggressione mortale. I militari hanno dovuto forzare l'ingresso per entrare nell'appartamento. All'interno hanno trovato il corpo senza vita della donna, riverso in bagno. Il marito era invece in camera da letto, sporco di sangue e con evidenti segni di autolesionismo.
Il settantacinquenne, arrestato in flagranza di reato, è stato trasportato al Policlinico di Bari, piantonato dai militari. Al termine dell'interrogatorio, davanti al PM della Procura di Bari, l'uomo ha dichiarato: "Voglio essere condannato per quello che ho fatto. Non mi interessa altro".[2]
Le telecamere installate nell'abitazione hanno registrato ogni fase del brutale omicidio. Il contenuto delle immagini è stato riportato nell'ordinanza di arresto a carico di Visaggi, accusato di omicidio volontario. Secondo le ricostruzioni, la donna era appena rientrata nell'appartamento ed aveva avuto una discussione con il marito, improvvisamente degenerata in un'aggressione da parte del coniuge.
L'uomo l'avrebbe colpita con almeno 40 fendenti, utilizzando delle forbici affilate. Il medico legale ha rinvenuto numerosi ferite sul cadavere, tra volto, torace, addome, arti superiori e mani, che la vittima avrebbe posto dinanzi a sé nel tentativo di difendersi.[3] La donna aveva anche cercato di fuggire, gridando e chiedendo aiuto, ma il marito avrebbe atteso la fine delle sue forze, urlandole parole d'odio e disprezzo: "Muori, non meriti neppure compassione".[4][5]
Secondo le testimonianze, la coppia aveva avuto frequenti litigi nelle ultime settimane, soprattutto in seguito alla morte del padre della signora Chiapperini. Le tensioni, in particolare di natura economica, avevano portato la donna ad allontanarsi da casa per trovare un rifugio temporaneo presso l'abitazione della figlia.[6]
Visaggi, stando a quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbe manifestato in più occasioni un comportamento violento, arrivando anche a minacciare di morte la moglie. Prima dell'omicidio, il settantacinquenne aveva ricevuto una chiamata, verosimilmente dalla moglie, e lui aveva inveito contro di lei: "Mi hai fatto le corna! Non hai più onore. Mi hai fatto perdere rispetto in tutta Bitonto".
Proprio la figlia che l'aveva ospitata in casa, ha rilasciato una testimonianza alla stampa locale: "Mia madre era da due o tre giorni a casa mia perché, in seguito alla morte di mio nonno materno, erano sorti dei problemi economici. Per questo mio padre non voleva darle i soldi della sua pensione, rivendicando la proprietà della casa dove vivevano. Tre giorni fa ha iniziato ad aggredirla. Voleva che mia madre vendesse tutte le proprietà di mio nonno per diventare lui l'unico padrone. Era malato per i soldi".[2]
La mattina del 18 aprile la signora Chiapperini aveva deciso di tornare nella casa di via Libertà a Mariotto, forse per recuperare alcuni effetti personali, portando con sé anche due nipotini minorenni. I piccoli sono rimasti fuori dalla porta mentre, all'interno, si consumava il delitto. Su richiesta della Procura di Bari, il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l'arresto a carico di Visaggi.
Il gip ha motivato la misura cautelare "a salvaguardia dei prossimi congiunti e del pericolo di attentati alla loro vita o incolumità. L'indagato ha esibito spietatezza ed accanimento, frutto della convinzione di essere stato ripetutamente tradito nel corso del matrimonio e di non essere il padre dei propri figli, nei cui confronti l'uomo manifestava a più riprese un cieco risentimento, accusandoli di averlo abbandonato per non essere il loro vero padre".[7]