Voce su Sadjide Muslija
Sadjide Muslija, 49 anni, è stata trovata morta nel corso della mattinata del 3 dicembre 2025 all'interno della sua abitazione a Pianello Vallesina, una frazione del comune di Monte Roberto in provincia di Ancona.[1]
Uno scorcio di Monte Roberto in provincia di Ancona (di JollyPR, licenza CC BY-SA 4.0)
A lanciare l'allarme è stato il datore di lavoro della donna, preoccupato perché la quarantanovenne non si era presentata sul posto di lavoro. La vittima era impiegata come operaia in una ditta di confezioni a Jesi. I Carabinieri della Compagnia di Maiolati Spontini si sono diretti all'abitazione della signora Muslija, situata via Garibaldi a Pianello Vallesina.
Quando hanno fatto irruzione nell'appartamento, i militari hanno trovato il corpo senza vita della vittima, riverso sul letto con segni di percosse ed evidenti lesioni alla testa. Secondo i primi rilievi del medico legale intervenuto sul posto, la donna sarebbe stata violentemente aggredita e percossa con un tubo di ferro per impalcature da cantiere. L'oggetto, sporco si sangue, è stato recuperato dagli investigatori nel giardino dell'abitazione.[2]
Come principale sospettato del delitto, i Carabinieri hanno concentrato le loro attenzioni sul marito della vittima: Nazif Muslija, 50 anni. La coppia, sposata da circa 30 anni, era originaria della Macedonia ed aveva un figlio adulto di 26 anni, che però risiede in Svizzera. Al momento del rinvenimento del cadavere, il cinquantenne era irreperibile. I militari dell'Arma, coordinati dalla Procura di Ancona, hanno immediatamente avviato le ricerche dell'indiziato, estese prima fuori regione e poi anche all'estero, con un mandato di arresto internazionale per omicidio volontario.
Secondo le ipotesi degli inquirenti, l'uomo si era dato alla fuga e potrebbe essersi recato fuori dai confini nazionali. Agli atti delle forze dell'ordine risultavano diverse segnalazioni e denunce per maltrattamenti, commessi dal marito nei confronti della signora Muslija, chiamata "Sara" dai conoscenti più stretti.
Tra i vari episodi, nel gennaio del 2025, la donna lo aveva denunciato dopo un litigio in auto, durante il quale lui avrebbe sfondato il parabrezza con un'ascia. Il giorno dopo l'aveva picchiata, rompendole un dito. Poi, nel successivo mese di aprile, Nazif Muslija era stato arrestato dopo l'ennesima aggressione alla coniuge.
L'uomo aveva sfondato la porta della camera da letto, sempre con un'ascia, per aggredire la donna che, nel tentativo di scampare alla violenza, si era dovuta rifugiare dai vicini di casa. In quell'occasione, il malintenzionato era stato bloccato da Carabinieri, ai quali la moglie aveva presentato una nuova denuncia. La vittima aveva raccontato che, da circa due anni, subiva violenze fisiche dal coniuge.
Nei confronti del macedone fu emessa una misura di custodia cautelare per maltrattamenti in famiglia e porto abusivo di armi. Il cinquantenne finì prima ai domiciliari con il braccialetto elettronico e poi in carcere, per un'ordinanza del gip di Ancona. Al processo, nel luglio del 2025, l'imputato aveva patteggiato la pena di un anno e 10 mesi, condizionata alla partecipazione a un corso di recupero per uomini violenti. Nazif Muslija, però, non aveva preso parte a quel corso: "Non c'era posto nell'associazione indicata", ha riferito l'avvocato che lo aveva assistito nel procedimento.[1]
Successivamente, sempre secondo le ricostruzioni, l'uomo aveva ottenuto il perdono della moglie, che aveva ritirato anche la causa di separazione, precedentemente intentata. Così i due coniugi erano tornati a convivere sotto lo stesso tetto.[3]
Nel tardo pomeriggio del 4 dicembre 2025, dopo circa un giorno e mezzo di latitanza, Nazif Muslija è stato rintracciato dai Carabinieri. L'uomo è stato rinvenuto riverso al suolo, gravemente ferito, ma vivo, in una zona impervia del territorio di Matelica in provincia di Macerata.[2]
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