Voce su Giulia Ballestri
La Chiesa di San Giovanni Evangelista a Ravenna dove sono stati celebrati i funerali di Giulia Ballestri (di Wilfred Krause, licenza CC BY-SA 3.0)
Il corpo senza vita di Giulia Ballestri, 40 anni, fu trovato il 19 settembre 2016 all'interno di una villa in via Padre Genocchi a Ravenna, di proprietà del marito Matteo Cagnoni, 51 anni.[1][2]
Non si avevano più notizie della donna dal precedente venerdì 16 settembre, quando era uscita in mattinata insieme al coniuge, un noto dermatologo fiorentino, dal quale lei era in corso di separazione. L'uomo non si preoccupò della sua scomparsa, infatti fu la famiglia della vittima a denunciarne la sparizione.
Cagnoni fu fermato a Firenze lo stesso giorno del rinvenimento del cadavere. Si trovava nell'abitazione dei genitori, insieme ai tre figli della coppia. Quando la Polizia raggiunse il posto per una perquisizione, il cinquantunenne scappò da una finestra sul retro facendo perdere le proprie tracce. Ritornato poi in casa, pensando che gli agenti non fossero più presenti, fu definitivamente catturato.
Interrogato sulla vicenda della moglie, si dichiarò innocente ed estraneo alle responsabilità riguardanti la sua morte. Ma erano molti gli elementi che lo inchiodavano, tra cui le sue impronte tra le tracce ematiche della donna sulla scena del crimine. La villa in cui fu ritrovata era chiusa con l'allarme inserito: per gli inquirenti gli unici ad avere le chiavi erano i due coniugi. Il corpo senza vita era in fondo allo scantinato, riverso in una pozza di sangue.[1][2]
Secondo le ricostruzioni, Cagnoni aveva attirato l'ex compagna nella villa disabitata con un pretesto. Una volta all'interno, l'aveva aggredita con un tronco, tagliato da un'altra loro abitazione e portato appositamente sul luogo del delitto. Dalle indagini era emersa la brutale violenza utilizzata nei confronti della vittima.
Il sangue sparso in più parti dell'abitazione lasciò intendere che la donna aveva provato a difendersi e a fuggire durante l'aggressione, senza riuscirci, essendo bloccata, pestata e trascinata con forza sotto i colpi del cinquantunenne. Non solo presa a bastonate, ma anche a calci e pugni che le avevano fratturato tre costole. L'uomo aveva reagito agli ultimi sussulti della coniuge dalla quale si stava per separare, afferrandola per i capelli e fracassandole la testa contro lo spigolo di un muro. Fu rinvenuta con il volto tumefatto.
Durante un'udienza del processo, il rapporto del consulente anatomopatologo ascoltato dalla Corte riferì che sarebbero bastati una decina di minuti per ucciderla, ma l'assassino l'aveva lasciata agonizzante per più di mezz'ora perché, mosso da atroce sadismo, voleva che soffrisse. Il tutto per vendicarsi dell'umiliazione che la donna gli avrebbe inflitto in seguito alla decisione di divorziare per iniziare una nuova storia con un altro compagno, con il quale la quarantenne ultimamente si stava frequentando. Cagnoni, pur mostrandosi consenziente alla separazione, in realtà non aveva mai accettato quella scelta.[3][4]
Foto di Piazza del Popolo a Ravenna (di Veniero Rubboli, licenza CC BY-SA 3.0)
L'uomo fu condotto in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Il 22 giugno 2018 fu condannato all'ergastolo. Contestate nei suoi confronti anche le aggravanti della crudeltà e della premeditazione.[5] Il 26 settembre 2019 la sentenza fu confermata in Corte d'Appello.[6] Il 27 gennaio 2021 la condanna all'ergastolo fu resa definitiva dalla Corte di Cassazione.[7]
Nelle motivazioni della sentenza fu evidenziato il fatto che Cagnoni aveva esercitato sulla signora Ballestri un enorme potere economico, culturale e caratteriale. Quando la donna decise di lasciarlo, lui non riuscì ad accettarlo al punto da progettare un delitto caratterizzato da una feroce violenza. I legali della difesa avevano chiesto più volte di sottoporre l'imputato a una perizia psichiatrica, ma i giudici ritennero che l'uomo, pur presentando un disturbo di personalità di tipo narcisistico, fosse interamente capace di intendere e di volere.[8][9]