Il femminicidio di Nicoleta Rotaru ad Abano Terme

Vittima:
Nicoleta Rotaru
Presunto killer:
Erik Zorzi
Località:
Abano Terme
Data:
2 agosto 2023
Uno scorcio della Piazza dei Caduti, di fronte al Municipio di Abano Terme in provincia di Padova

Uno scorcio della Piazza dei Caduti, di fronte al Municipio di Abano Terme in provincia di Padova (di Elekes Andor, licenza CC BY 4.0)

Voce su Nicoleta Rotaru

Nicoleta Rotaru, 39 anni, fu trovata morta in casa nelle prime ore del mattino del 2 agosto 2023 ad Abano Terme in provincia di Padova.‍[1][2]

Uno scorcio della Piazza dei Caduti, di fronte al Municipio di Abano Terme in provincia di Padova

Uno scorcio della Piazza dei Caduti, di fronte al Municipio di Abano Terme in provincia di Padova (di Elekes Andor, licenza CC BY 4.0)

A lanciare l'allarme fu il convivente ed ex marito Erik Zorzi, 42 anni. L'uomo disse che la donna si era chiusa a chiave in bagno e non gli rispondeva da circa due ore, temendo che le fosse successo qualcosa di grave perché non dava più segni di vita. Sul posto giunsero i sanitari del 118 e i Carabinieri della locale stazione che trovarono la porta del bagno ancora serrata. Fu necessario sfondare l'ingresso per rinvenire il cadavere della vittima, rannicchiato nei pressi del box doccia con una cintura stretta intorno al collo.

Zorzi aveva parlato del fatto che la convivente stava attraversando un "periodo difficile" a causa della fine del loro matrimonio. I due si erano conosciuti nel 2004 su una chat online, poi lui si era recato in Moldavia, il paese d'origine di lei, e ne era nata una relazione. Due anni dopo si erano sposati e dalla loro unione erano nate due bambine.

Il rapporto era poi terminato negli ultimi anni con la separazione legale approvata dal giudice nel marzo del 2023.‍[3] Nonostante l'uomo volesse mandarla via di casa, la sentenza di separazione aveva stabilito che la donna poteva rimanere nell'abitazione di via Rocca Pendice ad Abano Terme.‍[4] La trentanovenne si era comunque attivata per cercare una nuova sistemazione.

Inizialmente la morte della donna fu attribuita ad un suicidio. Infatti ben due relazioni medico-legali confermarono l'ipotesi del gesto anticonservativo.‍[5] I parenti della vittima, però, non crebbero mai a tale ricostruzione e si affidarono alle proprie avvocate di fiducia per chiarire maggiormente le cause della drammatica vicenda. Le legali a loro volta, per lunghi mesi, fecero pressioni sui Carabinieri e la Procura di Padova affinché si approfondissero tutti gli aspetti del caso.

In particolare, la versione dell'ex compagno sembrava inverosimile: la trentanovenne aveva trovato un nuovo compagno, stava cercando una nuova casa dove trasferirsi e attendeva l'inizio di un nuovo lavoro con contratto a tempo indeterminato. Inoltre, entro pochi giorni, era in procinto di partire per le vacanze insieme ad alcune amiche e alle due figlie.‍[6]

Alcuni conoscenti della vittima riferirono di un quadro di "tensioni familiari", soprattutto legate alla convivenza con l'ex marito. Il nuovo compagno della donna aveva anche raccontato di diverse minacce di morte che la stessa avrebbe ricevuto da Zorzi. Negli ultimi tempi i litigi tra i due ex coniugi erano sempre più frequenti. I Carabinieri, tra il 2021 e il 2023, erano già intervenuti per sette volte nell'abitazione di Abano Terme su richiesta dei vicini, preoccupati per le urla che provenivano dall'appartamento.‍[7]

Sempre secondo le testimonianze, l'uomo era ossessionato dalla compagna e la controllava in qualsiasi iniziativa. La donna, laureata in lingue in Moldavia, decise nel 2012 di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza all'Università di Padova, ma Zorzi era contrariato e la fece desistere. Nel 2017, spinta da un'amica, Nicoleta Rotaru si candidò come consigliera comunale in vista delle elezioni amministrative di Abano Terme, nella lista civica CambiAbano dell'allora aspirante sindaco Michele Di Bari.

