Voce su Pamela Genini
Pamela Genini, 29 anni, è stata uccisa in casa dall'ex compagno Gianluca Soncin, 52 anni, la sera del 14 ottobre 2025 a Milano.[1][2]
La Chiesa di Sant'Andrea a Strozza, in provincia di Bergamo, dove sono stati celebrati i funerali di Pamela Genini (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
L'uomo si è recato nell'abitazione della vittima, situata in via Iglesias nel quartiere Gorla del capoluogo lombardo, probabilmente con l'intenzione di convincerla nuovamente a tornare con lui. La loro relazione era andata avanti per circa un anno e mezzo, anche se i due ultimamente non vivevano più insieme. Intorno alle 21:50 alcuni residenti hanno iniziato a sentire le urla della ventinovenne. In quei drammatici momenti, Soncin avrebbe iniziato ad aggredirla per poi sferrarle molteplici fendenti d'arma da taglio.
Nel frattempo, qualcuno aveva già contattato il 112 per dare l'allarme. Si trattava di un altro ex compagno di Genini, a cui lei aveva mandato dei messaggi di soccorso per spiegare quello che stava succedendo: "Ho paura, ha fatto un doppione delle mie chiavi. È entrato, non so che fare, chiama la Polizia...".[3][4] Come se non bastasse, la giovane è stata anche trascinata ed aggredita sul terrazzino della sua abitazione, mentre alcuni residenti dello stabile a fianco hanno assistito alla violenza e hanno chiamato anche loro la Polizia.[2]
Quando gli agenti delle volanti sono arrivati al civico 33, hanno subito citofonato alla vittima. Genini ha risposto e ha detto solo "Glovo", evidentemente per far credere a Soncin che si trattava di una consegna a domicilio, ma non è riuscita a premere il bottone dell'apertura. Con ogni probabilità bloccata dall'ex compagno che la stava aggredendo.
In seguito i poliziotti hanno fatto irruzione nell'appartamento, sfondando la porta, ma hanno trovato la vittima già senza vita, mentre Soncin versava in gravi condizioni. Il cinquantaduenne aveva provato a suicidarsi, colpendosi alla gola con vari fendenti d'arma da taglio. L'uomo è stato trasportato all'ospedale Niguarda di Milano in gravi condizioni, ma è riuscito a sopravvivere.
Pamela Genini, originaria di Val Brembilla e residente per anni a Strozza (Bergamo), in passato aveva lavorato come modella e aveva partecipato al reality show televisivo "L'isola di Adamo ed Eva". Successivamente era diventata un'imprenditrice, fondando insieme ad una sua amica il marchio di costumi da bagno femminili SheLux. Negli ultimi tempi lavorava come consulente per un'agenzia immobiliare.[1]
Circa un anno e mezzo prima del delitto, la giovane donna aveva conosciuto Gianluca Soncin, un imprenditore del settore delle auto, originario di Biella e con residenza a Cervia. Genini si era inizialmente trasferita a casa dell'uomo nel Ravennate, ma negli ultimi tempi aveva deciso di allontanarsi ed aveva noleggiato un appartamento al civico 33 di via Iglesias a Milano. Secondo le ricostruzioni, sin dai primi mesi della relazione, l'uomo avrebbe mostrato atteggiamenti di prevaricazione, imponendo alla ventinovenne di non lavorare e di non frequentare altre persone.
Quando la giovane si è trasferita a Milano, l'uomo avrebbe cercato in tutti i modi di spostare la propria residenza nel capoluogo lombardo, nel tentativo di controllare la compagna, che ormai aveva già preso la decisione di lasciarlo definitivamente. Il cinquantaduenne avrebbe anche minacciato di morte il padre e la madre della vittima. Per sfuggire alla morsa ossessiva di Soncin, Genini aveva traslocato momentaneamente a casa dei genitori, in provincia di Bergamo, ma poi è tornata alla Gorla di Milano.
Proprio lì, la sera del 14 ottobre 2025, l'uomo si è presentato sotto l'abitazione della ex in via Iglesias e ha aperto il portoncino d'ingresso e la porta dell'appartamento con una copia delle chiavi che si era procurato a tradimento. Un dettaglio che, sommato all'arma da taglio che si sarebbe portato da casa, ha indotto la Procura di Milano a contestare l'aggravante della premeditazione,[5] oltre a quelle della crudeltà, lo stalking e i futili motivi.[6]
Soncin, sottoposto a fermo, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio tenutosi alla presenza degli inquirenti dopo essere stato dimesso dall'ospedale Niguarda. Al termine delle formalità di rito, il cinquantaduenne è stato condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario. Secondo la prima ispezione medico legale, la vittima è stata raggiunta da oltre 30 coltellate.[7]
L'altro ex compagno della ventinovenne (che aveva allertato le forze dell'ordine dopo che lei gli aveva inviato dei messaggi di soccorso la sera del 16 ottobre), sentito come testimone aveva raccontato agli agenti: «Pur volendosi allontanare e troncare la relazione, Genini temeva di interromperla bruscamente perché aveva paura che Soncin facesse del male a lei e ai genitori, in quanto lo stesso la minacciava "se mi lasci, ti ammazzo e ammazzo tua madre". Inoltre mi diceva, "io non posso lasciarlo, altrimenti mi ammazza"».[4]
In un'intervista al Corriere della Sera, lo stesso aveva riferito: "Lui la isolava da tutti, le ha fatto lasciare il lavoro e abbandonare ogni contatto anche con le amiche. Poi ci sono stati anche casi di violenza sessuale. Dopo uno di questi, nel maggio del 2024, Pamela era rimasta incinta e aveva deciso di abortire. Lei che aveva sempre voluto una famiglia e dei figli, ha detto che non voleva un figlio da quell'uomo".[3]
Uno scorcio del Naviglio Martesana passante per il quartiere Gorla di Milano (di FlavMi, licenza CC BY-SA 3.0)
Un'amica della vittima, invece, aveva raccontato di un altro episodio di violenza, avvenuto nel settembre del 2024: "Pamela mi chiamò in lacrime. Era disperata. Avrebbe dovuto sfilare sul tappeto rosso della Mostra del cinema di Venezia e le avevo dato il contatto di un fotografo che conoscevo perché avrebbe voluto tenere quegli scatti come ricordo. Il fidanzato però si arrabbiò moltissimo e la riempì di botte. Mi girò le foto in modalità temporanea, per non farsi scoprire: aveva il viso gonfio, tumefatto, lividi sulle gambe, sulla pancia. Lui l'aveva presa per i capelli, le aveva tirato addosso una valigia e rotto un dito di una mano".[8]
Il 16 ottobre 2025, il cinquantaduenne si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di garanzia tenutosi nel carcere di San Vittore. Il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura di Milano, ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere a carico dell'uomo. Nell'ordinanza, il gip ha ritenuto che l'azione omicidiaria sia stata "determinata dalla volontà di costringere la donna a non interrompere la relazione con lui". Soncin avrebbe compiuto una "vera e propria spedizione a casa della vittima, decisa almeno una settimana prima, se non prima ancora, quando si era munito del duplicato delle chiavi dell'abitazione della ventinovenne".[9]
Il giudice ha anche ravvisato il pericolo che il cinquantaduenne, se fosse libero, possa fare del male alla madre della vittima (come già preannunciato in minacce pregresse) e all'ex compagno di lei (che aveva lanciato l'allarme e con cui era al telefono poco prima dell'omicidio).[9]