Voce su Stefania Crotti

La Chiesa parrocchiale di San Pancrazio Martire a Gorlago in provincia di Bergamo dove sono stati celebrati i funerali della signora Stefania Crotti (di Ago76, licenza CC BY-SA 3.0)
Stefania Crotti, 42 anni, fu trovata morta nel corso del pomeriggio di venerdì 18 gennaio 2019 nelle campagne di Erbusco, comune della Franciacorta in provincia di Brescia. Il corpo senza vita, in stato di semicarbonizzazione, fu scoperto da un ciclista di passaggio.[1][2] La donna, residente a Gorlago in provincia di Bergamo, era scomparsa dal giorno precedente.[3]
Il successivo 19 gennaio Chiara Alessandri, 44 anni, ex amante del marito della signora Crotti, fu fermata con l'accusa di omicidio e distruzione di cadavere. Dopo cinque ore di interrogatorio di fronte agli inquirenti, confessò di avere aggredito la vittima, negando però di averne bruciato il corpo.[4][5] Il successivo 23 gennaio, il giudice per le indagini preliminari aveva convalidato il fermo nei confronti dell'indiziata, disponendo la custodia cautelare in carcere.[6]
Dall'esame autoptico emerse che la quarantaduenne aveva il polso destro fratturato e circa 20 ferite su tutto il corpo, causate da un oggetto compatibile con un martello o una pesante arma contundente. Inoltre tracce di fuliggine individuate nelle vie respiratorie indicarono che la donna era ancora viva quando fu data alle fiamme.[7][8] Secondo le ricostruzioni, Chiara Alessandri aveva pianificato un incontro con la signora Stefania servendosi dell'aiuto di un amico, Angelo Pezzotta, per prelevarla sul posto di lavoro e condurla nel garage di casa. La vittima era stata convinta a raggiungere quel luogo con il pretesto che il marito, Stefano Del Bello, volesse farle una sorpresa.[9]
La quarantaquattrenne sostenne di aver organizzato quell'incontro al solo scopo di stabilire un chiarimento.[4] Tuttavia la discussione fra le due sarebbe degenerata in una lite che aveva portato Chiara Alessandri ad aggredire e colpire ripetutamente la vittima fino a farle perdere i sensi. Successivamente avrebbe caricato in auto il corpo esanime, ma ancora in vita, per trasportarlo alle campagne di Erbusco e darlo fiamme.[10] Nell'ottobre del 2019 furono chiuse le indagini e la Procura di Brescia chiese il rinvio a giudizio per soppressione di cadavere e omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.
Per gli inquirenti il movente del delitto era riconducibile alla gelosia della donna che, per un certo periodo, era stata l'amante del marito di Stefania Crotti. Nell'estate del 2018, però, l'uomo aveva scelto di chiudere quella relazione extraconiugale e riallacciare il rapporto con sua moglie: decisione che la quarantaquattrenne non avrebbe accettato e che l'avrebbe spinta a escogitare un piano per uccidere la vittima. Angelo Pezzotta, che aveva collaborato con l'indiziata, fu ritenuto estraneo ai fatti poiché, dopo aver saputo della scomparsa della quarantaduenne, era stato il primo a rivelare ai Carabinieri di avere condotto la stessa nel garage di casa Alessandri senza conoscere quali fossero le reali intenzioni dell'amica.[11]

Uno scorcio dei vigneti nelle campagne di Erbusco in provincia di Brescia (di Bertazzoni Paolo, licenza CC BY-SA 3.0).
La donna si era difesa dalle accuse sostenendo di avere colpito la signora Stefania solo dopo essere stata inizialmente aggredita dalla vittima che, cadendo a terra, avrebbe poi battuto la testa e sarebbe morta sul colpo. In quel frangente, a suo dire, in preda al panico, invece di chiamare i soccorsi avrebbe trasportato il corpo a Erbusco, abbandonandolo nelle campagne senza bruciarlo.
I suoi legali avanzarono, nei mesi di febbraio e maggio del 2019, rispettivamente al Tribunale del Riesame e alla Corte di Cassazione, la richiesta di scarcerazione per permettere alla donna di accudire i figli minorenni. In entrambi i casi le istanze furono respinte. Il giudice per le indagini preliminari motivò la misura di custodia cautelare evidenziando il pericolo di fuga, il rischio di reiterazione del reato e l'inquinamento probatorio.[12]
Il successivo 12 dicembre, il giudice per l'udienza preliminare dispose il rinvio a giudizio in rito abbreviato.[13] Nel corso del processo, la pubblica accusa aveva richiesto la condanna all'ergastolo. Il 18 giugno 2020 i giudici della Corte d'Assise di Brescia avevano accolto la richiesta, riconoscendo l'aggravante della premeditazione, mentre il reato di soppressione di cadavere fu assorbito in quello di omicidio. Per lo sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato, la condanna fu determinata in 30 anni di reclusione.[14] Secondo le motivazioni della sentenza, Chiara Alessandri aveva organizzato un piano vendicativo con l'intento di distruggere e annientare quella che lei considerava la sua antagonista.[15]
Il 5 marzo 2021 la Corte d'Appello di Brescia aveva confermato la sentenza di primo grado,[16][17] resa poi definitiva il 10 marzo 2022 dalla Corte di Cassazione.[18][19]