In quell'occasione, il marito fece pressioni per rimuovere le immagini della donna dai social: "Mi chiamò per dirmi di togliere le foto di sua moglie – dichiarò Michele Di Bari –, mi arrabbiai con lui e gli dissi che se voleva essere tolta dai social, lei avrebbe dovuto chiamarmi di persona. Dopo poco mi arrivò la stessa richiesta da parte di Nicoleta: Allora avevamo cancellato tutto, non volevamo che le provocassero problemi con lui".‍[8]

Nicoleta Rotaru negli ultimi anni lavorava come dipendente di una pelletteria a Selvazzano Dentro (Padova). Il datore di lavoro, Maurizio Giaron, riferì del problemi che la donna viveva in casa: «Veniva al lavoro con ferite, tagli, escoriazioni molto gravi, ci faceva sentire gli audio del marito che urlava, non si distinguevano quasi le parole. Il giorno prima di morire ci aveva confidato che, mentre si trovava a letto per riposare, aveva riaperto gli occhi e lui la stava fissando a pochi centimetri di distanza».

Nelle testimonianze del titolare fu confermata anche l'ossessione dell'uomo nei confronti dell'ex compagna: «Lui era ossessionato, lei piangeva, quando noi le consigliavamo di denunciarla lei ci rispondeva: "Ho paura di lui, ce l'ho in casa". Più di una volta era venuto qui: la tempestava di messaggi le diceva "guarda che sono qui", poi è venuto anche dopo la sua morte, aveva suonato per ritirare il suo stipendio».‍[9]

Sette mesi dopo il decesso della vittima, il 22 marzo 2024, arrivò la svolta nelle indagini. Erik Zorzi fu arrestato dai Carabinieri e condotto in carcere, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Padova, su richiesta della locale Procura.‍[10] Suscitò particolari polemiche il fatto che la notizia dell'arresto fu resa nota dalla stampa soltanto il 24 agosto 2024, circa cinque mesi dopo l'esecuzione dell'ordinanza.‍[11]

La Procura di Padova, però, precisò che non era facoltà dei magistrati diffondere le notizie e, nello specifico, la decisione di non divulgare l'arresto dell'uomo fu presa per tutelare la privacy delle due figlie minori. Inoltre, il procuratore capo Angelantonio Racanelli aggiunse che "un bravo giornalista investigativo sarebbe stato nelle condizioni di raccogliere le informazioni da altre fonti", come poi era effettivamente avvenuto.‍[5]

A carico dell'indagato era emerso un quadro di violenze e maltrattamenti poste in essere non solo verso l'ex moglie, ma anche nei confronti delle figlie di 8 e 13 anni.‍[3] L'uomo era accusato di omicidio aggravato dalle circostanze di minorata difesa della vittima e dalla relazione coniugale con la stessa (anche se cessata).‍[10] Contestualmente, le figlie vennero prese in carico dai servizi sociali.

Zorzi respinse ogni addebito, proclamandosi innocente.‍[12] Secondo gli inquirenti, però, il quarantaduenne aveva inscenato il suicidio dell'ex compagna. L'uomo avrebbe aggredito la donna, strangolandola con una cintura e soffocandola a morte. Poi avrebbe trascinato il corpo senza vita nel bagno, lasciandolo sul pavimento affinché fosse ritrovato successivamente dai militari intervenuti sul posto, dopo la chiamata dei soccorsi. Nel frattempo le due figlie della coppia erano presenti nell'abitazione, ma dormivano nella loro camera da letto.

