Bologna. Il caso di Kristina Gallo. Il suo telefono scomparso è stato recentemente utilizzato. Ipotesi omicidio volontario.
A distanza di quasi due anni dalla sua morte, emerge un nuovo mistero nel caso di Kristina Gallo, la ragazza di 30 anni trovata senza vita nella sua casa di Bologna dal fratello preoccupato perché non la sentiva da giorni.
Un uomo che la giovane aveva frequentato è indagato per omicidio volontario, scrive il Corriere di Bologna. Circostanza confermata anche all'ANSA da ambienti investigativi. A dare un impulso agli accertamenti, il telefono di Kristina che sembrava scomparso e che invece recentemente è stato riacceso.
Il corpo della ragazza, nudo, fu trovato nel marzo del 2019 a pancia in su, dal bacino ai piedi sotto il letto di casa. Per le condizioni del cadavere non si riuscì a stabilire con esattezza la data della morte, risalente a 5-6 giorni prima. Il medico legale incaricato dalla Procura concluse per un arresto cardiaco dovuto a probabili cause naturali.
Ci fu una richiesta di archiviazione a cui la famiglia, difesa dall'avvocata Cesarina Mitaritonna, si oppose, producendo una consulenza che non escludeva l'asfissia. Il gip dispose così nuove indagini. Alcuni mesi fa il suo cellulare, mai ritrovato, è stato acceso e utilizzato da qualcuno: un elemento che ora potrebbe portare a nuovi sviluppi anche se gli accertamenti sono ancora in una fase interlocutoria.