Voce su Damia El Essali
Damia El Essali, 45 anni, fu trovata morta il mercoledì 8 maggio 2019 nella sua abitazione a Borgonovo Val Tidone in provincia di Piacenza.

Foto della Rocca sforzesca di Borgonovo Val Tidone, uno dei monumenti più importanti della città, sede del municipio (di Magistrali, licenza GFDL 1.2)
La donna di origini marocchine non si era più presentata al lavoro da lunedì 5 maggio. I familiari e le colleghe avevano cercato invano di mettersi in contatto con lei e suo marito. Dopo aver allertato i soccorsi, dovettero intervenire i Vigili del Fuoco per fare irruzione in casa, precedentemente inaccessibile perché l'ingresso era bloccato. Una volta all'interno, fu scoperto in cucina il corpo senza vita della vittima, sgozzata con un profondo taglio alla gola.
In quei momenti il marito Abdelkrim Foukahi, 39 anni, detto Karim, era irreperibile insieme ai due figli di 4 e 2 anni. Tuttavia, nel tardo pomeriggio, l'uomo fu rintracciato con i due bambini in un autogrill sull'autostrada A4 all'altezza di San Donà di Piave in direzione Trieste. Venne fermato e accusato dell'omicidio volontario della moglie.[1][2]
La signora Damia aveva avuto una precedente relazione in Marocco dalla quale era nata la sua prima figlia di 22 anni, rimasta nel paese nordafricano per studiare all'Università. La donna si era poi separata ed emigrata in Italia dove aveva conosciuto Karim, con il quale si era sposata e aveva avuto altri due bambini.[3]
Secondo l'esame autoptico svolto sul cadavere della vittima, oltre al taglio alla gola sarebbero state precedentemente inferte altre coltellate in diverse parti del corpo. Il decesso potrebbe essere avvenuto il giorno prima del ritrovamento.[4] L'11 maggio il marito fu interrogato dal giudice per le indagini preliminari, ma si avvalse della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti fu convalidata la custodia cautelare in carcere.[5]
Nei mesi successivi l'uomo si mostrò disponibile verso gli inquirenti, rispondendo alle domande e ammettendo il proprio gesto, oltre a chiedere scusa per aver ucciso la moglie. Nei primi mesi del 2020 fu rinviato a giudizio. I suoi legali avevano sollevato un'eccezione di incostituzionalità in relazione alla nuova norma che non permetteva di usufruire del rito abbreviato per i reati che prevedevano la pena dell'ergastolo.[6][7]
Dopo la decisione della Consulta che aveva valutato inammissibile il ricorso,[8] il processo in rito ordinario a carico di Foukahi alla Corte d'Assise di Piacenza terminò il 19 luglio 2021 con la condanna all'ergastolo.[9][10] La sentenza fu confermata dalla Corte d'Appello di Bologna il 9 maggio 2022.[11] Nel maggio del 2023 il verdetto fu reso definitivo dalla Corte di Cassazione.[12]