Fondamentale per la ricostruzione del delitto si era rivelata la registrazione audio che Rotaru aveva avviato sul proprio cellulare nel corso della notte tra il 1º e il 2 agosto 2023. Nel corso degli anni la donna avrebbe registrato oltre mille conversazioni audio, in particolare quelle che avvenivano con l'ex marito convivente, probabilmente allo scopo di tutelarsi nel caso lo avesse denunciato. Le avvocate ingaggiate dalla famiglia lo sapevano e avevano sollecitato più volte i Carabinieri affinché tutti i file fossero vagliati da un perito tecnico.‍[13]

La registrazione "decisiva", però, non fu recuperata subito dalle legali perché rimase custodita nel cellulare della trentanovenne e non trasferita nel cloud. In ogni caso, il 29 novembre 2023 le avvocate chiesero formalmente ai militari che il dispositivo fosse affidato ad un perito. L'incarico fu assegnato dalla Procura il 17 gennaio 2024. Il professionista analizzò migliaia di file audio e due relazioni furono consegnate agli inquirenti, il 22 febbraio e il 4 marzo 2024. Fu però ad una successiva ripresa delle attività di ascolto, il successivo 13 marzo, che il perito scovò la registrazione "chiave".‍[9]

Si trattava di un file audio lungo ore, registrato dalla tarda serata del 1º agosto fino alle 7.00 del mattino seguente. In esso si sentirebbe il diverbio sempre più furioso tra i due ex coniugi nell'abitazione di Abano Terme. L'uomo intimava all'ex compagna di andarsene da casa: "Liberaci dal male, vattene via, vattene Nico, vattene, mi stai distruggendo...". Lei lo implorava: "Erik, ti prego, smettila". Il litigio fu poi seguito da rumori inequivocabili di ansimi, al culmine di una lotta fisica, che gli inquirenti ritennero compatibili con un'azione omicida.

Secondo gli accertamenti, l'agonia della vittima sarebbe durata circa 9 minuti. "Una volta che la donna aveva cessato di respirare – scrisse il gip nell'ordinanza di custodia cautelare –, vi erano rumori che chiaramente indicavano lo spostamento del corpo dal letto all'ingresso nel bagno e l'utilizzo di attrezzi o simili. Zorzi mise in atto la simulazione del suicidio e agì con estrema lucidità, la stessa con la quale poche ore dopo accolse i soccorritori e i Carabinieri in casa".‍[14]

L'uomo, ascoltato dagli inquirenti, ammise che la sera del 1º agosto 2023 aveva piazzato un registratore audio nell'auto in uso all'ex moglie per catturare i dialoghi tra lei e il nuovo compagno. Al ritorno della donna in casa, il quarantaduenne recuperò il dispositivo dal veicolo e ne ascoltò il contenuto. Per quel motivo, nel corso della notte tra il 1º e il 2 agosto, sarebbe cominciata l'ennesima discussione nell'appartamento, all'inizio della quale la trentanovenne aveva attivato di nascosto la registrazione sul proprio cellulare. Così fu catturato l'ultimo aspro diverbio fra i due, che secondo le accuse culminò nello strangolamento mortale.‍[7]

L'uomo però negò di averla soffocata, sostenendo che l'ex compagna era ancora viva quando avevano terminato di litigare, poi lei si chiuse in bagno senza dare risposta. Ulteriori accertamenti, effettuati dagli investigatori nell'abitazione di Abano Terme, permisero successivamente di scoprire che era possibile rimuovere e riposizionare il pannello centrale della porta del bagno. Una circostanza che avrebbe consentito all'indagato di uscire dal locale nonostante la porta fosse chiusa a chiave dall'interno.‍[15]

Nel settembre del 2024, dopo la chiusura delle indagini, la Procura di Padova ottenne il rinvio a giudizio per Erik Zorzi.‍[16] Nel corso del processo era emerso che Nicoleta Rotaru nel 2021 era rimasta incinta per la terza volta del compagno, ma l'uomo l'avrebbe costretta ad abortire. La donna aveva confidato di quell'episodio ad alcune amiche.‍[17]

Nell'udienza del 16 gennaio 2025 furono chiamate a testimoniare un'amica della vittima, una vicina di casa e diverse colleghe di lavoro. La prima raccontò in aula: «Eravamo amiche dai tempi del liceo, lei era venuta in Italia due anni dopo di me... Mi raccontava che il marito era possessivo e geloso. Spesso la offendeva e la umiliava. Le diceva: "sei una puttana moldava".‍[18] Negli ultimi tempi, stavano nella stessa casa solo per il bene delle bambine... Peraltro lui non aveva considerato sua figlia, la seconda bambina, fino a quando aveva iniziato a camminare e a parlare...»

