Voce su Veronica Abaza
Veronica Abaza, 64 anni, è stata trovata morta nella propria abitazione di via Amendola a Gela, in provincia di Caltanissetta, nel corso della tarda serata del 17 settembre 2025.[1][2]
Uno scorcio panoramico di Gela in provincia di Caltanissetta (di Giovanbattista Brancato, licenza CC BY 2.0)
L'allarme sarebbe stato lanciato dai vicini di casa, che avrebbero sentito delle forti urla e rumori provenire dall'appartamento della vittima. I sanitari del 118 intervenuti sul posto non hanno potuto fare nulla per rianimare la sessantaquattrenne, mentre i Carabinieri hanno ascoltato il convivente della donna: Lucian Stan, 40 anni, originario della Romania e connazionale della donna. L'uomo avrebbe riferito ai militari che la vittima era caduta.
Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, la signora Abaza sarebbe rientrata in casa visibilmente ubriaca, chiedendo anche aiuto per deambulare e poi sarebbe andata a letto. Gli investigatori, però, hanno rilevato delle incongruenze e disposto gli accertamenti sul cadavere della sessantaquattrenne. L'esame autoptico avrebbe evidenziato segni e ferite non corrispondenti ad una caduta accidentale, diversamente da quanto riferito dal convivente.
In particolare, secondo quanto stabilito dal medico legale, la causa del decesso sarebbe da ricondurre a un "grave politrauma cranico-encefalico e toraco addominale chiuso, condizionante una insufficienza cardiaca", lesioni da ricondurre a natura traumatica e "all'azione meccanica violenta di terzi – esercitata con pugni e calci ma anche per urto della testa contro una struttura rigida –, mentre sul torace e sull'addome sarebbero stati realizzati meccanismi di compressione e schiacciamento", con l'aggressore che avrebbe "sormontato a cavalcioni sulla vittima".
Inoltre, secondo le ricostruzioni e le testimonianze dei conoscenti, Lucian Stan sarebbe stato caratterizzato da un'indole violenta e, in passato, avrebbe già ferito più volte la convivente. Pare che la donna, però, non avesse mai denunciato le presunte violenze domestiche "per timore di ritorsioni". Il successivo 6 ottobre l'indiziato è stato arrestato dai Carabinieri su richiesta della Procura di Gela.
Il quarantenne, interrogato dopo l'esecuzione del provvedimento, si è dichiarato estraneo alle accuse contestate, ha negato le violenze sulla connazionale e ha ribadito la versione legata al presunto incidente domestico, dovuto all'assunzione di alcool da parte della donna. Per gli inquirenti, però, l'uomo sarebbe l'unico responsabile della morte della vittima. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere. La Procura ha contestato anche l'aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di una persona convivente.[3][4]
Secondo quanto dichiarato dal Procuratore capo di Gela, Salvatore Vella, in una conferenza stampa tenutasi il 7 ottobre 2025, l'indagato avrebbe cercato di "modificare la scena del crimine, eliminando le macchie di sangue" dopo l'aggressione mortale. Il quarantenne avrebbe anche "cercato di minacciare diversi connazionali che vivono in città e conoscevano la situazione nel rapporto con la donna". "La comunità romena, però, ha collaborato con gli inquirenti", ha concluso il Procuratore.[5]