Acireale. Omicidio Agata Scuto. Rosario Palermo condannato in primo grado all'ergastolo.
Ergastolo con isolamento diurno per la durata di un anno. Si chiude con questa sentenza di condanna per l'imputato Rosario Palermo il processo di primo grado per l'omicidio e l'occultamento del cadavere di Agata Scuto, la 22enne di Acireale, scomparsa la mattina del 4 giugno del 2012 e il cui corpo non è mai stato ritrovato.
Oltre alla pena dell'ergastolo, la Corte d'Assise di Catania ha applicato la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di tre anni, oltre alle pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici, dell'interdizione legale e della sospensione della responsabilità genitoriale durante l'esecuzione della pena. Per le motivazioni, bisognerà attendere 90 giorni. Intanto, l'avvocato difensore ha già anticipato le intenzioni di ricorrere in Appello.
Per l'accusa, Palermo avrebbe occultato il cadavere dopo avere ammazzato la ragazza perché avrebbe aspettato un figlio da lui. Una gravidanza che, però, sarebbe solo presunta: alla madre, la giovane avrebbe confidato infatti di non avere più il ciclo mestruale. Una confidenza a cui si aggiungerebbe una frase scritta sul diario – "Mamma cornuta" – che, però, è tra gli effetti personali che sono stati buttati proprio dai familiari.
Un caso riaperto, in seguito a una segnalazione anonima, a distanza di anni. Un peso specifico importante nella vicenda lo hanno avuto non solo le intercettazioni, ma anche quella che è stata considerata dall'accusa «una sorta di confessione».
In realtà, si tratta di soliloqui intercettati in auto. Monologhi in cui, alternativamente, Palermo si attribuisce la responsabilità e poi si scagiona immaginando di essere davanti agli inquirenti o ad un giudice. «Abbiamo trovato la ragazza morta strangolata e bruciata a Pachino e tu ti sei fatto una bruciatina». (di Marta Silvestre – Meridionews.it)