Voce su Nadia Khaidar
Uno scorcio della Chiesa della Beata Vergine Immacolata a Bologna (del Catalogo dei Beni Culturali, licenza BCS 1.0)
Nadia Khaidar, 50 anni, è stata aggredita in casa a Bologna da Redouane Ennakhali, 44 anni, il 27 luglio 2025.[1][2] La vittima, ricoverata in gravi condizioni all'Ospedale Santa Viola del capoluogo felsineo, è morta il successivo 18 ottobre.[3][4]
Originaria del Marocco, la donna risiedeva da anni a Bologna ed era impiegata come addetta alle pulizie in un hotel del centro. Ennakhali, anche lui marocchino, nel pomeriggio del 27 luglio 2025 si era recato sotto l'abitazione della vittima, in via Francesco del Cossa nel quartiere Santa Viola. Sul posto il malintenzionato ha iniziato a colpire l'auto della donna, parcheggiata sotto casa, danneggiandola. Poi, come se non bastasse, si è introdotto nel condominio ed è salito fino all'appartamento dove viveva la cinquantenne.
Lì ha sfondato la porta e ha raggiunto la signora Khaidar, aggredendola violentemente tra le mura domestiche. La vittima sarebbe stata percossa con gli arredi della casa e poi colpita con vari fendenti d'arma da taglio. Le urla strazianti hanno attirato l'attenzione dei vicini che hanno lanciato l'allarme, insieme ai coinquilini della donna, una cugina e il nipote con i quali la cinquantenne condivideva l'appartamento al terzo piano dello stabile in via del Cossa.
All'arrivo delle forze dell'ordine sul posto, Ennakhali è stato arrestato per tentato omicidio. Mentre i Carabinieri lo conducevano lontano dalla scena del crimine, probabilmente in uno stato di alterazione psicofisica dettato dall'assunzione di droga o alcol, l'uomo avrebbe ripetuto più volte: "L'ho ammazzata, l'ho ammazzata!".[1] Il personale sanitario intervenuto nell'abitazione ha rinvenuto la signora Khaidar esanime sul pavimento, in una pozza di sangue, ma ancora viva. Successivamente è stata ricoverata in prognosi riservata all'Ospedale Maggiore di Bologna. Ennakhali invece è stato condotto in carcere, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
La stampa locale aveva riportato che la vittima e il connazionale avevano avuto una breve relazione. Tuttavia, secondo quanto riferito dalla sorella della donna, i due si erano conosciuti diversi anni prima, ma non c'era stata alcuna relazione.[5] L'uomo le aveva le confidato i suoi problemi con la residenza e Nadia Khaidar, sempre gentile, si era offerta di fargliela mettere nella sua casa. La cinquantenne avrebbe voluto mantenere un rapporto di amicizia, mentre Ennakhali sarebbe stato intenzionato ad andare oltre. La violenza del quarantaquattrenne sarebbe scaturita dai vari rifiuti della donna. Non risultano, in ogni caso, segnalazioni o denunce pregresse per reati legati al "Codice Rosso".
L'uomo, tuttavia, aveva altri precedenti penali ed aveva più volte richiesto il rinnovo del permesso di soggiorno, negato dall'Ufficio Immigrazione della Questura perché ritenuto "socialmente pericoloso", proprio a causa dei suoi precedenti. Ennakhali, però, aveva presentato ricorso, ottenendo la sospensione del provvedimento e la possibilità di rimanere regolare sul territorio.[6]
La signora Khaidar, dopo un mese di degenza nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale Maggiore, è poi sta trasferita all'Ospedale Santa Viola di Bologna. Lì il successivo 18 ottobre 2025, dopo quasi tre mesi dalla fatale e violenta aggressione perpetrata dall'ex compagno, la donna è deceduta.[3][4]