"Le avevo sempre detto di rivolgersi alle forze dell'ordine – continuò la stessa testimone –, ma lei mi rispondeva che lo aveva fatto. E che finché non avevano prove, non potevano fare nulla. Quando Nicoleta è morta, sono stata da loro e ho detto che non si era suicidata e che era stata sempre minacciata. I Carabinieri mi avevano replicato che non c'era nessuna denuncia da parte sua".

Nella medesima udienza, la vicina di casa confermò l'episodio dell'aborto: "Mi chiedevo come fosse stata possibile la gravidanza... lei mi rispose che a volte aveva dovuto concedersi per la pace familiare e una volta per poter comprare il pianoforte alla figlia... Il marito la cercava anche se aveva un'altra donna". La stessa testimone citò anche di una segnalazione alle forze dell'ordine: «Una sera erano intervenuti i Carabinieri su mia chiamata... Poco prima mi aveva telefonato Nicoleta, molto provata dopo un lite con il marito. La linea era caduta, lei non rispondeva, ed io ero rimasta preoccupata».

Successivamente «i militari suonarono il campanello di casa mia – precisò la vicina –, dicendo che lei dormiva ed era tutto a posto con il marito... Mi dissero: "Ci ha chiamato per niente, che bisogno c'era...? Sappiamo com'è la situazione, già segnalata ai Servizi sociali...". Avevano anche detto che la casa era un disastro e ne parlavano come se fosse colpa di Nicoleta. Dissero pure: "Lei è stata plagiata dalla signora". Io risposi: "Sappiate che se succederà qualcosa alle bambine e alla signora, l'avrete sulla coscienza"».

Alcune colleghe di lavoro riferirono in aula: «Nicoleta ci aveva fatto sentire delle registrazioni in cui il compagno diceva che voleva liberarsi di lei. Lui la minacciava: "ammazzo te e le tue figlie"». Se non fosse morta, la vittima sarebbe stata assunta con un contratto a tempo indeterminato dal 1º settembre 2023, un mese dopo il presunto omicidio. Infatti alle colleghe ripeteva: «Sono gli ultimi cento metri...». Grazie a quel contratto avrebbe potuto fare un mutuo e pensare ad una nuova vita con le figlie in un'altra casa.

In due occasioni Nicoleta Rotaru si era presentata al lavoro con botte ed un'escoriazione, giustificate da cadute casuali, ricordarono le colleghe. Una circostanza che era stata confermata nel processo anche da un cugino della vittima, che l'aveva invitata ad andarsene di casa: «Lei era stata anche spinta giù dalle scale dal marito, lo aveva riferito a mia moglie. Nicoleta non si sarebbe mai uccisa: negli ultimi mesi mi mandava foto di case che avrebbe voluto comprare».‍[17]

Nell'udienza del 19 febbraio 2025 furono ascoltati quelli che, all'epoca dei fatti (agosto 2023), erano i nuovi partner di Zorzi e Rotaru. La donna che frequentava l'imputato riferì in aula: «Nei giorni antecedenti e successivi all'accaduto non ho sentito Erik, che si era rifatto vivo il successivo 12 agosto, dicendomi che Nicoleta "si era uccisa facendo il suo ultimo gesto egoistico". Io di lui non ho mai avuto paura, tanto che sognavamo un giorno di stare insieme».

