Pesaro. Omicidio Ana Cristina Correia Duarte. Il marito: "È stata una cosa involontaria. Chiedo scusa".
"Mi dispiace per quello che è successo, è stata una cosa involontaria. Chiedo scusa a tutti, non solo a mia moglie, ma soprattutto ai miei figli. Era una cosa che non doveva succedere". Queste le parole pronunciate in aula, questa mattina, da Ezio Di Levrano davanti alla Corte d'Assise a Pesaro durante la prima udienza del processo per l'omicidio della moglie Ana Cristina Duarte Correia.
La vittima, 38 anni, è stata uccisa in casa a Saltara di Colli al Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino, con otto coltellate nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2024, all'interno dell'abitazione dove si trovavano anche i tre figli della coppia, che all'epoca avevano 6, 13 e 14 anni.
Le dichiarazioni dell'imputato hanno suscitato la reazione della legale della parte offesa. "Le parole di Di Levrano sono il solito cliché, – ha dichiarato l'avvocata Francesca Grazia Conte, che assiste la madre di Cristina Duarte –. Fortunatamente il nostro ordinamento non riconosce come attenuanti gli stati emotivi e passionali".
"Le parole della dell'imputato, a mio giudizio, – ha invece sottolineato il difensore Salvatore Asole – mostrano chiaramente il suo pentimento per quello che è successo. Sono in linea con una frase pronunciata già i giorni immediatamente dopo l'omicidio, in sede di convalida dell'arresto. È estremamente pentito, ha chiesto scusa a tutti e ha fiducia nella giustizia".
"Attualmente – ha ricordato il legale di difesa – il capo di imputazione è di omicidio volontario senza premeditazione, aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi, dal rapporto di coniugio e, un'ulteriore aggravante, di morte conseguente ai maltrattamenti. Vi è una questione giuridica da risolvere, come ha detto anche il pm, perché i maltrattamenti sono contestati anche quale reato autonomo e va deciso quale delle due sussiste". (ANSA)