Fossò. Turetta in carcere: "Giulia mi ha detto che ero troppo dipendente. L'ho uccisa a coltellate".

Immagine della notizia (Immagine di Diego Mazzetto su Wikimedia Commons — CC BY-SA 4.0)

Fossò. Turetta in carcere: "Giulia mi ha detto che ero troppo dipendente. L'ho uccisa a coltellate".

Filippo Turetta, accusato della morte dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha raccontato nei dettagli il femminicidio della 22enne di Vigonovo, davanti al pm di Venezia, Andrea Petroni, nell'interrogatorio dello scorso 1º dicembre, rivelato nella puntata di 'Quarto Grado' andata in onda ieri sera, venerdì 21 giugno.

«Abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso con lei. Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo. È scesa dalla macchina gridando "Sei matto, lasciami in pace". Ero molto arrabbiato. Prima di uscire anche io ho preso un coltello dalla parte posteriore del sedile del guidatore», ha confessato il ragazzo, ora detenuto nel carcere di Verona.

«L'ho rincorsa, l'ho afferrata per un braccio tenendo il coltello nella destra. Lei urlava: "Aiuto" ed è caduta – prosegue Turetta –. Mi sono abbassato su di lei, le ho dato un colpo sul braccio. Mi pare di ricordare che il coltello si sia rotto subito dopo. L'ho presa per le spalle mentre era per terra. Lei resisteva, ha sbattuto la testa. L'ho caricata sul sedile posteriore».

Le fasi concitate di quando l'ex studente di ingegneria le mette dello scotch sulla bocca, poi il tentativo di Giulia Cecchettin di scappare. Nell'area industriale di Fossò, dove si è consumato l'omicidio, Turetta la insegue, la raggiunge: «Le ho dato una decina, dodici, tredici colpi con il coltello – afferma – Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia»". (LaPresse)

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