Il nuovo compagno della vittima affermò: "È stato un colpo di fulmine, ci siamo innamorati a vicenda sin da subito. La sera prima della sua morte, era venuta a trovarmi e dopo una passeggiata ci siamo messi nella sua macchina. Quando è arrivata a casa mi ha scritto che l'ex marito ci aveva spiato perché le aveva ripetuto parola per parola quello che ci eravamo detti in auto. E poi non l'ho più sentita". Nel corso della stessa udienza fu anche ascoltato un audio in cui Zorzi minacciava di morte Rotaru in vari passaggi: "Se mi porti via le figlie ti spezzo il collo". "Se lo fai, ti ammazzo con le mie mani». "Ti trovo anche in capo al mondo e ti faccio finire male. Ti distruggo".‍[19]

Nell'udienza del 16 aprile 2025 fu ascoltato un ingegnere, consulente della Procura, incaricato di ricostruire i movimenti e le azioni messe a punto dall'imputato per simulare che la moglie si fosse chiusa nel bagno dall'interno. Zorzi, dopo aver posizionato il cadavere della vittima sul piatto della doccia con una cintura intorno al collo, si sarebbe adoperato per circa 26 minuti, tra smontaggi e rimontaggi, nel tentativo di capire come fare a chiudere la porta dall'esterno.

Secondo l'ingegnere, l'uomo sarebbe riuscito nell'intento e avrebbe usato un cordino per la chiusura della porta. Tale sistema avrebbe riprodotto un "vibrato" che si sentiva anche nell'audio registrato dal cellulare di Nicoleta Rotaru durante la notte del delitto, nonché dalle prove effettuate dai consulenti della Procura sul posto, nel corso di uno dei sopralluoghi eseguiti nell'abitazione di Abano Terme.‍[20]

Uno scorcio della Piazza del Sole e della Pace ad Abano Terme in provincia di Padova

Uno scorcio della Piazza del Sole e della Pace ad Abano Terme in provincia di Padova (di Marika Bortolami, licenza CC BY 2.0)

Nell'udienza del 6 maggio 2025 fu ascoltato proprio l'imputato. Nel corso delle sue dichiarazioni, Zorzi aveva accusato la vittima: "Beveva uno o due litri al giorno di vino... Stava al cellulare dieci ore... Eravamo separati, ma non capivo cosa volesse fare delle nostre vite". L'uomo, rispondendo alle domande dell'avvocata di parte civile (che tutelava le due figlie della coppia nel processo), aveva ammesso di avere spiato l'ex compagna con un registratore digitale: «Aveva cominciato lei... E l'ho fatto anche io per ricattarla».‍[21]

Poi l'imputato aveva parlato dell'ultima sera vissuta dalla donna: "Nel pomeriggio, prima che andasse dal nuovo compagno, avevo nascosto un registratore sotto al tappetino della sua auto per capire dove andava. Quando è tornata non ci siamo incrociati, io sono andato a prendere il registratore e ascoltando l'audio ho capito tutto. Ero amareggiato ma nel contempo esaltato, perché avevo una prova forte in mano. Lei da mesi, dopo la separazione, voleva buttarmi fuori dalla mia casa".

In aula fu nuovamente riprodotto l'audio registrato la notte del delitto (dal cellulare della trentanovenne, all'insaputa di Zorzi). Una particolare attenzione fu riservata alla parte in cui si sentiva l'uomo offendere l'ex compagna e poi la donna, dopo mezz'ora, gli urlava: "Vai via maiale". Su tale punto, l'imputato precisò: «Quando mi ha detto "vai via maiale", è perché ho tentato un ultimo rapporto sessuale con lei... perché se la sua finalità era di mandarmi via di casa, quello sarebbe stato l'ultimo rapporto». Pochi instanti dopo, per circa dieci minuti, l'audio registra il presunto assassinio della vittima, che urlava e rantolava fino a non emettere più alcun suono. Zorzi aggiunse: «Ricordo di quel suono... era perché Nicoleta aveva la sua bocca sul mio avambraccio, come se mi mordesse...».‍[22]

