Padova. Omicidio Nicoleta Rotaru. Ascoltato in aula un audio di Zorzi: "Ti ammazzo con le mie mani".
«Se mi porti via le figlie, ti spezzo il collo». E ancora: «Se lo fai, ti ammazzo con le mie mani». Poi: «Ti trovo anche in capo al mondo e ti faccio finire male». Il tutto condito da offese irripetibili. Questo il contenuto dell'audio choc fatto ascoltare ieri, mercoledì 19 febbraio, alla Corte d'Assise di Padova dove si celebra il processo per la morte delle 37enne Nicoleta Rotaru.
Secondo la pubblica accusa, la donna sarebbe stata uccisa dall'ex marito Erik Zorzi, il quale avrebbe poi inscenato un finto suicidio della 39enne, con cui continuava a convivere nella casa di Abano Terme insieme alle due figlie della coppia, di 9 e 12 anni.
Una storia che ha dell'incredibile, se si pensa che Erik Zorzi era stato arrestato il 20 marzo del 2024, mentre la vicenda risale alle prime luci dell'alba del 2 agosto 2023, quando la donna, dopo la chiamata del convivente al Suem 118, viene trovata rannicchiata nella doccia con una cintura marrone chiusa intorno al collo, ma non agganciata da nessuna parte.
Nell'udienza si sono alternati sei testimoni. Le prime a parlare sono state un'amica, la madre adottiva e una delle sue sorelle, le quali hanno tutte rimarcato come Nicoleta Rotaru avesse loro confidato le angherie subite da Erik Zorzi, che le riservava continui insulti e minacce.
Non solo a lei, peraltro: la madre adottiva ha riferito che una volta il 42enne le telefonato «urlandomi contro che sono il diavolo in persona e che avrebbe preso un'arma per venire in Moldavia a spararmi». La sorella della vittima ha invece affermato che Erik Zorzi offendeva Nicoleta, le prometteva di ucciderla e la costringeva ad avere rapporti sessuali: dopo uno di questi ultimi era rimasta incinta e, come noto, le era stato imposto dall'uomo di abortire.
È poi toccato a Dana, ovvero la nuova compagna di Erik Zorzi all'epoca dei fatti, che ha raccontato: «L'ho conosciuto nell'aprile 2022. Dopo tre mesi che lo conoscevo, la sua ex moglie mi ha telefonato dicendomi di convincerlo ad accettare la separazione alle sue condizioni, salvo poi insultarmi. Nei giorni antecedenti e successivi all'accaduto non ho sentito Erik, che si è rifatto vivo il 12 agosto dicendomi che Nicoleta "si era uccisa facendo il suo ultimo gesto egoistico": io di lui non ho mai avuto paura, tanto che sognavamo un giorno di stare insieme».
L'ultimo testimone è stato Mirko, l'ultimo compagno di Nicoleta Rotaru: «È stato un colpo di fulmine, ci siamo innamorati a vicenda sin da subito. La sera prima della sua morte è venuta a trovarmi e dopo una passeggiata ci siamo messi nella sua macchina. Quando è arrivata a casa mi ha scritto che l'ex marito ci aveva spiato perché le aveva ripetuto parola per parola quello che ci eravamo detti in auto, e poi non l'ho più sentita». (PadovaOggi)