Milano. Omicidio Wafaa Chrakoua. Dieci coltellate mortali. Il marito al gip: "Uno scatto di rabbia".

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Milano. Omicidio Wafaa Chrakoua. Dieci coltellate mortali. Il marito al gip: "Uno scatto di rabbia".

Bouchaib Sidki, 59 anni, originario del Marocco, disoccupato, è calmo quando racconta alla gip Stefania Donadeo, nell'interrogatorio di convalida dell'arresto, di quello "scatto d'ira" che nella sua testa quasi giustifica le dieci coltellate mortali alla moglie Wafaa Chrakoua, di 51 anni, madre dei suoi quattro figli.

Nell'interrogatorio Sidki, difeso dall'avvocato Mario Petta, ha risposto alle domande della giudice ribadendo in sostanza quando aveva già detto alla pm Sara Arduini e agli investigatori della sezione Omicidi, diretti da Marco Calì.

"L'ho uccisa per uno scatto di rabbia. Perché ero seduto sul divano, lei è entrata in casa e quando mi ha visto ha ricominciato con le solite cose, che dovevo trovarmi un lavoro, che non facevo niente, che lei era stanca e mi ha insultato. Così mi sono alzato dal divano, sono andato in cucina e ho preso un coltello..."

Dopo aver ucciso, Sidki ha percorso più di un chilometro dal civico 1 di via Lope de Vega, zona Famagosta, periferia difficile di Milano, prima di fermare in viale Liguria una pattuglia dei Carabinieri. "Ho ucciso mia moglie", ha detto subito ai militari. Con loro è tornato nell'appartamento al quarto piano del caseggiato popolare dove nel frattempo erano già arrivati i soccorritori del 118 e della polizia, chiamati dal figlio e dai vicini.

Non era la prima volta che dall'appartamento provenivano delle urla. Anzi, i litigi erano quotidiani, ma la donna non aveva mai voluto denunciare e a chi tentava di aiutarla raccontava che il marito si arrabbiava qualche volta con i figli, non con lei, che era tutto a posto.

Nei registri delle forze dell'ordine c'è un solo intervento in via Lope de Vega al civico 1, quarto piano. È del luglio scorso: in quell'occasione il 59enne pare che avesse colpito la moglie con pugni e calci. L'allarme era partito dai vicini. Gli agenti erano arrivati nell'abitazione per prestarle soccorso. Alla fine, però, lei, anche in quell'occasione non aveva voluto denunciare: "tutto a posto". (Anna Giorgi)

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