Note

  1. Strangola l'ex moglie nel sonno fingendo il suicidio. Ma il cellulare lo incastra: 42enne accusato di omicidio. il Resto del Carlino · Archiviato dall'originale. Consultato il 24 agosto 2024.
  2. Morta in bagno, non era suicidio: l'audio del delitto sul cellulare incastra il marito. Today · Archiviato dall'originale. Consultato il 24 agosto 2024.
  3. a b Abano Terme: le avvocate di Nicoleta Rotaru hanno insistito per esaminare il telefonino. RaiNews · Archiviato dall'originale. Consultato il 27 agosto 2024.
  4. Femminicidio Nicoleta Rotaru, le sue ultime parole registrate dal cellulare: «Erik ti prego smettila». Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 26 agosto 2024.
  5. a b Nicoleta Rotaru e il delitto taciuto, il procuratore capo di Padova: «Non siamo obbligati a dare le notizie, tutelata la privacy delle figlie». Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 1º settembre 2024.
  6. Chi era Nicoleta Rotaru, uccisa dall'ex marito simulando un suicidio. Il nuovo lavoro, la politica e la paura: «La controllava, era violento». Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 24 agosto 2024.
  7. a b "Ti prego Erik, smettila" poi un urlo strozzato: l'audio che ha convinto i Carabinieri che la morte di Nicoleta Rotaru era un femminicidio. Il Fatto Quotidiano · Archiviato dall'originale. Consultato il 26 agosto 2024.
  8. Femminicidio Nicoleta Rotaru, la candidatura e il veto del marito opprimente: «Le impedì di proseguire». Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 26 agosto 2024.
  9. a b Femminicidio Nicoleta Rotaru, più di mille audio con violenze e insulti: «Ha registrato Erik per anni». Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 27 agosto 2024.
  10. a b Carabinieri: Accusato di aver ucciso l'ex moglie inscenandone il suicidio, uomo di Abano Terme (PD) arrestato e rinviato a giudizio. Agenparl · Archiviato dall'originale. Consultato il 24 agosto 2024.
  11. «Sei mesi senza sapere che una donna è stata uccisa: ecco gli effetti della legge Cartabia». PadovaOggi · Archiviato dall'originale. Consultato il 26 agosto 2024.
  12. Uccisa simulando un suicidio, la versione dell'ex marito: «Non le ho mai stretto una cintura al collo». Corriere.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 26 agosto 2024.
  13. Nel cellulare di Nicoleta Rotaru migliaia di registrazioni di liti furibonde, insulti, vessazioni. RaiNews · Archiviato dall'originale. Consultato il 27 agosto 2024.
  14. "Erik ti prego smettila", l'audio di Nicoleta Rotaru salvato sul cloud che ha incastrato l'ex per omicidio. Fanpage.it · Archiviato dall'originale. Consultato il 26 agosto 2024.
  15. Registra l'audio della sua morte, in cella l'ex marito. ANSA · Archiviato dall'originale. Consultato il 24 agosto 2024.
  16. Omicidio di Abano, il marito di Nicoleta a processo davanti alla Corte d'Assise. Il Mattino di Padova · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 settembre 2024.
  17. a b Nicoleta uccisa dal marito. Era stata costretta ad abortire. Il Mattino di Padova · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 gennaio 2025.
  18. Femminicidio di Abano: Nicoleta costretta ad abortire. In aula parlano i testimoni. Telenuovo · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 gennaio 2025.
  19. Omicidio Rotaru, in aula l'audio choc dell'ex marito: «Se porti via le bimbe ti ammazzo». PadovaOggi · Archiviato dall'originale. Consultato il 19 febbraio 2025.
  20. Femminicidio di Abano: «Erik ha lavorato un'ora sulla porta per inscenare il suicidio». Il Mattino di Padova · Archiviato dall'originale. Consultato il 17 aprile 2025.
  21. Femminicidio di Abano, in aula le accuse di Zorzi contro l'ex moglie che ha ucciso. Il Mattino di Padova · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 maggio 2025.
  22. Omicidio Rotaru, parla in aula l'accusato Erik Zorzi: «Volevo avere un rapporto sessuale con lei». PadovaOggi · Archiviato dall'originale. Consultato il 7 maggio 2025.

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