Il femminicidio di Cristina Palazzani a Viarolo di Parma

Vittima:
Cristina Palazzani
Presunto killer:
Antonio Castigliano
Località:
Viarolo di Parma
Data:
2 agosto 1992
Uno scorcio della Chiesa di San Giorgio a Viarolo di Parma

Uno scorcio della Chiesa di San Giorgio a Viarolo di Parma (di Parma1983, licenza CC BY-SA 4.0)

Voce su Cristina Palazzani

Uno scorcio della Chiesa di San Giorgio a Viarolo di Parma

Uno scorcio della Chiesa di San Giorgio a Viarolo di Parma (di Parma1983, licenza CC BY-SA 4.0)

Cristina Palazzani, neanche 16 anni, li avrebbe compiuti il 12 agosto del 1992, fu uccisa dal fidanzato Antonio Castigliano, che di anni ne aveva 25. Venne ritrovata senza vita il pomeriggio del 2 agosto 1992, in una carraia appena fuori Parma, nella frazione di Viarolo, poco distante da un cavalcavia dell'Autosole. Era morta da un giorno, forse due. Lui l'aveva vegliata, nel frattempo.‍[1]

"Venite a prendermi, ho ucciso una persona". Una persona, non fece il nome, né il grado di conoscenza con la vittima. Questo fu il contenuto della telefonata che effettuò alla centrale operativa di Parma, non tralasciando il fatto che lui stava male. I Carabinieri e gli infermieri giunti sul posto, non poterono ormai far nulla per la ragazza, mentre trovarono il giovane stravolto, intontito, gli occhi fissi e allucinati, sporco e sudato.

Cristina e Antonio si erano conosciuti quando lei aveva finito le medie, lavoravano entrambi in una pizzeria di Trenzano, un paese della bassa bresciana, dove lei viveva con i genitori, piccoli imprenditori edili, e tre dei suoi cinque fratelli. Lui era invece nato a Bacoli, in provincia di Napoli, ma risiedeva a Leno nel Bresciano, non molto distante da Trenzano. Andò tutto bene o almeno parve, finché lui non divenne consulente finanziario nel novembre dell'anno precedente all'omicidio: il suo improvviso benessere aveva insospettito la famiglia di lei.

Cristina voleva aspettare almeno il diciottesimo anno per sposarsi, ma lui voleva fare le cose in fretta, aveva già arredato per loro un appartamento e voleva farla diventare sua moglie e la sua segretaria. I genitori di lei però nel frattempo non erano tranquilli, ricevevano telefonate e a volte anche visite da parte di alcuni creditori. Quindi l'8 luglio il giovane escogitò una fuga d'amore, la cosiddetta "fuitina", e scappò insieme alla fidanzata.

Per accelerare il matrimonio o la prima violenza sulla ragazza? Che comunque telefonò ai genitori dalla Svizzera, dicendo di stare bene, di alloggiare in un grande albergo, cosa che evidentemente loro non credettero, perché chiamarono i Carabinieri. La ragazza venne rintracciata a Bologna il 28 luglio e rimandata a casa.

Il venerdì successivo, 31 luglio, Cristina scappò di nuovo. La mamma la teneva sotto stretta sorveglianza ma, mentre era andata a bere un bicchier d'acqua, la giovane si recò all'esterno. La donna ebbe soltanto il tempo di vedere per l'ultima volta la figlia in vita mentre sfrecciava via su una Fiat Uno bianca, noleggiata da Antonio all'Aci di Trento. L'auto dove poi la malcapitata aveva trovato la morte. Pare sia stata strangolata con la cintura di un accappatoio, con cui il venticinquenne aveva poi coperto il cadavere. Vegliò sul corpo esanime e tentò un patetico suicidio con gli antibiotici, scartando il topicida che aveva pensato di usare per farla finita.

A detta di tutti sembrava un bravo ragazzo, complimentoso, si faceva voler bene, ma evidentemente così non era. Negli ultimi tempi stava addosso alla povera Cristina che invece immaginava soltanto di dover trascorrere una breve vacanza. L'aveva convinta a lasciare il coro dell'oratorio, disse il parroco. Poi anche la squadra di pallavolo. Lei timida, forse succube, lo aveva assecondato. Il giovane si sarebbe pure messo in guai finanziari, qualcuno parlò di assegni falsi. I genitori di Cristina, preoccupati, gli chiesero spiegazioni, ma senza ottenere risposte.

Dopo il fermo, difeso da un avvocato d'ufficio, Manfredo Lazzerini, rimase nel carcere di San Francesco, prima della convalida dell'arresto da parte del magistrato di turno.‍[1] Ad oggi non si conosce l'esito giudiziario dell'inchiesta che ai tempi fu avviata nei confronti del presunto omicida.

Note

  1. a b Pagina 9 de L'Unita del 4 agosto 1992. L'Unità · Archiviato dall'originale.

Cara/o utente, spero tu abbia apprezzato il contenuto di questa pagina.

FemminicidioItalia.info è un progetto informativo nato nei primi mesi del 2019 dedicato alla raccolta di dati e notizie su casi recenti e passati di femminicidio in Italia, nonché sul fenomeno della violenza sulle donne nel nostro paese.

Nel corso del tempo lo sviluppo del sito è aumentato a dismisura. Le pagine sono diventate centinaia e le voci di approfondimento sono costantemente monitorate per fornire gli ultimi aggiornamenti. Teniamo traccia delle notizie e riportiamo quelle più importanti avendo sempre cura di citare le fonti per ringraziare i giornalisti del loro arduo lavoro.

Tuttavia la gestione del progetto è diventata anche più complessa e dispendiosa. Se credi nella bontà del nostro operato e ti va di contribuire, potresti darci una mano oppure considerare di effettuare una donazione. Anche una piccola somma può significare un grande aiuto affinché il sito rimanga in vita e continui a essere aggiornato. Grazie.