Cisterna di Latina. Uccise le figlie nel 2018. Due rinvii a giudizio per omicidio colposo: Non doveva avere la pistola.
Il Carabiniere Luigi Capasso aveva già manifestato diversi disturbi, ma nessuno gli tolse la pistola che utilizzò per ferire la ex moglie, uccidere le figlie e poi suicidarsi.
Per questo motivo il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, su richiesta del pubblico ministero Giuseppe Bontempo, ha rinviato a giudizio i medici Quintilio Facchini e Chiara Verdone, maggiore dell'Arma dei Carabinieri.
Secondo gli inquirenti, infatti, Capasso non avrebbe dovuto avere la pistola, che gli era stata tolta ma poi restituita. Entrambi dovranno rispondere dell'accusa di omicidio colposo per aver sottovalutato lo stato di salute del militare che ha compiuto quella che è ormai tristemente nota come la strage di Cisterna di Latina.
Era successo la mattina del 28 febbraio 2018. L'uomo non si era rassegnato alla fine del suo matrimonio. La moglie Antonietta Gargiulo stava per andare al lavoro quando Capasso le ha sparato, ferendola gravemente con tre colpi di pistola.
Poi il malintenzionato era salito in casa, aveva raggiunto la cameretta e ucciso nel sonno le figlie Alessia e Martina, di 13 e 7 anni. Infine si era suicidato dopo una lunga trattativa con i colleghi, purtroppo non andata a buon fine.